Beine zweier Herren mit Aktentaschen

Per una mo­der­na legge sui car­tel­li

eco­no­mie­suis­se è d’ac­cor­do di en­tra­re in ma­te­ria su una mo­der­niz­za­zio­ne del di­rit­to dei car­tel­li. Nel mes­sag­gio re­la­ti­vo ad una re­vi­sio­ne to­ta­le della legge sui car­tel­li, pre­sen­ta­to nei gior­ni scor­si, il Con­si­glio fe­de­ra­le tiene conto anche delle prin­ci­pa­li pre­oc­cu­pa­zio­ni del­l’e­co­no­mia. Que­ste ul­ti­me si ri­fe­ri­sco­no in par­ti­co­la­re ai pro­gram­mi di Com­plian­ce adot­ta­ti dalle im­pre­se, ad una mi­glio­re se­pa­ra­zio­ne delle isti­tu­zio­ni nei con­fron­ti dei prin­ci­pi dello Stato di di­rit­to, non­ché ad un mi­glio­ra­men­to della pro­ce­du­ra di no­ti­fi­ca. L’e­sa­me delle con­se­guen­ze eco­no­mi­che di un di­vie­to to­ta­le dei car­tel­li è tut­ta­via in­suf­fi­cien­te. Sarà ne­ces­sa­rio un rap­por­to com­ple­men­ta­re.

Per eco­no­mie­suis­se, una con­cor­ren­za ef­fi­ca­ce è es­sen­zia­le. Nel­l’ot­ti­ca del buon fun­zio­na­men­to del­l’e­co­no­mia di mer­ca­to, l’or­ga­niz­za­zio­ne man­tel­lo del­l’e­co­no­mia sa­lu­ta una mo­der­niz­za­zio­ne della legge sui car­tel­li. Que­st’ul­ti­ma deve tut­ta­via ba­sar­si su fon­da­men­ti eco­no­mi­ci chia­ri e tra­spa­ren­ti. Il pro­get­to di re­vi­sio­ne com­por­ta però an­co­ra delle la­cu­ne. Sfor­tu­na­ta­men­te, il di­bat­ti­to na­scon­de in parte il fatto che l’ul­ti­ma re­vi­sio­ne della legge sui car­tel­li - che pre­ve­de­va l’in­tro­du­zio­ne di san­zio­ni di­ret­te se­ve­re nei con­fron­ti delle im­pre­se - non abbia an­co­ra mo­stra­to pie­na­men­te i suoi ef­fet­ti, a causa in par­ti­co­la­re dei ter­mi­ni di tran­si­zio­ne e delle de­ci­sio­ni at­te­se da parte del­l’i­stan­za di ri­cor­so.

Nel­l’am­bi­to di un’a­na­li­si ap­pro­fon­di­ta, eco­no­mie­suis­se ha in par­ti­co­la­re ri­mar­ca­to gli ampi mar­gi­ni di in­ter­ven­to per quan­to con­cer­ne i prin­ci­pi dello Stato di di­rit­to e la si­cu­rez­za giu­ri­di­ca. Oggi, un solo e stes­so or­ga­no, la Com­mis­sio­ne della con­cor­ren­za (COMCO), esa­mi­na le in­fra­zio­ni al di­rit­to della con­cor­ren­za e pren­de una de­ci­sio­ne in prima istan­za. Ciò è pro­ble­ma­ti­co, con­si­de­ra­te le multe di na­tu­ra pe­na­le va­lu­ta­te in mi­lio­ni di fran­chi. Rior­ga­niz­zan­do le isti­tu­zio­ni, il Con­si­glio fe­de­ra­le am­met­te che la con­fi­gu­ra­zio­ne at­tua­le non sia idea­le. Il mes­sag­gio pro­po­ne che l’au­to­ri­tà in­ca­ri­ca­ta della con­cor­ren­za ef­fet­tui l’in­chie­sta e che il Tri­bu­na­le fe­de­ra­le am­mi­ni­stra­ti­vo si espri­ma in prima istan­za. Ciò che è de­ter­mi­nan­te è il fatto che la pro­spet­ti­va eco­no­mi­ca e l’e­spe­rien­za pra­ti­ca delle im­pre­se ven­ga­no prese in con­si­de­ra­zio­ne du­ran­te la va­lu­ta­zio­ne di una si­tua­zio­ne con­cre­ta. E’ inol­tre in­di­spen­sa­bi­le che il Tri­bu­na­le fe­de­ra­le am­mi­ni­stra­ti­vo venga po­ten­zia­to con giu­di­ci spe­cia­liz­za­ti.

