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Ini­zia­ti­va con­tro la di­sper­sio­ne degli in­se­dia­men­ti: No a que­sto pro­get­to dan­no­so e su­per­fluo

Il 10 feb­bra­io, gli sviz­ze­ri sa­ran­no chia­ma­ti a vo­ta­re sul­l’i­ni­zia­ti­va con­tro la di­sper­sio­ne degli in­se­dia­men­ti. L’in­ten­to del pro­get­to è di con­ge­la­re la su­per­fi­cie to­ta­le delle zone edi­fi­ca­bi­li in Sviz­ze­ra allo stato at­tua­le e a tempo in­de­ter­mi­na­to. Esso sta­bi­li­sce che in fu­tu­ro si po­treb­be­ro crea­re nuove zone edi­fi­ca­bi­li solo se da qual­che altra parte si pro­ce­de al co­sid­det­to “de­zo­na­men­to” di una su­per­fi­cie di di­men­sio­ni ugua­li con lo stes­so red­di­to agri­co­lo. Il Con­si­glio fe­de­ra­le e il Par­la­men­to rac­co­man­da­no a Po­po­lo e Can­to­ni di re­spin­ge­re l’i­ni­zia­ti­va e ri­nun­cia­no a un con­tro­pro­get­to. L’og­get­to è stato boc­cia­to net­ta­men­te da en­tram­be le Ca­me­re fe­de­ra­li, per­ché è estre­mo e con­tro­pro­du­cen­te. Ecco i 5 mo­ti­vi prin­ci­pa­li per dire no.

Il 10 feb­bra­io la Sviz­ze­ra si espri­me­rà sul­l’i­ni­zia­ti­va con­tro la di­sper­sio­ne degli in­se­dia­men­ti, il cui obiet­ti­vo prin­ci­pa­le è di con­ge­la­re allo stato at­tua­le le zone edi­fi­ca­bi­li di tutto il Paese. In fu­tu­ro, se un Co­mu­ne vorrà ag­giun­ge­re delle zone edi­fi­ca­bi­li, dovrà com­pen­sar­le to­glien­do da un’al­tra zona una su­per­fi­cie di va­lo­re al­me­no equi­va­len­te (de­zo­na­men­to). Inol­tre, l’i­ni­zia­ti­va chie­de alla Con­fe­de­ra­zio­ne di pro­muo­ve­re uno svi­lup­po degli in­se­dia­men­ti so­ste­ni­bi­le e den­si­fi­ca­to, ca­rat­te­riz­za­to da forme abi­ta­ti­ve e la­vo­ra­ti­ve in strut­tu­re di di­men­sio­ni ri­dot­te con vie di co­mu­ni­ca­zio­ne brevi.

NO a una pia­ni­fi­ca­zio­ne del ter­ri­to­rio ri­gi­da e con­tro­pro­du­cen­te

L’at­tua­le Legge fe­de­ra­le sulla pia­ni­fi­ca­zio­ne del ter­ri­to­rio (LPT) frena già la di­sper­sio­ne degli in­se­dia­men­ti. In­fat­ti, sta­bi­li­sce che le di­men­sio­ni delle aree edi­fi­ca­bi­li non pos­sa­no su­pe­ra­re il fab­bi­so­gno pre­vi­sto per i suc­ces­si­vi 15 anni, ciò che ha già com­por­ta­to il de­clas­sa­men­to di in­nu­me­re­vo­li par­ti­cel­le edi­fi­ca­bi­li. Già oggi, nuovi az­zo­na­men­ti sono pos­si­bi­li solo ri­spet­tan­do se­ve­re con­di­zio­ni. Ac­co­glien­do l’i­ni­zia­ti­va, la Sviz­ze­ra ri­schia di darsi un orien­ta­men­to ri­gi­do e con­tro­pro­du­cen­te in ma­te­ria di pia­ni­fi­ca­zio­ne ter­ri­to­ria­le.

NO alla messa a ri­schio dei gran­di pro­get­ti in­fra­strut­tu­ra­li

L’ap­pli­ca­zio­ne del­l’i­ni­zia­ti­va con­tro la di­sper­sio­ne degli in­se­dia­men­ti ri­met­te­reb­be in di­scus­sio­ne la co­stru­zio­ne di in­fra­strut­tu­re pub­bli­che. In Sviz­ze­ra non si rea­liz­za­no uni­ca­men­te delle case uni­fa­mi­lia­ri, ma anche edi­fi­ci sco­la­sti­ci o linee fer­ro­via­rie. L’i­ni­zia­ti­va col­pi­sce tutto il set­to­re degli in­se­dia­men­ti e li­mi­ta quin­di tutte le pos­si­bi­li in­fra­strut­tu­re ne­ces­sa­rie per abi­ta­re o la­vo­ra­re, per il tempo li­be­ro, l’i­stru­zio­ne e la mo­bi­li­tà.

