Sviluppo demografico: l’ondata di pensionamenti sta causando ampie lacune
- Introduction L’essenziale in breve | Posizione di economiesuisse
- Chapter 1 Sviluppo demografico in Svizzera e nel mondo
- Chapter 2 Gli effetti sul mercato del lavoro
- Chapter 3 Previdenza per la vecchiaia
- Chapter 4 Come affrontare queste immense sfide
Sviluppo demografico in Svizzera e nel mondo
La popolazione svizzera sta invecchiando
Come molti altri paesi, anche la Svizzera ha approfittato negli ultimi anni di un dividendo demografico: i baby boomers, la generazione nata dopo la seconda Guerra mondiale, hanno raggiunto gradualmente l’età lavorativa a partire dalla metà degli anni ’60. Questo ha contribuito a un significativo aumento della popolazione attiva. Quando più persone possono lavorare e molte lo fanno, l’economia nel complesso cresce.
Dal 1965 in poi il tasso di natalità annuale iniziò a diminuire in modo consistente (il cosiddetto “effetto pillola”). Nel 1970 la natalità scese a 2.1 bambini per donna, tenendo la popolazione a un livello stabile nel lungo periodo. Per poi però calare ancora dalla metà degli anni ’70 a 1.5 bambini per donna. Quindi, con un certo ritardo, dalla fine degli anni ‘80 diminuì anche il numero di giovani che entrarono nel mondo del lavoro. Dal momento che il numero di giovani era diminuito e quello dei baby boomers, grazie all’aumento della speranza di vita, era aumentato, la popolazione in media è invecchiata sempre più.
La fine del dividendo demografico
L’aumento della forza lavoro grazie ai baby boomers ha dato impulsi positivi sull’economia generale. Questo dividendo demografico si è però esaurito e tende in direzione opposta. Tanti baby boomers entrati a far parte del mercato del lavoro ora lo stanno abbandonando. Poiché è stato registrato a lungo un basso tasso di natalità, la forza lavoro composta dalle nuove generazioni non potrà mai compensare questa perdita. Questo sviluppo può essere osservato in Svizzera a partire dal 2020: senza considerare l’immigrazione, la popolazione attiva professionalmente è in costante diminuzione.
Le prospettive sono cupe. Il seguente grafico mostra come questo sviluppo negativo raggiungerà il suo punto massimo nel 2029: il numero di persone che raggiungerà l’età pensionabile supererà di 30'000 unità la forza lavoro giovane che entrerà nel mercato del lavoro. In generale, questo significa che entro il 2040 mancheranno circa 431'000 persone sul mercato del lavoro. Ciò equivale a circa l’8% dell’attuale popolazione attiva totale.
Figura 1: Differenza annuale nelle persone tra 65 e 20 anni.
Lo sviluppo all’estero
La svizzera non è l’unica ad affrontare questa sfida. Al contrario, tutte le regioni del mondo, ad eccezione dell’Africa, si troveranno confrontate nei prossimi anni con una diminuzione della forza lavoro. Questo sviluppo non riguarda solo la Svizzera, ma anche tutta l’Europa (cfr. Figura 2) e si prevede il suo inizio tra qualche anno anche in Nord America. In Sud America e in Asia accadrà diversamente: la forza lavoro diminuirà solo verso la metà del secolo. In Asia lo sviluppo sarà diverso e in particolar modo nella popolosa Cina, dove la diminuzione del numero di persone in età lavorativa è già in corso. La Cina vivrà quindi uno sviluppo un po’ ritardato, simile a quello del Giappone. La portata è enorme: la popolazione attiva in Cina diminuirà dall’attuale miliardo a circa 580 milioni di persone entro il 2100. L’unica regione nella quale la popolazione attiva aumenterà sensibilmente sarà l’Africa dove attualmente il 40% della popolazione, cioè 540 milioni di persone, ha meno di 15 anni. Queste persone cercheranno lavoro prossimamente sia in Africa che in altre regioni del mondo.
Figura 2: Variazione della popolazione in età lavorativa al netto dell’immigrazione (UN DESA)
Il ruolo dell’immigrazione
Oltre al tasso di natalità e all’aspettativa di vita, anche l’immigrazione netta è determinante per lo sviluppo demografico. Se le persone immigrate in età lavorativa sono più numerose di quelle emigrate, si può contrastare la diminuzione della forza lavoro. Nello scenario opposto, il problema si acuirebbe.
La Svizzera beneficia di un’immigrazione netta di persone in età lavorativa: la maggior parte di queste persone ha un’età compresa tra i 20 e i 39 anni e colma il vuoto nella forza lavoro (cfr. Figura 3). Le previsioni demografiche dell’UFS ipotizzano che, grazie all’immigrazione netta, la forza lavoro in Svizzera continuerebbe a crescere nei prossimi anni, mentre si ridurrebbe in assenza di immigrazione. Anche altri paesi attraenti per la forza lavoro estera, come per esempio gli USA, beneficeranno di questo effetto. Nei paesi invece colpiti da un forte deflusso della popolazione attiva, questo fenomeno peggiorerà.