Due cartoncini tenuti da due mani uno a sinistra con la scritta Win e uno a destra con la scritta win

Nove fatti in re­la­zio­ne alla ri­for­ma del­l'im­po­sta pre­ven­ti­va

An­co­ra una volta, la cam­pa­gna di vo­ta­zio­ne sul­l’im­po­sta pre­ven­ti­va as­su­me una svol­ta sor­pren­den­te. Per ar­go­men­ta­re in modo cor­ret­to, è im­por­tan­te po­ter­si ap­pog­gia­re su fatti so­li­di e ve­ri­fi­ca­ti. A tale scopo ab­bia­mo re­dat­to un do­cu­men­to che rag­grup­pa le prin­ci­pa­li in­for­ma­zio­ni sulla ri­for­ma. Que­ste ul­ti­me mo­stra­no che essa pre­sen­ta van­tag­gi ben pre­ci­si. L’a­per­tu­ra del mer­ca­to sviz­ze­ro dei ca­pi­ta­li au­men­te­rà le en­tra­te fi­sca­li, sgra­ve­rà i po­te­ri pub­bli­ci da im­por­tan­ti oneri sugli in­te­res­si, men­tre i ri­schi fi­nan­zia­ri ri­mar­ran­no bassi. La Sviz­ze­ra ha tutto da gua­da­gna­re, poi­ché la ri­for­ma si con­cen­tra esclu­si­va­men­te sulle ob­bli­ga­zio­ni, un set­to­re sot­to­svi­lup­pa­to in Sviz­ze­ra.

1. l mer­ca­to sviz­ze­ro dei ca­pi­ta­li è lungi dallo sfrut­ta­re il pro­prio po­ten­zia­le nel set­to­re delle ob­bli­ga­zio­ni. Le at­ti­vi­tà si svol­go­no in gran parte al­l’e­ste­ro. Ri­spet­to al PIL, il Lus­sem­bur­go emet­te circa 190 volte più ob­bli­ga­zio­ni della Sviz­ze­ra (co­mi­ta­to con­sul­ti­vo «Fu­tu­ro della piaz­za fi­nan­zia­ria», p. 4, DE)

 

2. Con la ri­for­ma, le im­pre­se sviz­ze­re po­treb­be­ro rim­pa­tria­re in Sviz­ze­ra ob­bli­ga­zio­ni per un va­lo­re di circa 115 mi­liar­di di fran­chi. È quan­to in­di­ca una stima dell’As­so­cia­zio­ne sviz­ze­ra dei ban­chie­ri (FR)

 

3. La ri­for­ma ge­ne­re­rà en­tra­te fi­sca­li ag­giun­ti­ve per 490 mi­lio­ni di fran­chi al­l’an­no per la Con­fe­de­ra­zio­ne. E que­sto entro dieci anni. Dopo cin­que anni, que­sto im­por­to do­vreb­be già es­se­re di 350 mi­lio­ni di fran­chi (cf. mes­sag­gio del Con­si­glio fe­de­ra­le, p. 42)

 

4. Ne be­ne­fi­ce­reb­be­ro so­prat­tut­to i can­to­ni, le città e i co­mu­ni. Dal mo­men­to che l’im­po­sta pre­ven­ti­va è al 90% un’im­po­sta fe­de­ra­le, i can­to­ni e i co­mu­ni non de­vo­no as­su­mer­si i costi della ri­for­ma, be­ne­fi­cian­do di en­tra­te fi­sca­li mag­gio­ri e di mi­no­ri oneri per in­te­res­si

 

5. I po­te­ri pub­bli­ci ri­spar­mia­no tra 60 e 200 mi­lio­ni di fran­chi di in­te­res­si al­l’an­no sulle loro ob­bli­ga­zio­ni. È que­sta la con­clu­sio­ne di un’ana­li­si del­l’A­FC (FR)

 

