# 01 / 2018
17.01.2018

Strategia di politica economica esterna della Svizzera: richieste dell'economia

Il benessere svizzero dipende da un'economia esterna competitiva

Nella concorrenza internazionale ogni centesimo conta

La notizia aveva scosso tutti i direttori di imprese in Svizzera: il 15 gennaio 2015 la Banca nazionale aveva abolito la soglia minima di cambio con l'euro e quale conseguenza il franco ha segnato un maxi-rialzo rispetto ad altre valute. Di colpo, all'estero servizi e prodotti di imprese svizzere sono diventati più costosi. Per i clienti cinesi, ad esempio, improvvisamente le molle di metallo della ditta Baumann costavano il 18% in più. Questa società realizza oltre la metà della sua cifra d'affari all'estero, di cui più del 10% in Cina.

Questo repentino e massiccio aumento dei prezzi è stato un grande svantaggio nella corsa alla conquista di questo promettente mercato in crescita. Un vantaggio di questa società rispetto ai concorrenti europei e americani che è pesato sulla bilancia: nel 2013, la Svizzera è stata il primo paese del continente europeo a concludere un accordo di libero scambio con la Cina. A differenza dei suoi concorrenti, da allora l'impresa beneficia di una progressiva riduzione graduale dei dazi doganali: se nel 2013 doveva pagare ancora il 7% sui suoi prodotti, oggi questi sono diminuiti al 4,7%. Nel 2028 l’impresa potrà perfino esportare questi prodotti senza pagare dei dazi doganali.

Importanza della politica esterna per la Svizzera

L'accordo di libero scambio con la Cina è un grande successo della politica economica esterna della Svizzera. Una cifra traduce l’importanza di questa politica per il benessere della Svizzera: guadagniamo due franchi su cinque all’estero. Il valore aggiunto esportato con beni e servizi rappresenta il 40% del valore aggiunto lordo svizzero. Contrariamente alle cifre relative all'esportazione della statistica delle dogane, il valore aggiunto esportato non contiene prestazioni preliminari che le imprese svizzere hanno acquistato all'estero. Si tratta del valore creato direttamente in Svizzera. Come mostra il grafico 1, nel confronto internazionale il 40% è una quota eccezionalmente elevata.

Grafico 1

In Svizzera, il 40% del valore aggiunto lordo proviene dalle esportazioni. Il nostro paese occupa così una posizione ai vertici nel confronto internazionale.

Risulta in particolare evidente che molte PMI svizzere realizzano le proprie cifre d'affari grazie a transazioni all'estero. Delle oltre 24 000 imprese esportatrici in Svizzera, oltre il 90% sono PMI. Questo dimostra che si tratta di imprese estremamente innovative e competitive, poiché devono imporsi ogni giorno contro numerosi concorrenti esteri. È però anche un segnale di quanto sia importante disporre di una strategia di politica economica esterna ponderata che offra a queste imprese condizioni quadro ottimali in Svizzera e all'estero. A differenza di imprese più grandi, quelle più piccole non possono infatti costituire sedi in diverse regioni del mondo e spostare le attività commerciali da una sede all'altra a seconda dello sviluppo. 

Ritratto della politica esterna svizzera

Ma quali sono le imprese che stanno dietro al successo di una politica esterna fiorente? La Svizzera si contraddistingue per un gran numero di settori attivi nel ramo delle esportazioni, ciò che rappresenta un grande vantaggio, poiché una crisi in un singolo settore influisce in modo meno incisivo sull'intera economia. Un terzo delle entrate lorde nel commercio estero è generato dalle società di servizi, due terzi dall'industria (cf.grafico 2). Il ramo più importante delle esportazioni in termini di cifra d'affari è l'industria chimica e farmaceutica. Nel 2016 le imprese di questo ramo hanno generato all'estero entrate per un valore di 94 miliardi di franchi, ciò che corrisponde a una quota del 29% del totale delle esportazioni di merci e servizi svizzeri. Le imprese dell'industria delle macchine, degli equipaggiamenti elettrici e dei metalli (industrie MEM) e quelle dell’orologeria seguono rispettivamente al secondo e terzo rango. I servizi finanziari occupano la quarta posizione.

Grafico 2

Nel 2016, i servizi rappresentavano un terzo delle esportazioni totali – tendenza al rialzo – e le merci i due terzi.

L'analisi per settore mostra inoltre che nel periodo 2012 – 2016 l'industria chimica e farmaceutica ha avuto un aumento delle esportazioni superiore alla media. Nello stesso periodo, anche l'industria orologiera ha esportato molto e consolidato la sua posizione. È importante anche l'industria MEM: le esportazioni in questo periodo hanno avuto in media una leggera flessione, ma nel 2016 sono nuovamente aumentate. 

Colpisce inoltre la crescente importanza delle esportazioni di servizi. Negli ultimi anni le imprese di questo settore hanno addirittura contribuito in modo leggermente superiore all'aumento globale delle esportazioni rispetto alle merci. Questo contributo notevole si spiega in parte con l'aumento della domanda estera di prestazioni TIC e di servizi aziendali svizzeri.