Legge sulla for­ma­zio­ne con­ti­nua: un buon pro­get­to con al­cu­ni punti da chia­ri­re

La con­sul­ta­zio­ne della Con­fe­de­ra­zio­ne re­la­ti­va alla nuova legge sulla for­ma­zio­ne con­ti­nua è ter­mi­na­ta. eco­no­mie­suis­se so­stie­ne il pro­get­to in nu­me­ro­si punti: la re­spon­sa­bi­li­tà in­di­vi­dua­le è man­te­nu­ta, lo Stato man­tie­ne un ruolo sus­si­dia­rio e le com­pe­ten­ze da pro­muo­ve­re sono ri­dot­te al mi­ni­mo. Il pro­get­to va tut­ta­via al di là del­l’o­biet­ti­vo in al­cu­ni casi.
Se­con­do eco­no­mie­suis­se, tre assi ri­ve­sto­no gran­de im­por­tan­za in re­la­zio­ne alla pia­ni­fi­ca­zio­ne della legge sulla for­ma­zio­ne con­ti­nua:

La re­spon­sa­bi­li­tà in ma­te­ria di for­ma­zio­ne con­ti­nua deve ri­ma­ne­re una com­pe­ten­za di ogni in­di­vi­duo. Egli sa se una for­ma­zio­ne con­ti­nua entra in linea di conto per la pro­pria evo­lu­zio­ne pro­fes­sio­na­le e pri­va­ta e, se del caso, quale.

La for­ma­zio­ne con­ti­nua deve es­se­re or­ga­niz­za­ta e pro­po­sta in­nan­zi­tut­to dal set­to­re pri­va­to. Con la nuova legge non de­vo­no sus­si­ste­re “cro­w­ding-out” tra for­ni­to­ri pri­va­ti. La Con­fe­de­ra­zio­ne deve in­ter­ve­ni­re uni­ca­men­te quan­do il mer­ca­to non fun­zio­na o dove le di­stor­sio­ni del mer­ca­to por­ta­no ad abusi.

La legge sulla for­ma­zio­ne con­ti­nua non deve es­se­re una legge di sov­ven­zio­ni. Que­sto si­gni­fi­ca che un im­pe­gno dello Stato è giu­sti­fi­ca­to solo dalla do­man­da di for­ma­zio­ne con­ti­nua e a ti­to­lo sus­si­dia­rio.

Il pro­get­to di legge fe­de­ra­le sulla for­ma­zio­ne con­ti­nua sod­di­sfa in ampia mi­su­ra que­ste esi­gen­ze. La legge tiene mag­gior­men­te conto di de­ter­mi­na­ti pro­ble­mi. Ad esem­pio viene toc­ca­ta la pro­ble­ma­ti­ca delle di­stor­sio­ni della con­cor­ren­za nel set­to­re della for­ma­zio­ne con­ti­nua. In ef­fet­ti, oggi suc­ce­de che al­cu­ne alte scuo­le fi­nan­zia­te at­tra­ver­so sus­si­di a li­vel­lo na­zio­na­le pos­sa­no lan­cia­re delle of­fer­te di for­ma­zio­ne con­ti­nua net­ta­men­te più van­tag­gio­se a sca­pi­to degli at­to­ri pri­va­ti. Quan­do esse fis­sa­no i prez­zi, le isti­tu­zio­ni pub­bli­che de­vo­no an­ch’es­se tener conto del­l’in­te­gra­li­tà dei costi. Il fatto che la nuova legge sulla for­ma­zio­ne con­ti­nua evo­chi espli­ci­ta­men­te que­ste di­stor­sio­ni della con­cor­ren­za è una cosa po­si­ti­va.