6. Le im­pre­se di di­rit­to pub­bli­co be­ne­fi­cia­no anche del­l’a­per­tu­ra del mer­ca­to dei ca­pi­ta­li. Nel 2021 erano quo­ta­te alla Borsa sviz­ze­ra le ob­bli­ga­zio­ni di 47 im­pre­se de­te­nu­te dallo Stato (ospe­da­li, for­ni­to­ri di ener­gia, im­pre­se di tra­spor­to pub­bli­co). Anche que­ste be­ne­fi­ce­ran­no di una ri­du­zio­ne degli oneri per in­te­res­si

 

7. La ri­for­ma si con­cen­tra mi­ra­ta­men­te al set­to­re delle ob­bli­ga­zio­ni, at­tual­men­te sot­to­svi­lup­pa­to. Sol­tan­to l’1% circa degli at­ti­vi fi­nan­zia­ri delle fa­mi­glie pri­va­te è de­te­nu­to di­ret­ta­men­te in ob­bli­ga­zio­ni sviz­ze­re, come in­di­ca­no i dati della Banca na­zio­na­le sviz­ze­ra (FR). I ri­schi fi­nan­zia­ri della ri­for­ma sono dun­que mi­ni­mi

 

8. Il Par­la­men­to ha net­ta­men­te li­mi­ta­to il campo della ri­for­ma. Sol­tan­to gli in­te­res­si dei nuovi pre­sti­ti ob­bli­ga­zio­na­ri emes­si sa­ran­no eso­ne­ra­ti dal­l’im­po­sta pre­ven­ti­va (FR). Tutti i pre­sti­ti in corso vi re­ste­ran­no sot­to­po­sti

 

9. Le per­di­te fi­sca­li dopo l’en­tra­ta in vi­go­re della ri­for­ma non su­pe­re­ran­no le poche de­ci­ne di mi­lio­ni di fran­chi. Quan­do la ri­for­ma en­tre­rà in vi­go­re, andrà perso solo un im­por­to mi­lio­na­rio a due cifre. Poi­ché le ob­bli­ga­zio­ni hanno sca­den­ze lun­ghe, il calo di red­di­to sti­ma­to dall'Am­mi­ni­stra­zio­ne fe­de­ra­le delle con­tri­bu­zio­ni (DE) a CHF 215 – 275 mi­lio­ni si ve­ri­fi­che­rà solo tra molti anni. A quel punto, gli ef­fet­ti po­si­ti­vi della ri­for­ma si sa­ran­no da tempo fatti sen­ti­re

 

Ul­te­rio­ri in­for­ma­zio­ni e gra­fi­ci si tro­va­no nella no­stra sche­da in­for­ma­ti­va «Abo­li­re lo svan­tag­gio fi­sca­le, rim­pa­tria­re le at­ti­vi­tà» (DE).  I van­tag­gi della ri­for­ma espo­sti in modo chia­ro. Essa re­go­le­rà un pro­ble­ma fi­sca­le spe­ci­fi­co alla Sviz­ze­ra, iden­ti­fi­ca­to da tempo da un grup­po di esper­ti (DE), che ha gravi con­se­guen­ze per il mer­ca­to dei ca­pi­ta­li. I ri­schi fi­nan­zia­ri sono per con­tro ri­dot­ti. Con­si­de­ra­to l’am­pio vo­lu­me di af­fa­ri ge­sti­ti so­prat­tut­to al­l’e­ste­ro, la Sviz­ze­ra ha tutto da gua­da­gna­re. Senza ri­for­ma, non cam­bia nulla – nes­sun pro­ble­ma viene ri­sol­to, nes­sun freno per il mer­ca­to dei ca­pi­ta­li verrà al­len­ta­to, e que­sta ri­for­ma ri­mar­rà un’oc­ca­sio­ne persa. Gli altri paesi se ne ral­le­gre­ran­no, ancor più se i tassi d’in­te­res­se con­ti­nue­ran­no ad au­men­ta­re.

