Mann sitzt hinter durchsichtigem Bildschirm mit digitalen Informationen

Si mar­cia sul posto in ma­te­ria di pro­te­zio­ne dei dati

La Com­mis­sio­ne delle isti­tu­zio­ni po­li­ti­che del Con­si­glio degli Stati (CIP-S) ha ten­ta­to di eli­mi­na­re le di­ver­gen­ze nella re­vi­sio­ne della legge sulla pro­te­zio­ne dei dati. Ma man­tie­ne la sua vi­sio­ne pro­ble­ma­ti­ca in ma­te­ria di Pro­fi­ling. Spet­te­rà al ple­num degli Stati ri­pren­de­re la so­lu­zio­ne mi­glio­re che il Con­si­glio na­zio­na­le aveva pro­po­sto.

In oc­ca­sio­ne di pre­ce­den­ti di­scus­sio­ni, il Con­si­glio degli Stati aveva pro­po­sto – in de­ro­ga alle norme eu­ro­pee e al pro­get­to del Con­si­glio fe­de­ra­le - una nuova de­fi­ni­zio­ne di «Pro­fi­ling ad alto ri­schio». Essa rap­pre­sen­ta non solo uno «Swiss fi­nish», bensì anche un inu­ti­le ina­spri­men­to del pro­get­to. Se­con­do la for­mu­la pro­po­sta dal Con­si­glio degli Stati, quasi tutte le forme di Pro­fi­ling po­treb­be­ro così es­se­re con­si­de­ra­te con­te­nen­ti un ri­schio ele­va­to. 

LA VER­SIO­NE DEL CON­SI­GLIO NA­ZIO­NA­LE QUALE PUNTO DI PAR­TEN­ZA DI UN REALE COM­PRO­MES­SO

La ri­cer­ca e l’in­no­va­zio­ne sviz­ze­re hanno bi­so­gno di una so­lu­zio­ne pra­ti­ca­bi­le in ma­te­ria di Pro­fi­ling. Il Con­si­glio na­zio­na­le ha cer­ca­to di tro­va­re un com­pro­mes­so, tra l’al­tro per eli­mi­na­re le di­ver­gen­ze. Se­con­do que­st’ul­ti­mo, esi­ste un Pro­fi­ling ad alto ri­schio quan­do ven­go­no rac­col­ti dati per­so­na­li sen­si­bi­li. Ben­ché que­sta in­ter­pre­ta­zio­ne rap­pre­sen­ti anche uno «Swiss fi­nish» e sol­le­vi que­stio­ni per quan­to con­cer­ne l’ap­pli­ca­zio­ne della legge, gli am­bien­ti eco­no­mi­ci avreb­be­ro po­tu­to ac­cet­ta­re que­sto com­pro­mes­so.

LA COM­MIS­SIO­NE DEL CON­SI­GLIO DEGLI STATI MAN­TIE­NE LA SUA DE­CI­SIO­NE

Se­con­do il suo co­mu­ni­ca­to stam­pa, la com­mis­sio­ne del Con­si­glio degli Stati ha de­ci­so per un’al­tra re­go­la­men­ta­zio­ne del Pro­fi­ling. Il ri­schio ele­va­to è pre­ci­sa­to e si basa sulla de­fi­ni­zio­ne del pro­fi­lo nel di­rit­to in vi­go­re. La com­mis­sio­ne parla di un com­pro­mes­so. È in­gan­ne­vo­le, poi­ché il Con­si­glio degli Stati ri­ma­ne sulle pro­prie po­si­zio­ni ed ef­fet­tua solo al­cu­ni ri­toc­chi co­sme­ti­ci. In que­sto modo, sol­le­va nuove que­stio­ni per quan­to con­cer­ne l’ap­pli­ca­zio­ne della legge, senza of­fri­re van­tag­gi ri­spet­to alla ver­sio­ne del Con­si­glio na­zio­na­le.

LA VER­SIO­NE DEL CON­SI­GLIO NA­ZIO­NA­LE CON­SER­VA L’AT­TUA­LE LI­VEL­LO DI PRO­TE­ZIO­NE

La com­mis­sio­ne del Con­si­glio degli Stati ri­tie­ne che la sua so­lu­zio­ne crei la cer­tez­za del di­rit­to e man­ten­ga il li­vel­lo di pro­te­zio­ne at­tua­le. Tut­ta­via, la per­so­na in­te­res­sa­ta be­ne­fi­cia già di una pro­te­zio­ne ele­va­ta nella ver­sio­ne del Con­si­glio na­zio­na­le: quan­do il Pro­fi­ling ri­guar­da dati per­so­na­li sen­si­bi­li, le per­so­ne de­vo­no espres­sa­men­te au­to­riz­za­re il trat­ta­men­to dei dati. Anche se­con­do la legge vi­gen­te, non tutti i dati co­sti­tui­sco­no un pro­fi­lo della per­so­na­li­tà ai sensi della legge.

IL PE­RIO­DO DI UTI­LIZ­ZO PER LA VA­LU­TA­ZIO­NE DELLA SOL­VI­BI­LI­TÀ DE­V’ES­SE­RE ESTE­SO AD AL­ME­NO 10 ANNI

Per quan­to con­cer­ne la du­ra­ta di uti­liz­zo dei dati per­so­na­li trat­ta­ti per va­lu­ta­re la sol­vi­bi­li­tà di una per­so­na, il Con­si­glio na­zio­na­le vor­reb­be por­tar­lo a 10 anni, con­tro i 5 anni pro­po­sti dal Con­si­glio fe­de­ra­le. Gli at­te­sta­ti di ca­ren­za beni si pre­scri­vo­no dopo 20 anni. Per ra­gio­ni pra­ti­che, deve ri­ma­ne­re pos­si­bi­le uti­liz­za­re i dati per va­lu­ta­re la sol­vi­bi­li­tà di una per­so­na, anche se essi ri­sal­go­no a più di 5 anni. La com­mis­sio­ne del Con­si­glio degli Stati ha man­te­nu­to que­sta di­ver­gen­za – e dun­que il ter­mi­ne di cin­que anni. Vi è da spe­ra­re che il Con­si­glio degli Stati cor­reg­ga il tiro.