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Il successo della riforma fiscale pone fine a una controversia e mantiene l’attrattività della Svizzera

I ministri delle finanze dell’UE (ECOFIN) hanno ritirato la Svizzera dalla loro «lista grigia». L’accettazione della RFFA nella votazione popolare del 19 maggio 2019 ha posto fine alla controversia che opponeva l’UE al nostro Paese da 14 anni. Grazie ai progetti cantonali di attuazione, ancora in corso, la Svizzera resta una delle economie più attrattive al mondo.

Uno dei principali obiettivi della riforma della fiscalità delle imprese era quello di conformarsi agli standard internazionali. Questo obiettivo è stato raggiunto. Il sistema fiscale svizzero è ora definitivamente accettato. Mentre l’OCSE aveva già riconosciuto il successo della riforma in luglio, l’UE ha ora seguito il passo. La Svizzera è stata ritirata dalla «lista grigia» dei Paesi terzi il cui regime fiscale è ritenuto dannoso. Dopo il fallimento della terza riforma dell’imposizione delle imprese, e dunque l’impossibilità temporanea di allineare il suo sistema fiscale agli standard internazionali, questo aveva comportato per il nostro Paese l’inserimento su questa lista. Questa iscrizione minacciava le imprese svizzere di sanzioni, sotto forma ad esempio di doppie imposizioni, nelle loro attività all’estero. economiesuisse si era dunque impegnata attivamente per trovare una soluzione a questo problema.

La maggioranza dei Cantoni mette in vigore la riforma al 1° gennaio

Un altro obiettivo chiave della riforma era di mantenere la competitività fiscale della Svizzera. A tale scopo, i Cantoni hanno ricevuto un sostegno finanziario e nuovi strumenti. Dodici Cantoni hanno già adottato definitivamente le proposte di attuazione (BS, GL, GE, FR, SG, NE, SZ, LU, ZH, ZG, OW, SH). Altri cinque parlamenti cantonali hanno concluso le loro deliberazioni sul progetto di legge. Per Uri, Nidvaldo e Basilea Campagna sono in agenda delle votazioni, mentre nel Canton Argovia e nei Grigioni non è stato depositato nessun referendum. Questi Cantoni dovrebbero inoltre essere in grado di implementare il progetto di legge a partire dal 1° gennaio 2020.

I progetti sono strutturati in maniera molto diversa e sono specificamente adeguati alle rispettive situazioni cantonali. Per compensare l’abolizione degli statuti speciali, numerosi Cantoni hanno ridotto l’aliquota dell’imposta sull’utile. La maggioranza dei tassi d’imposizione si avvicinerà ad una forchetta situata tra il 12% e il 15%, un livello concorrenziale a livello internazionale. Inoltre, vengono pure applicate le nuove misure speciali, quali la patent box e la deduzione supplementare per le spese di R&S. Queste misure svolgono un ruolo importante per i Cantoni che manterranno un livello d’imposizione degli utili più elevato. La strategia consistente nel lasciare libertà ai Cantoni di stabilire l’applicazione si è rivelata positiva, poiché questi ultimi hanno elaborato soluzioni adeguate che raccolgono delle maggioranze. La Svizzera dovrebbe restare una delle economie più attrattive fiscalmente.

La Svizzera non può però riposare sugli allori. Con gli sviluppi internazionali nel settore della fiscalità dell’economia digitale, si profilano all’orizzonte nuove sfide. Le «liste grigie» e le «liste nere» saranno meno decisive a questo proposito, ma la Svizzera dovrà chiedersi continuamente come adeguarsi a questi nuovi sviluppi per evitare di perdere substrato fiscale.