Legge sulla formazione continua: un buon progetto con alcuni punti da chiarire
La consultazione della Confederazione relativa alla nuova legge sulla formazione continua è terminata. economiesuisse sostiene il progetto in numerosi punti: la responsabilità individuale è mantenuta, lo Stato mantiene un ruolo sussidiario e le competenze da promuovere sono ridotte al minimo. Il progetto va tuttavia al di là dell’obiettivo in alcuni casi.
Secondo economiesuisse, tre assi rivestono grande importanza in relazione alla pianificazione della legge sulla formazione continua:
La responsabilità in materia di formazione continua deve rimanere una competenza di ogni individuo. Egli sa se una formazione continua entra in linea di conto per la propria evoluzione professionale e privata e, se del caso, quale.
La formazione continua deve essere organizzata e proposta innanzitutto dal settore privato. Con la nuova legge non devono sussistere “crowding-out” tra fornitori privati. La Confederazione deve intervenire unicamente quando il mercato non funziona o dove le distorsioni del mercato portano ad abusi.
La legge sulla formazione continua non deve essere una legge di sovvenzioni. Questo significa che un impegno dello Stato è giustificato solo dalla domanda di formazione continua e a titolo sussidiario.
Il progetto di legge federale sulla formazione continua soddisfa in ampia misura queste esigenze. La legge tiene maggiormente conto di determinati problemi. Ad esempio viene toccata la problematica delle distorsioni della concorrenza nel settore della formazione continua. In effetti, oggi succede che alcune alte scuole finanziate attraverso sussidi a livello nazionale possano lanciare delle offerte di formazione continua nettamente più vantaggiose a scapito degli attori privati. Quando esse fissano i prezzi, le istituzioni pubbliche devono anch’esse tener conto dell’integralità dei costi. Il fatto che la nuova legge sulla formazione continua evochi esplicitamente queste distorsioni della concorrenza è una cosa positiva.
Bisogno di ricupero per le competenze di base
La Confederazione ritiene prioritaria l’adozione di misure legate alle competenze di base. In effetti, se una certa percentuale della popolazione (tra il 15% e il 20% secondo le stime) non possiede competenze di base minime questo costituisce un problema economico importante. Le conseguenze sono l’esclusione del mercato del lavoro e altri problemi sociali. (Re)integrare queste persone socialmente e professionalmente attraverso corsi di ricupero o una formazione continua solida deve essere una priorità per i Cantoni e la Confederazione. economiesuisse riconosce che la Confederazione accordi maggiore attenzione a questa tematica.
Nonostante queste note positive, l’organizzazione mantello dell’economia non è d’accordo con il progetto nella sua integralità. Molto spesso, la nuova legislazione non indica chiaramente l’estensione delle competenze e delle possibilità d’intervento della Confederazione. Così, quest’ultima dispone di un potenziale margine di manovra eccessivo per interventi su questioni di formazione continua. Occorre in particolare abolire l’articolo secondo il quale i datori di lavoro del settore pubblico e privato devono promuovere la formazione continua dei loro dipendenti. Una simile formulazione può aprire la porta ad interventi massiccio nell’economia privata.
Una definizione troppo ampia
Anche le competenze di base sono definite in maniera troppo vaga. Esse comprenderebbero l’utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, nonché delle conoscenze di base sui principali diritti e doveri. Si ignora ciò che bisogna comprendere con questo e anche quale sia la percentuale della popolazione che dispone di conoscenze lacunose. Sfortunatamente, il rapporto esplicativo non risponde a queste domande. Questo è pericoloso nella misura in cui la promozione di queste conoscenze può tramutarsi in un pozzo senza fondo. economiesuisse chiede dunque che questo punto sia ritirato dal catalogo dei settori da promuovere. Inoltre, l’organizzazione preconizza di non ampliare ulteriormente questo catalogo.
