# 6 / 2022
30.06.2022

Lezioni tratte dalla pandemia di covid

1 Un paese in modalità crisi

Il 25 febbraio 2020 la Svizzera scopre un primo caso confermato di covid-19. Un comunicato stampa dell’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) nota allora che «il nuovo coronavirus rappresenta attualmente solo un rischio moderato per la popolazione svizzera». Nessuno in Svizzera immagina ciò che succederà nelle settimane e mesi successivi. In un primo tempo, la situazione è paragonata all’influenza suina del 2009, rimasta nei ricordi come pandemia benigna dalle conseguenze sociali moderate. Ma il seguito è tutt’altro: il 16 marzo 2020, il Consiglio federale impone un vasto lockdown.

In seguito bisogna dire che, nel confronto internazionale, il nostro paese ha attraversato abbastanza bene la crisi. Sia per quanto concerne il livello di misure, sia il numero di decessi, l’onere sul sistema sanitario o la perdita economica, la Svizzera si trova in posizione solida, anzi molto buona tra i paesi occidentali. L’economia, in particolare, ha resistito meglio alla crisi sanitaria rispetto a nazioni comparabili. Misurando il danno economico al potenziale di crescita non sfruttato e all’impulso fiscale dello Stato, si ottiene un deficit di circa 70 miliardi di franchi. Da sola, la perdita di crescita durante i due anni di crisi corrisponde a circa il 6% del prodotto interno lordo del 2019. In percentuale, questa diminuzione è stata nettamente più forte in quasi tutti i paesi di riferimento – raggiungendo anche più del doppio (cf. grafico). Soltanto la Danimarca è qui comparabile alla Svizzera.

L’evoluzione economica piuttosto favorevole in Svizzera è probabilmente dovuta a tre fattori principali. In primo luogo, le restrizioni legate alla pandemia sono state molto più moderate che all’estero. Alcuni studi hanno stabilito un legame tra la severità delle misure e lo sviluppo economico¹. Secondo, sono state messe a disposizione ampie misure di sostegno. Le indennità per il lavoro a tempo ridotto hanno così sostenuto il consumo, mentre gli aiuti finanziari hanno evitato conseguenze dannose. Terzo, il mix di settori presenti nell’economia svizzera e la loro esperienza delle crisi hanno pure avuto un effetto positivo. Il turismo, ad esempio, specialmente toccato dalla pandemia, non rappresenta che una piccola parte della prestazione economica svizzera. Dall’altra parte, il settore farmaceutico, proporzionalmente importante, è stato meno colpito.

Il fardello sociale e le perdite economiche hanno raggiunto livelli storici e la Svizzera non ha superato tutti i punti del test di resistenza covid. Sono stati commessi degli errori ed evidenziati una mancanza di preparazione e costatate alcune insufficienze. Pertanto, occorre analizzare più nel dettaglio l’efficacia e l’efficienza delle misure prese e determinare ciò che può essere migliorato nell’eventualità di una prossima epidemia o di una crisi analoga.

I mezzi utilizzati devono essere valutati rispetto agli obiettivi definiti preliminarmente. Nel caso della pandemia di covid-19, l’obiettivo primario della politica svizzera è stato ed è ancora quello di evitare di sovraccaricare il sistema sanitario. A tale proposito sembra vi sia un consenso sociale implicito. Ciò non deve far dimenticare un secondo obiettivo importante: i costi economici e sociali delle misure di attenuazione devono restare al livello più basso possibile. Tuttavia, questo non si applica necessariamente ad ogni epidemia. Può così accadere che l’obiettivo primario non sia quello di evitare di sovraccaricare il sistema sanitario, bensì di prevenire qualsiasi contagio al virus, ad esempio se il rischio di esito fatale è considerevolmente più elevato. Oppure, se un virus è ampiamente inoffensivo ma nettamente più contagioso, di garantire il miglior funzionamento dell’infrastruttura e dell’economia cercando di ripartire le ondate di contagio, in modo da evitare il cumulo di un numero troppo grande di interruzioni del lavoro a seguito di malattia.

Gli ultimi due anni e mezzo hanno mostrato i punti forti, ma anche i punti deboli della gestione della crisi «alla svizzera». Se il paese funziona bene in modalità amministrativa, ma meno bene in modalità di crisi. Ha quindi cercato principalmente di risolvere la crisi delle strutture esistenti lavorando molto più velocemente all’interno di queste. Ora, si tratta di trarre un bilancio. Il presente dossierpolitica riassume le principali lezioni tratte dalla lotta contro questa pandemia e ne ricava delle raccomandazioni per il futuro. Il nostro riassunto non costituisce una lista esaustiva, ma riflette i punti essenziali dal punto di vista dell’economia, senza entrare nei dettagli. Le spiegazioni fornite si concentrano sul lavoro delle autorità. Non affronteremo né la proporzionalità né l’efficacia delle restrizioni imposte. Numerosi studi scientifici in corso coprono già questi aspetti.