Bi­so­gno di ri­cu­pe­ro per le com­pe­ten­ze di base
La Con­fe­de­ra­zio­ne ri­tie­ne prio­ri­ta­ria l’a­do­zio­ne di mi­su­re le­ga­te alle com­pe­ten­ze di base. In ef­fet­ti, se una certa per­cen­tua­le della po­po­la­zio­ne (tra il 15% e il 20% se­con­do le stime) non pos­sie­de com­pe­ten­ze di base mi­ni­me que­sto co­sti­tui­sce un pro­ble­ma eco­no­mi­co im­por­tan­te. Le con­se­guen­ze sono l’e­sclu­sio­ne del mer­ca­to del la­vo­ro e altri pro­ble­mi so­cia­li. (Re)in­te­gra­re que­ste per­so­ne so­cial­men­te e pro­fes­sio­nal­men­te at­tra­ver­so corsi di ri­cu­pe­ro o una for­ma­zio­ne con­ti­nua so­li­da deve es­se­re una prio­ri­tà per i Can­to­ni e la Con­fe­de­ra­zio­ne. eco­no­mie­suis­se ri­co­no­sce che la Con­fe­de­ra­zio­ne ac­cor­di mag­gio­re at­ten­zio­ne a que­sta te­ma­ti­ca.

No­no­stan­te que­ste note po­si­ti­ve, l’or­ga­niz­za­zio­ne man­tel­lo del­l’e­co­no­mia non è d’ac­cor­do con il pro­get­to nella sua in­te­gra­li­tà. Molto spes­so, la nuova le­gi­sla­zio­ne non in­di­ca chia­ra­men­te l’e­sten­sio­ne delle com­pe­ten­ze e delle pos­si­bi­li­tà d’in­ter­ven­to della Con­fe­de­ra­zio­ne. Così, que­st’ul­ti­ma di­spo­ne di un po­ten­zia­le mar­gi­ne di ma­no­vra ec­ces­si­vo per in­ter­ven­ti su que­stio­ni di for­ma­zio­ne con­ti­nua. Oc­cor­re in par­ti­co­la­re abo­li­re l’ar­ti­co­lo se­con­do il quale i da­to­ri di la­vo­ro del set­to­re pub­bli­co e pri­va­to de­vo­no pro­muo­ve­re la for­ma­zio­ne con­ti­nua dei loro di­pen­den­ti. Una si­mi­le for­mu­la­zio­ne può apri­re la porta ad in­ter­ven­ti mas­sic­cio nel­l’e­co­no­mia pri­va­ta.

Una de­fi­ni­zio­ne trop­po ampia
Anche le com­pe­ten­ze di base sono de­fi­ni­te in ma­nie­ra trop­po vaga. Esse com­pren­de­reb­be­ro l’u­ti­liz­zo delle tec­no­lo­gie del­l’in­for­ma­zio­ne e della co­mu­ni­ca­zio­ne, non­ché delle co­no­scen­ze di base sui prin­ci­pa­li di­rit­ti e do­ve­ri. Si igno­ra ciò che bi­so­gna com­pren­de­re con que­sto e anche quale sia la per­cen­tua­le della po­po­la­zio­ne che di­spo­ne di co­no­scen­ze la­cu­no­se. Sfor­tu­na­ta­men­te, il rap­por­to espli­ca­ti­vo non ri­spon­de a que­ste do­man­de. Que­sto è pe­ri­co­lo­so nella mi­su­ra in cui la pro­mo­zio­ne di que­ste co­no­scen­ze può tra­mu­tar­si in un pozzo senza fondo. eco­no­mie­suis­se chie­de dun­que che que­sto punto sia ri­ti­ra­to dal ca­ta­lo­go dei set­to­ri da pro­muo­ve­re. Inol­tre, l’or­ga­niz­za­zio­ne pre­co­niz­za di non am­plia­re ul­te­rior­men­te que­sto ca­ta­lo­go.

In­fi­ne, sem­pre se­con­do eco­no­mie­suis­se, è im­por­tan­te che nel­l’e­ven­tua­li­tà in cui do­ves­se es­se­re crea­ta una con­fe­ren­za ad hoc, l’e­co­no­mia vi sia rap­pre­sen­ta­ta. La for­ma­zio­ne con­ti­nua è prin­ci­pal­men­te or­ga­niz­za­ta dal set­to­re pri­va­to. Inol­tre, essa si iscri­ve so­ven­te di­ret­ta­men­te in un con­te­sto pro­fes­sio­na­le. Oc­cor­re per­tan­to ga­ran­ti­re la par­te­ci­pa­zio­ne del­l’e­co­no­mia.

 

Let­te­ra di eco­no­mie­suis­se al Con­si­glio fe­de­ra­le sulla for­ma­zio­ne con­ti­nua