Revisione dell’imposta alla fonte - obiettivo: maggior certezza giuridica e meno burocrazia

Il Consiglio nazionale si occuperà nel corso della settimana della revisione dell’imposta alla fonte, un tema importante per gli ambienti economici. Le imprese riscuotono questa imposta, come è il caso per l’IVA. Ne assumono i rischi e non devono vedersi imporre degli oneri supplementari. Vi è inoltre un aspetto specifico, l’imposizione degli espatriati.

In reazione ad alcune decisioni giudiziarie che chiedono la parità di trattamento fiscale tra i contribuenti tassati alla fonte e quelli tassati normalmente, il Consiglio federale ha proposto una revisione della legislazione. L’imposta alla fonte concerne circa 760’000 persone. Si tratta di lavoratori stranieri che non hanno un permesso di dimora in Svizzera. L’imposta alla fonte sostituisce l’imposta sul reddito ordinario.

Le imprese come esattori delle tasse: oneri pesanti e numerosi rischi
L’imposta alla fonte, forfettaria, comprende diverse tariffe e centinaia di tassi d’imposizione in funzione del reddito. La Confederazione fissa il contesto legale, ma i cantoni hanno un grande margine di manovra per l’applicazione. Essi fissano i tassi d’imposizione e definiscono anche in gran parte il calcolo delle tariffe, le procedure e i formulari. La Svizzera applica dunque 26 sistemi diversi. A ciò si aggiungono i conteggi speciali per i redditi privati (ad esempio prestazioni preliminari, partecipazione di collaboratori), dei gruppi di persone (oratori, amministratori, studenti che lavorano) e i frontalieri che giungono dalla Germania, dalla Francia e dall’Italia. Tuttavia, questi sistemi complessi e molto ramificati hanno un denominatore comune: le imprese, in altre parole i datori di lavoro, ne sono responsabili dalla A alla Z. Questi ultimi calcolano le imposte e le prelevano alla fonte sul salario, compilano i relativi formulari e versano le somme prelevate allo Stato. Devono conoscere le tariffe spesso poco trasparenti utilizzate per i calcoli ed essere in grado di informare i loro collaboratori. Di fatto, numerosi lavoratori devono fornire ulteriormente anche una dichiarazione fiscale ordinaria. Le imprese ricevono una commissione quale contropartita degli oneri provocati. Esse forniscono allo Stato la totalità dell’infrastruttura nonché il personale necessario per il prelievo delle imposte, ma assumono anche tutti i rischi di responsabilità.

Sono necessarie alcune correzioni
È urgente semplificare l’imposta alla fonte, poiché questa è piuttosto complicata per le imprese. Ciò non è purtroppo oggetto della presente revisione. Attualmente, un’impresa allestisce dei conteggi con un solo cantone. Il nuovo progetto prevede dei conteggi con tutti i cantoni nei quali abitano i lavoratori assoggettati all’imposta alla fonte. Dal momento che le regole e le procedure variano da un cantone all’altro e che le tariffe sono estremamente dettagliate, degli errori nei conteggi sono quasi inevitabili. La revisione sopprime la possibilità attuale di effettuare ulteriori correzioni (ad esempio quando il numero dei figli indicati è sbagliato). Anche la responsabilità dev’essere inasprita. I membri del consiglio d’amministrazione e della direzione saranno in futuro ritenuti personalmente responsabili in caso di errore di conteggio, ciò che è completamente sproporzionato vista la complessità della tassazione e il fatto che si tratta di una procedura di massa. Durante il progetto di revisione in corso, che non uniforma per nulla le regole, ogni cantone deve poter continuare ad applicare i propri calcoli e procedure. Si mira tuttavia ad una soluzione uniforme per quanto concerne la commissione destinata alle imprese. La commissione che si situa oggi in una fascia dall’1% al 4% sarebbe dell’1% per tutti – di modo che essa diminuirebbe in numerosi casi.
 
La revisione comporta oneri e costi supplementari e aumenta i rischi. Occorre sperare che il Parlamento colga questa occasione per semplificare la legge e ridurre gli oneri delle aziende. Sono state avanzate alcune proposte in tal senso che dovrebbero essere sostenute. Ciò contribuirebbe efficacemente a ridurre i costi amministrativi.

È importante prevedere una regolamentazione supplementare per gli espatriati
Una questione specifica, l’imposizione degli espatriati, è stata sollevata in seno ad una commissione. Questa imposizione è regolata a livello dell’ordinanza, ciò che ha regolarmente l’effetto che il margine d’interpretazione per rendere attrattivo un sistema che concerne dei gruppi di persone importanti per la piazza economica non venga utilizzato. Un’interpretazione sempre più restrittiva dello statuto di espatriato e delle pratiche molto diverse da un cantone all’altro creano un’incertezza giuridica e aumentano i costi di assunzione. Le spese professionali particolari degli espatriati costituiscono un fattore di costo. Il loro trattamento fiscale riveste grande importanza per la competitività delle imprese svizzere. Altri paesi propongono soluzioni generose e attrattive. Nell’interesse della sua piazza economica, la Svizzera dovrebbe almeno rispettare le norme internazionali e creare una regolamentazione vincolante a livello della legge. economiesuisse raccomanda dunque di accettare il progetto.