Finanze federali: più margine di manovra
- Introduction L’essenziale in breve | Posizione di economiesuisse
- Chapter 1 Panoramica delle finanze federali
- Chapter 2 Misure per il preventivo 2018
- Chapter 3 Il rifiuto della riforma dell’AVS cambia la situazione
- Chapter 4 Commento e posizione di economiesuisse
Panoramica delle finanze federali
Preventivo 2018 e piano finanziario 2019-2021
Nel mese di agosto 2017, il Consiglio federale ha pubblicato per la seconda volta in un unico documento il preventivo (2018) con piano integrato dei compiti e delle finanze (2019-2021), in conformità al Nuovo modello di gestione dell’Amministrazione federale (NMG), introdotto dal 1° gennaio 2017.
Inizialmente per il 2018 era previsto un deficit ordinario di 13 milioni. L’anno prossimo, come gli anni precedenti, l’economia svizzera non riuscirà a trarre pienamente profitto dal suo potenziale, come ritiene il Consiglio federale. Notiamo che il freno all’indebitamento autorizzerebbe un deficit che può raggiungere i 144 milioni di franchi.
Il rifiuto del progetto della previdenza vecchiaia 2020 lo scorso mese di settembre ha cambiato la situazione. A seguito dello status quo in materia di AVS, il nuovo regime di finanziamento previsto dalla riforma non sarà applicato. Esso avrebbe gravato il budget federale di spese supplementari in ragione di 442 milioni di franchi. Siccome queste ultime non saranno più utilizzate, la Confederazione ha del denaro a disposizione. Se si considerano i due annunci del Consiglio federale relativi al budget, della fine di settembre, l’eccedenza ordinaria è attualmente di 103 milioni di franchi.
I due principali adattamenti rispetto al preventivo 2018 adottato in agosto dal Consiglio federale sono la riduzione delle spese a favore dell’AVS, a seguito del rifiuto della riforma sulle pensioni, e l’aumento del versamento a favore del Fondo d’infrastruttura ferroviaria (FIF) deciso in seguito dal Consiglio federale. Il Consiglio degli Stati e il Nazionale devono ancora approvare il versamento a favore del FIF. Soltanto la Commissione delle finanze del Consiglio degli Stati si è finora pronunciata.
Anche se non si tiene conto dei cambiamenti conseguenti alla votazione sulla previdenza vecchiaia 2020, il preventivo 2018 non è abituale. Di fatto, per rispettare le esigenze del freno all’indebitamento, il Consiglio federale ha dovuto contenere l’aumento delle spese in diversi settori. Le misure raggiungono un totale di 1 miliardo di franchi e dovranno proseguire anche nel 2019 e 2020.
Queste misure concernono essenzialmente le spese non vincolate del budget federale. Quasi il 60% delle spese federali sono ormai vincolate, in altre parole già destinate sulla base di leggi e altri impegni. Soltanto il 40% delle spese possono essere influenzate dal Consiglio federale e dal Parlamento a breve termine, vale a dire nel processo budgetario. Il Consiglio federale propone diverse misure, ossia l’adattamento al rincaro per le spese debolmente vincolate, dei tagli nel settore dell’amministrazione e dei tagli mirati nei settori (non vincolati) che sono fortemente aumentati in passato. Delle correzioni nel processo budgetario per 1 miliardo di franchi sono considerevoli, ma indispensabili per rispettare il freno all’indebitamento. Tecnicamente, la maggioranza di esse sono fondate.
Il budget è seguito dal piano finanziario per gli anni 2019-2021, che denota un risultato quasi equilibrato (2019), o addirittura positivo (2020 e 2021). Per il 2021, l’eccedenza prevista si situa a quasi 1 miliardo di franchi.
Per le indicazioni dettagliate relative al budget 2018 e agli anni del piano finanziario 2019-21, economiesuisse si basa sul messaggio relativo al budget 2018 accompagnato da un piano integrato dei compiti e delle finanze 2019-2021 del 23 agosto 2017. Le cifre sono state fissate prima della votazione sulla Previdenza vecchiaia 2020 e non sono state adattate dopo la votazione e nemmeno dopo gli annunci e le decisioni successive a questa data.
Grafico 1
Un deficit ordinario di 13 milioni era inizialmente previsto. Con gli adattamenti successivi al rifiuto della riforma della Previdenza vecchiaia (compreso l’aumento del versamento a favore del FIF), il budget 2018 si chiude attualmente con un saldo finanziario positivo di 103 milioni. Il saldo strutturale prescritto dal freno all’indebitamento passa così da 131 milioni a 247 milioni di franchi. La nuova situazione per il 2018 comporterà anche degli adeguamenti per gli anni successivi.
