Prezzi dell'elettricità: aumenti temporanei minacciano la piazza industriale svizzera
Su richiesta di economiesuisse, il Centro di ricerche congiunturali del Politecnico federale di Zurigo (KOF) ha fatto il punto sulla situazione attuale delle ricerche relative alla reazione della domanda in caso di aumento dei prezzi dell’elettricità. Ne è scaturito che i forti aumenti di prezzo temporanei non provocano una diminuzione del consumo, ma indeboliscono soprattutto la competitività. Le imprese reagiscono migliorando l’efficienza energetica a lungo termine.
L’uscita dal nucleare comporterebbe una netta diminuzione dell’offerta di elettricità in Svizzera. La decisione del governo tedesco di sospendere momentaneamente la produzione di sette centrali nucleari ha provocato un aumento del prezzo dell’elettricità a metà marzo del 20% circa. Per la Svizzera l’uscita dal nucleare, richiesta dalla sinistra e dai Verdi, comporterebbe una diminuzione massiccia dell’offerta durante la stagione invernale. Il tasso di autoapprovvigionamento diminuirebbe del 40% in gennaio e i prezzi aumenterebbero vertiginosamente. Alcuni esigono inoltre l’introduzione di una tassa sull’elettricità allo scopo di promuovere un miglioramento dell’efficacia energetica.
economiesuisse ha dunque dato mandato al KOF di stabilire la correlazione tra gli aumenti di prezzo e la modifica del consumo sulla base della letteratura economica e scientifica esistente. I risultati sono relativamente chiari: gli aumenti di prezzo a breve termine provocano solo una leggera modifica della domanda in un lasso di tempo che va fino a dodici mesi. Le stime relative alle reazioni a lungo termine mostrano che l’elasticità dei prezzi della domanda resta nettamente inferiore a 1 secondo i segmenti di consumatori, ciò che indica una certa rigidità. Le modifiche di prezzi a lungo termine devono essere relativamente importanti per influenzare la domanda in maniera sostanziale. In generale, le imprese riescono a ridurre i consumi attraverso un aumento degli investimenti nell’efficienza energetica.
Nessun adattamento indolore
Nella realtà, l’adattamento delle imprese agli aumenti di prezzo dell’elettricità non avviene senza problemi. Le cifre presentate in occasione della conferenza stampa di economiesuisse dello scorso 17 maggio lo attestano. Un aumento del prezzo dell’elettricità di 1 centesimo per kilowattora (kWh) comporta, per le imprese con importanti consumi di energia con sede in Svizzera, 36 milioni di franchi di costi supplementari – ciò che corrisponde al costo di oltre 400 impieghi. In altre parole, un aumento di 1 centesimo per kWh corrisponde a un aumento della massa salariale dello 0,5% nell’industria chimica e farmaceutica. Le imprese confrontate alla concorrenza internazionale dispongono solo di un debole margine per compensare forti aumenti di prezzo attraverso un miglioramento dell’efficienza energetica. Allo scopo di evitare di essere isolate dal mercato, esse trasferiranno la produzione in paesi meno onerosi.
Secondo economiesuisse, non ha senso prendere decisioni affrettate nel settore della politica energetica. Occorre piuttosto cercare di concepire una strategia di politica energetica globale basata su criteri chiaramente stabiliti. E questo richiede tempo.
economiesuisse ha dunque dato mandato al KOF di stabilire la correlazione tra gli aumenti di prezzo e la modifica del consumo sulla base della letteratura economica e scientifica esistente. I risultati sono relativamente chiari: gli aumenti di prezzo a breve termine provocano solo una leggera modifica della domanda in un lasso di tempo che va fino a dodici mesi. Le stime relative alle reazioni a lungo termine mostrano che l’elasticità dei prezzi della domanda resta nettamente inferiore a 1 secondo i segmenti di consumatori, ciò che indica una certa rigidità. Le modifiche di prezzi a lungo termine devono essere relativamente importanti per influenzare la domanda in maniera sostanziale. In generale, le imprese riescono a ridurre i consumi attraverso un aumento degli investimenti nell’efficienza energetica.
Nessun adattamento indolore
Nella realtà, l’adattamento delle imprese agli aumenti di prezzo dell’elettricità non avviene senza problemi. Le cifre presentate in occasione della conferenza stampa di economiesuisse dello scorso 17 maggio lo attestano. Un aumento del prezzo dell’elettricità di 1 centesimo per kilowattora (kWh) comporta, per le imprese con importanti consumi di energia con sede in Svizzera, 36 milioni di franchi di costi supplementari – ciò che corrisponde al costo di oltre 400 impieghi. In altre parole, un aumento di 1 centesimo per kWh corrisponde a un aumento della massa salariale dello 0,5% nell’industria chimica e farmaceutica. Le imprese confrontate alla concorrenza internazionale dispongono solo di un debole margine per compensare forti aumenti di prezzo attraverso un miglioramento dell’efficienza energetica. Allo scopo di evitare di essere isolate dal mercato, esse trasferiranno la produzione in paesi meno onerosi.
Secondo economiesuisse, non ha senso prendere decisioni affrettate nel settore della politica energetica. Occorre piuttosto cercare di concepire una strategia di politica energetica globale basata su criteri chiaramente stabiliti. E questo richiede tempo.