NO a un'i­ni­zia­ti­va che mi­nac­cia le PMI e l'in­du­stria 

L’i­ni­zia­ti­va cau­se­reb­be inol­tre una pe­nu­ria di aree re­si­den­zia­li e com­mer­cia­li. PMI e im­pre­se in­du­stria­li non po­treb­be­ro quasi più svi­lup­par­si ul­te­rior­men­te nelle pro­prie sedi. Pro­ba­bil­men­te i fau­to­ri del­l’i­ni­zia­ti­va non hanno con­si­de­ra­to le con­se­guen­ze delle loro ri­ven­di­ca­zio­ni sul­l’e­co­no­mia.

NO ad af­fit­ti più cari

Il con­ge­la­men­to delle zone edi­fi­ca­bi­li fa­reb­be sa­li­re i prez­zi dei ter­re­ni – e di con­se­guen­za anche i prez­zi degli im­mo­bi­li re­si­den­zia­li e com­mer­cia­li. È pre­ve­di­bi­le che que­sto svi­lup­po non in­te­res­si solo gli in­ve­sti­to­ri e i pro­prie­ta­ri di case, ma si­cu­ra­men­te anche gli in­qui­li­ni, che si ri­tro­ve­ran­no con­fron­ta­ti al­l’au­men­to dei prez­zi degli af­fit­ti. L’ap­pli­ca­zio­ne del­l’i­ni­zia­ti­va ri­dur­rà la di­spo­ni­bi­li­tà di ter­re­ni edi­fi­ca­bi­li so­prat­tut­to nelle zone più am­bi­te dei cen­tri città, dove i prez­zi po­treb­be­ro lie­vi­ta­re an­co­ra più ve­lo­ce­men­te. Chi ha i soldi per per­met­ter­se­lo, potrà con­ti­nua­re ad abi­ta­re in città, men­tre tutti gli altri sa­ran­no con­fi­na­ti in pe­ri­fe­ria.

NO a un'i­ni­zia­ti­va che igno­ra il fe­de­ra­li­smo

L’i­ni­zia­ti­va con­tro la di­sper­sio­ne degli in­se­dia­men­ti sta­bi­li­sce un con­cet­to cen­tra­li­sti­co del ter­ri­to­rio, che non tiene conto delle di­ver­se esi­gen­ze delle dif­fe­ren­ti re­gio­ni geo­gra­fi­che della Sviz­ze­ra. Essa pro­vo­ca delle in­giu­sti­zie, per­ché igno­ra le sin­go­le pe­cu­lia­ri­tà re­gio­na­li o can­to­na­li. Ogni Can­to­ne è di­ver­so e ogni Co­mu­ne ha le pro­prie ne­ces­si­tà. Sa­reb­be al­ta­men­te ini­quo pre­mia­re quei Co­mu­ni che in pas­sa­to hanno pro­ce­du­to ad az­zo­na­men­ti ec­ces­si­vi, men­tre tutti gli altri sa­reb­be­ro san­zio­na­ti.
Im­por­re uno stop ge­ne­ra­le e a tempo in­de­ter­mi­na­to ai nuovi in­se­dia­men­ti, senza con­si­de­ra­re la dif­fe­ren­za tra re­gio­ni di mon­ta­gna e zone ur­ba­ne, è ir­rea­li­sti­co e dan­no­so. Una po­li­ti­ca del ge­ne­re pre­mie­reb­be al­cu­ni Can­to­ni e ne pu­ni­reb­be altri. È chia­ro che le ne­ces­si­tà di svi­lup­po degli in­se­dia­men­ti non siano le stes­se a Por­ren­truy, Gi­ne­vra, Berna, Gla­ro­na, Zu­ri­go o Bel­lin­zo­na. Una pro­po­sta che non tiene conto di que­sta real­tà non ha senso in Sviz­ze­ra.

Per tutti que­sti mo­ti­vi, l’as­so­cia­zio­ne man­tel­lo del­l’e­co­no­mia, eco­no­mie­suis­se, re­spin­ge l’i­ni­zia­ti­va con­tro la di­sper­sio­ne degli in­se­dia­men­ti e per il 10 feb­bra­io rac­co­man­da un chia­ro no.
 

Mag­gio­ri In­for­ma­zio­ni: dos­sier po­li­ti­ca 12 / 2018