Un di­rit­to dei car­tel­li duro im­pli­ca che le im­pre­se pos­sa­no ras­si­cu­rar­si, ad uno sta­dio pre­co­ce, sul­l’am­mis­si­bi­li­tà delle loro pra­ti­che. Su que­sto punto, oc­cor­re mi­glio­ra­re net­ta­men­te la si­tua­zio­ne e adat­ta­re la pro­ce­du­ra d’op­po­si­zio­ne pre­vi­sta. Il Con­si­glio fe­de­ra­le con­di­vi­de que­sto punto di vista. L’u­ti­liz­zo di pro­gram­mi di Com­plian­ce (pre­cau­zio­ni adot­ta­te dalle im­pre­se per evi­ta­re in­fra­zio­ni alla legge) per­met­te di tener conto della re­spon­sa­bi­li­tà del­l’im­pre­sa.

Con­tra­ria­men­te al suo pro­get­to ini­zia­le e sotto la pres­sio­ne del fran­co forte, il Con­si­glio fe­de­ra­le pro­po­ne di vie­ta­re cin­que tipi di ac­cor­di oriz­zon­ta­li e ver­ti­ca­li. Que­sta mi­su­ra si basa su mo­ti­va­zio­ni più po­li­ti­che che eco­no­mi­che e le sue con­se­guen­ze non ven­go­no esa­mi­na­te. E’ già pos­si­bi­le agire con­tro si­mi­li in­te­se che dan­neg­gia­no l’e­co­no­mia. Se non fosse as­so­lu­ta­men­te ne­ces­sa­rio crea­re que­sto di­vie­to par­zia­le dei car­tel­li, que­sta mi­su­ra po­treb­be sem­pli­fi­ca­re le pro­ce­du­re. Il ca­rat­te­re dan­no­so degli ac­cor­di oriz­zon­ta­li è am­pia­men­to ri­co­no­sciu­to, ma i pa­re­ri degli esper­ti di­ver­go­no per quan­to con­cer­ne gli ac­cor­di ver­ti­ca­li. Se­con­do la si­tua­zio­ne, si­mi­li ac­cor­di pos­so­no avere ef­fet­ti eco­no­mi­ci po­si­ti­vi. Il mes­sag­gio non ana­liz­za suf­fi­cien­te­men­te nel det­ta­glio que­sta que­stio­ne. S’im­po­ne una va­lu­ta­zio­ne dif­fe­ren­zia­ta. Un cam­bia­men­to del si­ste­ma avreb­be il van­tag­gio di av­vi­ci­nar­si alla re­go­la­men­ta­zio­ne in vi­go­re nel­l’am­bi­to del­l’UE. Sa­reb­be così pos­si­bi­le tener me­glio conto della giu­ri­spru­den­za eu­ro­pea per le de­ci­sio­ni el­ve­ti­che. Que­sto raf­for­ze­reb­be la cer­tez­za giu­ri­di­ca per le im­pre­se.

Vari punti del pro­get­to de­vo­no an­co­ra es­se­re esa­mi­na­ti più det­ta­glia­ta­men­te o ri­mes­si in di­scus­sio­ne. E’ que­sto il caso non solo per le con­se­guen­ze eco­no­mi­che ma anche per la ga­ran­zia di una de­ci­sio­ne ra­pi­da in prima istan­za, l’a­de­gua­men­to della pro­ce­du­ra di no­ti­fi­ca, le con­se­guen­ze di un’e­sten­sio­ne delle pro­ce­du­re ci­vi­li e del di­rit­to di que­re­la­re. Se ne­ces­sa­rio si pos­so­no ri­chie­de­re dei rap­por­ti com­ple­men­ta­ri. Le pro­ce­du­re in ma­te­ria di car­tel­li ri­chie­do­no tempo in tutti i paesi a se­gui­to della com­ples­si­tà delle va­lu­ta­zio­ni ne­ces­sa­rie. A ciò va ag­giun­to che una mo­di­fi­ca del di­rit­to dei car­tel­li pro­du­ce ef­fet­ti solo a medio ter­mi­ne.

Le mo­di­fi­che pro­po­ste sono fon­da­men­ta­li. La de­ci­sio­ne di so­ste­ne­re o meno il pro­get­to deve es­se­re presa su una base so­li­da e non per mo­ti­vi po­li­ti­ci a breve ter­mi­ne. Sa­reb­be inol­tre pe­ri­co­lo­so fare la scel­ta po­pu­li­sta di di­stan­ziar­si dalle norme in­ter­na­zio­na­li per le re­go­le ma­te­ria­li. Que­sto sa­reb­be il caso se si met­tes­se­ro in vi­go­re degli ob­bli­ghi con­nes­si alle pre­sta­zio­ni in ma­te­ria di for­ni­tu­re at­tra­ver­so Mi­ster prez­zi in Sviz­ze­ra. Il Con­si­glio fe­de­ra­le ha giu­sta­men­te re­spin­to que­sta pro­po­sta.