Infine, sempre secondo economiesuisse, è importante che nell’eventualità in cui dovesse essere creata una conferenza ad hoc, l’economia vi sia rappresentata. La formazione continua è principalmente organizzata dal settore privato. Inoltre, essa si iscrive sovente direttamente in un contesto professionale. Occorre pertanto garantire la partecipazione dell’economia.
Lettera di economiesuisse al Consiglio federale sulla formazione continua
La responsabilità in materia di formazione continua deve rimanere una competenza di ogni individuo. Egli sa se una formazione continua entra in linea di conto per la propria evoluzione professionale e privata e, se del caso, quale.
La formazione continua deve essere organizzata e proposta innanzitutto dal settore privato. Con la nuova legge non devono sussistere “crowding-out” tra fornitori privati. La Confederazione deve intervenire unicamente quando il mercato non funziona o dove le distorsioni del mercato portano ad abusi.
La legge sulla formazione continua non deve essere una legge di sovvenzioni. Questo significa che un impegno dello Stato è giustificato solo dalla domanda di formazione continua e a titolo sussidiario.
Il progetto di legge federale sulla formazione continua soddisfa in ampia misura queste esigenze. La legge tiene maggiormente conto di determinati problemi. Ad esempio viene toccata la problematica delle distorsioni della concorrenza nel settore della formazione continua. In effetti, oggi succede che alcune alte scuole finanziate attraverso sussidi a livello nazionale possano lanciare delle offerte di formazione continua nettamente più vantaggiose a scapito degli attori privati. Quando esse fissano i prezzi, le istituzioni pubbliche devono anch’esse tener conto dell’integralità dei costi. Il fatto che la nuova legge sulla formazione continua evochi esplicitamente queste distorsioni della concorrenza è una cosa positiva.
Bisogno di ricupero per le competenze di base
La Confederazione ritiene prioritaria l’adozione di misure legate alle competenze di base. In effetti, se una certa percentuale della popolazione (tra il 15% e il 20% secondo le stime) non possiede competenze di base minime questo costituisce un problema economico importante. Le conseguenze sono l’esclusione del mercato del lavoro e altri problemi sociali. (Re)integrare queste persone socialmente e professionalmente attraverso corsi di ricupero o una formazione continua solida deve essere una priorità per i Cantoni e la Confederazione. economiesuisse riconosce che la Confederazione accordi maggiore attenzione a questa tematica.
Nonostante queste note positive, l’organizzazione mantello dell’economia non è d’accordo con il progetto nella sua integralità. Molto spesso, la nuova legislazione non indica chiaramente l’estensione delle competenze e delle possibilità d’intervento della Confederazione. Così, quest’ultima dispone di un potenziale margine di manovra eccessivo per interventi su questioni di formazione continua. Occorre in particolare abolire l’articolo secondo il quale i datori di lavoro del settore pubblico e privato devono promuovere la formazione continua dei loro dipendenti. Una simile formulazione può aprire la porta ad interventi massiccio nell’economia privata.
Una definizione troppo ampia
Anche le competenze di base sono definite in maniera troppo vaga. Esse comprenderebbero l’utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, nonché delle conoscenze di base sui principali diritti e doveri. Si ignora ciò che bisogna comprendere con questo e anche quale sia la percentuale della popolazione che dispone di conoscenze lacunose. Sfortunatamente, il rapporto esplicativo non risponde a queste domande. Questo è pericoloso nella misura in cui la promozione di queste conoscenze può tramutarsi in un pozzo senza fondo. economiesuisse chiede dunque che questo punto sia ritirato dal catalogo dei settori da promuovere. Inoltre, l’organizzazione preconizza di non ampliare ulteriormente questo catalogo.
Infine, sempre secondo economiesuisse, è importante che nell’eventualità in cui dovesse essere creata una conferenza ad hoc, l’economia vi sia rappresentata. La formazione continua è principalmente organizzata dal settore privato. Inoltre, essa si iscrive sovente direttamente in un contesto professionale. Occorre pertanto garantire la partecipazione dell’economia.
Lettera di economiesuisse al Consiglio federale sulla formazione continua