Ri­vo­lu­zio­ne di­gi­ta­le: scom­pa­ri­ran­no tutti gli im­pie­ghi?

Karl Marx era già con­vin­to che i la­vo­ra­to­ri sa­reb­be­ro usci­ti scon­fit­ti a lungo ter­mi­ne. Se­con­do lui, gli au­men­ti di pro­dut­ti­vi­tà avreb­be­ro com­por­ta­to delle sop­pres­sio­ni di im­pie­ghi e crea­to un «eser­ci­to di ri­ser­va in­du­stria­le» co­sti­tui­to da pro­le­ta­ri di­soc­cu­pa­ti. Era du­ran­te la se­con­da metà del XIXo se­co­lo.

Nel corso degli ul­ti­mi 150 anni, è av­ve­nu­to esat­ta­men­te il con­tra­rio: il po­te­re d’ac­qui­sto dei la­vo­ra­to­ri è for­te­men­te au­men­ta­to nelle eco­no­mie svi­lup­pa­te e la du­ra­ta del la­vo­ro è no­te­vol­men­te di­mi­nui­ta. No­no­stan­te que­sti fatti com­pro­va­ti, oggi si di­scu­te ab­bon­dan­te­men­te degli im­pie­ghi che scom­pa­ri­reb­be­ro con gli svi­lup­pi tec­no­lo­gi­ci e del modo con cui gli am­bien­ti po­li­ti­ci de­vo­no fron­teg­gia­re la di­soc­cu­pa­zio­ne che ne de­ri­va. Siamo forse giun­ti ad una svol­ta ? Il la­vo­ro verrà a man­ca­re?

Come in pas­sa­to, co­no­sce­re­mo dei cam­bia­men­ti strut­tu­ra­li.

An­co­ra una volta il vec­chio truc­co fun­zio­na an­co­ra, sem­pli­ce­men­te ri­cor­ren­do ad im­ma­gi­ni mi­nac­cio­se: il robot so­sti­tui­sce il la­vo­ra­to­re alla ca­te­na, il drone il po­sti­no, l’au­to­mo­bi­le au­to­ma­ti­ca il con­du­cen­te di taxi e il com­pu­ter l’im­pie­ga­to d’uf­fi­cio. Con­se­guen­za: si co­sti­tui­sce un enor­me eser­ci­to di ri­ser­va. E si com­met­te lo stes­so er­ro­re del ra­gio­na­men­to di Marx, ipo­tiz­zan­do il fu­tu­ro svi­lup­po eco­no­mi­co te­nen­do conto di ciò che si co­no­sce oggi.

È vero che in­du­stria 4.0 e la di­gi­ta­liz­za­zio­ne fanno au­men­ta­re la pro­dut­ti­vi­tà e che sarà ne­ces­sa­rio un nu­me­ro mi­no­re di la­vo­ra­to­ri per pro­dur­re i beni e al­cu­ni ser­vi­zi che si co­no­sco­no oggi, ra­gio­ne per cui (come in pas­sa­to) av­ver­ran­no dei cam­bia­men­ti. Due fe­no­me­ni hanno tut­ta­via un im­pat­to po­si­ti­vo sulla do­man­da di ma­no­do­pe­ra. In primo luogo, il prez­zo dei pro­dot­ti at­tua­li di­mi­nui­sce. In altre pa­ro­le, le spese dei con­su­ma­to­ri di­mi­nui­sco­no. Essi po­tran­no dun­que ac­qui­sta­re altri beni e ser­vi­zi ai quali de­vo­no at­tual­men­te ri­nun­cia­re. La do­man­da pro­muo­ve­rà la crea­zio­ne di va­lo­re e di im­pie­ghi.

Se­con­do, oggi non sap­pia­mo quali pro­dot­ti e ser­vi­zi sa­ran­no svi­lup­pa­ti in fu­tu­ro. Prima del­l’ar­ri­vo degli smart­pho­nes, avre­ste im­ma­gi­na­to che que­sti pic­co­li ap­pa­rec­chi avreb­be­ro po­tu­to fare così tante cose? Il pro­gres­so tec­no­lo­gi­co con­ti­nue­rà a far emer­ge­re nuovi pro­dot­ti e ser­vi­zi. L’uo­mo è crea­ti­vo e con­ti­nua ad in­ven­ta­re nuove cose. Que­sto com­por­ta la crea­zio­ne di im­pie­ghi e di va­lo­re.

Gra­zie al suo si­ste­ma di for­ma­zio­ne duale, la Sviz­ze­ra è pron­ta ad af­fron­ta­re que­ste sfide.

Il la­vo­ro non di­ven­te­rà una ra­ri­tà. È tut­ta­via vero che di­ven­te­rà sem­pre più esi­gen­te. È pro­ba­bi­le che nu­me­ro­se at­ti­vi­tà ri­pe­ti­ti­ve scom­pa­ri­ran­no. Tut­ta­via, gra­zie al suo si­ste­ma di for­ma­zio­ne duale, la Sviz­ze­ra è ben pre­pa­ra­ta per af­fron­ta­re que­sta sfida: anche in fu­tu­ro avre­mo bi­so­gno di ma­no­do­pe­ra spe­cia­liz­za­ta. In­ve­ce di di­pin­ge­re il dia­vo­lo sul muro, do­vrem­mo co­glie­re le op­por­tu­ni­tà che si pre­sen­ta­no. Dob­bia­mo mi­glio­ra­re le con­di­zio­ni qua­dro af­fin­ché ven­ga­no crea­ti degli im­pie­ghi  in Sviz­ze­ra. Ciò per­met­te­rà di com­pen­sa­re even­tua­li sop­pres­sio­ni d’im­pie­ghi in altri set­to­ri. Non sarà pos­si­bi­le im­pe­di­re i cam­bia­men­ti strut­tu­ra­li.

Per in­for­ma­zio­ni, Da­niel Lam­part del­l’U­nio­ne sin­da­ca­le sviz­ze­ra ha scrit­to un ec­cel­len­te blog su que­sto ar­go­men­to (di­spo­ni­bi­le sol­tan­to in te­de­sco) – ad ec­ce­zio­ne del­l’ul­ti­mo pa­ra­gra­fo che è molto po­li­ti­ciz­za­to.