Rapporto da Bruxelles - 26 ottobre 2018
La tensione è palpabile a Bruxelles dopo la riunione del Consiglio d’Europa, dove ci si interroga se sarà possibile trovare un accordo con Londra per una sua uscita regolamentare dall’Unione Europea. Gli altri temi importanti sono le varie sanzioni commerciali e il debito pubblico italiano, ma non i negoziati con la Svizzera per un accordo istituzionale.
Brexit: MANCA POCO
A Bruxelles, tutti parlano di Brexit, ma nessuno sa se sarà possibile risolvere le questioni in sospeso sulle future relazioni UE-Regno Unito entro la scadenza prevista. Un negoziatore dell'UE ha spiegato, nel quadro della task force BusinessEurope Brexit, che rimane al massimo un mese per la ratifica di un accordo transitorio da parte dell'UE e del Regno Unito prima della data di uscita. Il problema principale resta la gestione delle frontiere tra l’Irlanda e l’Irlanda del Nord. Al momento i negoziati sono sospesi, visto che Theresa May deve far approvare il bilancio 2019 dal Parlamento e per questo ha bisogno dei voti del Partito Unionista Democratico (DUP) dell'Irlanda del Nord. Quest’ultimo però si è opposto ad un accordo in base al quale l'Irlanda del Nord farebbe ancora parte del mercato comunitario e utilizza questo strumento per fare pressione sul governo. Le organizzazioni economiche segnalano che né gli Stati membri che rimangono nell’UE né il Regno Unito sarebbero in grado di erigere una dura frontiera con controlli entro il 1° aprile 2019. Si teme il caos e si spera ancora in un accordo dell'ultimo minuto.
IL CONFLITTO COMMERCIALE DEGLI STATI UNITI MINACCIA DI RALLENTARE L'ECONOMIA EUROPEA
L’altro grande tema è il commercio mondiale, minacciato dai crescenti conflitti commerciali tra i due grandi blocchi economici. Per quanto riguarda le sanzioni commerciali statunitensi contro l'Iran, l'UE è combattiva e si rifiuta di permettere che gli scambi commerciali tra l'Iran e l'UE ne risentano. Per il momento, la Commissione non propone misure efficaci per aiutare le imprese europee che continuano ad intrattenere rapporti commerciali con l'Iran ritrovandosi, di conseguenza, bandite dal mercato statunitense. Anche i paesi terzi, come la Svizzera, sono interessati dai dazi doganali statunitensi nei confronti dell'UE e della Cina e dalle contromisure introdotte da quest'ultima. Le misure di salvaguardia provvisorie dell'UE nel settore siderurgico riguardano anche le imprese svizzere, che acquistano il 98% dell'acciaio grezzo all'interno dell'UE ed esportano il 95% dei loro prodotti siderurgici nell'UE. Dall'entrata in vigore delle misure provvisorie di salvaguardia in giugno, Swissmem ed economiesuisse hanno affrontato la questione in forme diverse a tutti i livelli, ma non hanno ricevuto molta attenzione da parte dei rappresentanti dell'UE.
IL GOVERNO ITALIANO SULLA VIA DEL CONFRONTO
Il governo populista italiano sembra disposto a lasciare che i rapporti con l'UE s’incrinino. Mentre il nuovo debito complessivo degli altri Stati membri dell’UE sembra essere sceso, secondo dati recenti, il governo italiano ha presentato a Bruxelles un bilancio 2019 che aumenta ulteriormente di 2,4 punti percentuali il debito pubblico, con un record del 131% del PIL. Così facendo viene minato consapevolmente il patto di stabilità dell'UE. La Commissione ha rispedito al mittente il progetto, chiedendo che esso venga rivisto. L'UE non ha molti modi per far ragionare il governo italiano dato che eventuali sanzioni dovrebbero essere approvate anche da parte degli altri Stati membri dell’UE, cosa che sarebbe difficile. In teoria sarebbe possibile escludere la quarta economia dell'UE dalla zona euro, ma ciò è difficilmente immaginabile visto che le conseguenze sono imprevedibili.
NEGOZIATI SU QUESTIONI ISTITUZIONALI TRA SVIZZERA ED UE
Anche se i negoziati per un accordo istituzionale stanno progredendo positivamente, le parti non hanno ancora raggiunto un’intesa sugli adattamenti dell'accordo sulla libera circolazione delle persone (misure di accompagnamento e direttiva sui lavoratori distaccati) per tener conto degli sviluppi normativi. Il Consiglio federale non intende fissare un obiettivo per la conclusione dei negoziati. Questi ultimi proseguono attualmente a livello tecnico, anche se l'UE aveva fissato al 15 ottobre la scadenza per il loro completamento. Se le parti desiderano giungere a una conclusione prima delle elezioni europee e svizzere, devono trovare un accordo nel primo trimestre del 2019. La data in cui i negoziati passeranno al livello politico dipende in particolare dalla capacità della Svizzera di raggiungere un compromesso interno all'accordo sulla libera circolazione delle persone, vale a dire accettabile per Bruxelles.