 

Con­tro­ar­go­men­ta­zio­ni tra­bal­lan­ti e prive di base fat­tua­le

Con­tra­ria­men­te ai van­tag­gi reali della ri­for­ma, gli ar­go­men­ti dei con­tra­ri sono va­cil­lan­ti. Gli 800 mi­lio­ni di fran­chi di pre­sun­te man­ca­te en­tra­te si ba­sa­no su una sem­pli­ce quan­to az­zar­da­ta re­go­la: tre volte più per­di­te fi­sca­li con tassi d’in­te­res­se tre volte più ele­va­ti. Ma le cose non sono così sem­pli­ci. Le en­tra­te del­l’im­po­sta pre­ven­ti­va pro­ven­go­no da im­por­ti non re­cu­pe­ra­ti dai con­tri­buen­ti. Se i tassi di in­te­res­se au­men­ta­no, anche i re­cu­pe­ri di­ven­ta­no più red­di­ti­zi. Le per­di­te fi­sca­li di­mi­nui­reb­be­ro pro­por­zio­nal­men­te in caso di par­zia­le abo­li­zio­ne del­l’im­po­sta pre­ven­ti­va.

Bran­di­re la mi­nac­cia di una per­di­ta secca di sva­ria­ti mi­liar­di non tiene già dal­l’i­ni­zio. La Con­fe­de­ra­zio­ne ha da tempo co­sti­tui­to delle ri­ser­ve per il rim­bor­so du­ran­te il pe­rio­do di tran­si­zio­ne. Que­sto non pe­na­liz­ze­rà il suo bud­get e ancor meno il suo mar­gi­ne di ma­no­vra fi­nan­zia­rio.

L’af­fer­ma­zio­ne se­con­do la quale sol­tan­to due­cen­to gran­di im­pre­se ne be­ne­fi­ce­ran­no è priva di qual­sia­si fon­da­men­to. Anche la Con­fe­de­ra­zio­ne, i can­to­ni, le città e i co­mu­ni si fi­nan­zia­no con pre­sti­ti ob­bli­ga­zio­na­ri e po­tran­no ri­spar­mia­re tra i 60 e i 200 mi­lio­ni di fran­chi (DE). Mi­no­ri oneri di in­te­res­se fa­vo­ri­ran­no anche al­me­no 47 im­pre­se pub­bli­che che si fi­nan­zia­no at­tra­ver­so le ob­bli­ga­zio­ni. L’au­men­to delle en­tra­te fi­sca­li e la di­mi­nu­zio­ne degli in­te­res­si raf­for­ze­ran­no il ser­vi­zio pub­bli­co e, in­fi­ne, ri­dur­ran­no l’o­ne­re dei con­tri­buen­ti. Tutti ne be­ne­fi­ce­re­mo.

Il rim­pro­ve­ro del­l’e­va­sio­ne fi­sca­le è privo di fon­da­men­to. Oggi, le im­pre­se sviz­ze­re emet­to­no le loro ob­bli­ga­zio­ni so­prat­tut­to al­l’e­ste­ro, senza im­po­sta pre­ven­ti­va! La ri­for­ma con­tri­bui­rà al con­tra­rio a ga­ran­ti­re che i red­di­ti ven­ga­no di­chia­ra­ti. Per le ope­ra­zio­ni dette CumEx, una nuova im­po­sta pre­ven­ti­va mi­re­rà, oltre al di­vi­den­do, al tra­sfe­ri­men­to di que­st’ul­ti­mo (ossia i ver­sa­men­ti com­pen­sa­to­ri). Ciò esi­ste già in Sviz­ze­ra. Gra­zie alla ri­for­ma, l’AFC sarà in grado di com­bat­te­re me­glio ed im­pe­di­re le ope­ra­zio­ni di eva­sio­ne fi­sca­le al­l’e­ste­ro con­cer­nen­ti ti­to­li sviz­ze­ri.