Nel 2018 l’aumento delle spese sarà del 2,8% (esclusi gli effetti straordinari neutrali in termini di bilancio), ciò che significa una crescita superiore a quella del PIL e delle entrate. In termini percentuali e anche nominali, la crescita sarà – di gran lunga – maggiore per il settore dei trasporti (900 milioni di franchi, ossia +9,8%). Questo aumento è dovuto alla creazione del Fondo per le strade nazionali e il traffico d’agglomerato (FOSTRA) che, insieme al Fondo per l’infrastruttura ferroviaria, creato un anno prima, determina un incremento sostanziale delle spese (e in parte anche delle entrate corrispondenti a seguito degli aumenti d’imposta). Le spese a favore dei trasporti aumenteranno ancora di più (+ 13%) se il Parlamento dovesse accettare, durante la sessione invernale, la proposta del Consiglio federale di destinare al FIF una parte delle risorse inizialmente destinate all’AVS. Un altro settore che concorre a tale incremento, in particolare se si osserva l’arco dei 4 anni trattati nel piano finanziario, è quello della difesa nazionale (+4,1% annuo). L’aumento delle spese per la previdenza sociale del 2,7% (2018) o 3,1% (2017-2021) indicato nel preventivo è troppo elevato, poiché comprende risorse aggiuntive per l’AVS, che verranno meno a seguito del rifiuto della riforma della Previdenza 2020. Mentre calano di quasi un miliardo le spese federali per l’assicurazione invalidità AI (soppressione del finanziamento aggiuntivo mediante l’IVA), quelle per l’assicurazione malattia (riduzione individuale dei premi) e le prestazioni complementari proseguono nel trend degli ultimi anni registrando un aumento sproporzionato, di oltre il 3%. Come per gli anni precedenti, queste cifre sono superiori.
Grafico 2
Nonostante le misure correttive, anche nei prossimi anni il bilancio federale è destinato a crescere. L’aumento è particolarmente forte nel settore dei trasporti e si rafforzerà ulteriormente con il versamento a favore del FIF previsto dal Consiglio federale. A partire dal 2018 le spese per la previdenza sociale cresceranno meno di quanto annunciato, poiché i due aumenti dell’IVA (2018 e 2021) previsti a favore dell’AVS non saranno attuati.
Grafico 3a
Quasi i due terzi delle entrate derivano dalle due «grandi» imposte: l’imposta sul valore aggiunto (33%) e l’imposta federale diretta (30%). Un quinto del gettito dell’IVA è destinato al finanziamento dell’AVS, all’assicurazione malattia e all’infrastruttura ferroviaria.
Grafico 3b
Un terzo delle spese confluisce nella previdenza sociale. Rispetto ai mezzi finanziari della Confederazione, questo gruppo di compiti è di gran lunga il più dispendioso. I trasporti assorbono un volume di spesa del 14%. Con la creazione del Fondo per le strade nazionali e il traffico d’agglomerato (FOSTRA), questo settore registra una forte crescita. Nel 2018 verrà messo a disposizione del trasporto stradale quasi il 30% di risorse in più rispetto al 2017. Nel complesso, praticamente due terzi delle spese federali sono vincolate per legge o per altri obblighi.
Investimenti nonostante l’ammortamento del debito
Una delle critiche regolarmente formulate nei confronti del freno all’indebitamento sarebbe che ostacoli sistematicamente gli investimenti e sarebbe responsabile della debole attività di investimento da parte della Confederazione.
Tuttavia, l’andamento degli investimenti nel preventivo 2018 e per gli anni successivi dimostra il contrario. Rispetto al 2017 gli investimenti sono aumentati di quasi il 20%. La crescita più importante riguarda gli investimenti destinati al settore dei trasporti e dell’energia (FOSTRA e fondo per il supplemento di rete). Il materiale per l’esercito, la cooperazione economica, la formazione e la ricerca, nonché delle opere civili e militari vedranno così le loro risorse aumentare. A livello della Confederazione, la quota degli investimenti è passata dal 13% a oltre il 15%. Nei prossimi anni resterà stabile a questo livello.
L’andamento degli investimenti negli ultimi anni dimostra che la Confederazione ha investito in maniera importante e regolare. Il freno all’indebitamento non ostacola gli investimenti. Nei casi in cui si presentano picchi di investimento saranno trovate delle soluzioni nell’ambito del freno all’indebitamento. È il caso principalmente dei trasporti, con i tre fondi FTP, FIF e FOSTRA. I versamenti della Confederazione a favore di questi fondi sono sottoposti al freno all’indebitamento. Le spese sfuggono talvolta a questo dispositivo, ciò che autorizza puntualmente delle spese elevate, senza escludere gli altri settori di spesa ordinari della Confederazione.
Il Consiglio federale ha esaminato la questione degli investimenti nell’ambito del rapporto «Franco forte e tassi d’interesse bassi: possibilità offerte alla Svizzera» (in risposta al postulato Graber 15.3017). È stata ad esempio valutata l’ipotesi di sfruttare gli attuali tassi d’interesse vantaggiosi per contrarre nuovi debiti nell’ottica di investimenti promettenti. Il rapporto giunge alla conclusione che gli investimenti economicamente necessari e redditizi possono essere realizzati senza finanziamento speciale. Le entrate correnti bastano. Un’attività di investimento continuativa e gestita nell’ambito del budget regolare non solo assicura la sostenibilità del finanziamento ma garantisce anche un controllo a lungo termine dei costi legati agli investimenti. Pertanto, stando alle conclusioni del Consiglio federale, non c’è bisogno di mettere in campo soluzioni speciali.
Grafico 4
Dall’introduzione del freno all’indebitamento, nel 2003, il bilancio federale si è stabilizzato. Dopo numerosi anni di conti negativi, la situazione è radicalmente cambiata. Il freno all’indebitamento rappresenta uno strumento finanziario a cui si guarda con interesse anche dall’estero. Grazie a stime più precise in materia di entrate e al miglioramento dei processi budgetari, le discrepanze tra entrate e uscite nei prossimi anni dovrebbero ridursi.