Un’iniziativa sulla speculazione particolarmente dannosa
Più gli attori coinvolti nella formazione dei prezzi su un mercato sono numerosi, meglio funziona questo processo – di questo è convinto Rolf Stahel. In qualità di direttore finanziario della società Reinhart a Winterthur, attiva da decenni nel commercio del cotone, egli vede quotidianamente l’effetto stabilizzatore degli investitori finanziari. Al mattino, quando gli investitori statunitensi dormono ancora, i prezzi sul mercato mondiale sono molto più instabili.
Mercoledì 10 febbraio, durante il dibattito organizzato da ICC Switzerland in collaborazione con economiesuisse al Volkshaus di Zurigo, l’impatto della speculazione sui mercati delle materie prime era al centro dell’attenzione. È subito apparso che i pareri erano molto divergenti. Lewin Lempert, rappresentante dei Giovani socialisti, ha evidenziato i danni importanti provocati dai picchi di prezzo a breve termine che gli investitori accentuerebbero con un effetto di massa. Questi picchi causerebbero delle carestie che colpirebbero milioni di individui. Christian Jörg del Commodity Club Switzerland ha contestato la relazione tra piazze borsistiche per derivati sulle materie prime e i mercati fisici. Secondo lui, né il contadino ucraino né il mugnaio del Bangladesh sono toccati dai movimenti alla borsa di Chicago.
I contadini hanno bisogno di coprire i loro rischi
Hansjörg Walter, consigliere nazionale UDC, ha sottolineato che dal punto di vista dei contadini non vi è nessuna ragione per vietare totalmente gli investimenti finanziari. Il presidente onorario dell’Unione svizzera dei contadini ha spiegato che un contadino in un paese in via di sviluppo ha altre preoccupazioni: egli ha bisogno di conoscenze tecniche, di un buon accesso al mercato e della possibilità di potersi proteggere contro un pessimo raccolto. Hansjörg Walter ritiene che l’iniziativa dei Giovani socialisti non sia lo strumento adeguato per combattere la fame nel mondo.
Il pubblicista ed economista Markus Mugglin, autore di uno studio ampiamente favorevole all’iniziativa contro la speculazione realizzato per l’Alliance Sud, ha ammesso che l’orientamento dell’iniziativa non è perfetto. Egli ha tuttavia anche rimproverato al Consiglio federale, al Parlamento e al settore delle materie prime una mancanza di sensibilizzazione al problema. Benché altri paesi abbiano riconosciuto da tempo che occorrano delle misure, il dibattito si è fatto attendere e le reazioni sono particolarmente difensive.
Timori attorno alle perdite di entrate fiscali a Zugo e Ginevra
I partecipanti a questo vivace dibattito, animato da Davide Scruzzi redattore presso la NZZ, non erano d’accordo sulle conseguenze dell’iniziativa per l’economia svizzera. Mentre i Giovani socialisti parlavano di «venti impieghi in pericolo al massimo», gli oppositori sono convinti che la regolamentazione richiesta comporterebbe la partenza all’estero di numerosi grandi commercianti di materie prime.
Christian Jörg ha sottolineato che non è affatto possibile distinguere le transazioni a termine autorizzate da quelle vietate. E siccome il divieto concernerebbe solo la Svizzera, i commercianti sarebbero invogliati a lasciare il paese. Questo avrebbe soprattutto ripercussioni nei cantoni di Zugo e Ginevra – e in tutti gli altri attraverso la perequazione finanziaria cantonale.