Per una svol­ta ener­ge­ti­ca senza esplo­sio­ne dei costi

eco­no­mie­suis­se so­stie­ne l’i­dea di una svol­ta ener­ge­ti­ca e ri­spet­ta la vo­lon­tà po­li­ti­ca di usci­re dal nu­clea­re del­l’at­tua­le ge­ne­ra­zio­ne. Fatta que­sta pre­mes­sa, oc­cor­re ren­der­si conto che il sole e il vento sono an­co­ra lungi dal poter so­sti­tui­re l’e­let­tri­ci­tà pro­dot­ta dalle cen­tra­li nu­clea­ri. Prima che l’e­ner­gia eo­li­ca e so­la­re di­ven­ti­no sfrut­ta­bi­li su vasta scala, do­vran­no es­se­re su­pe­ra­ti un certo nu­me­ro di osta­co­li. Si trat­ta, tra l’al­tro, di met­te­re in fun­zio­ne una “rete elet­tri­ca in­tel­li­gen­te” e di tro­va­re so­lu­zio­ni per im­ma­gaz­zi­na­re più ef­fi­ca­ce­men­te que­ste ener­gie pro­dot­te in ma­nie­ra in­ter­mit­ten­te. In at­te­sa di ciò, il no­stro paese dovrà ri­cor­re­re ad altre fonti, tra cui in primo luogo le cen­tra­li com­bi­na­te a gas, di cui al­cu­ne sono si­tua­te in Sviz­ze­ra.
​Al pari di quan­to si os­ser­va già ora in Ger­ma­nia, oc­cor­re at­ten­der­si che l’u­sci­ta dal nu­clea­re in Sviz­ze­ra sia ac­com­pa­gna­ta da un au­men­to delle emis­sio­ni di CO2. Que­sto va con­tro l’in­ten­zio­ne del Con­si­glio fe­de­ra­le di ri­dur­re entro il 2050 que­ste emis­sio­ni di due terzi. Il go­ver­no pensa di ri­sol­ve­re que­sto gran­de di­lem­ma me­dian­te un rin­ca­ro mas­sic­cio del­l’e­ner­gia. Que­sto in­ci­ta­men­to a ri­spar­mia­re do­vreb­be, nelle in­ten­zio­ni del Con­si­glio fe­de­ra­le, com­por­ta­re una di­mi­nu­zio­ne spet­ta­co­la­re del con­su­mo, ren­den­do così pos­si­bi­le la rea­liz­za­zio­ne con­tem­po­ra­nea di tutti gli obiet­ti­vi. Se­con­do i cal­co­li della Con­fe­de­ra­zio­ne, il litro di die­sel e di olio com­bu­sti­bi­le do­vreb­be au­men­ta­re di 3 fran­chi, il prez­zo del litro di ben­zi­na pas­se­reb­be a 5 fran­chi a se­gui­to di una so­vrat­tas­sa di 2,75 fran­chi e il kWh di elet­tri­ci­tà do­vreb­be cre­sce­re di ul­te­rio­ri 40 cen­te­si­mi. Sol­tan­to così sarà pos­si­bi­le fre­na­re ef­fi­ca­ce­men­te la do­man­da. Ma per l’e­co­no­mia na­zio­na­le, il costo di una si­mi­le ope­ra­zio­ne sa­reb­be esor­bi­tan­te. Se­con­do il pro­fes­sor Peter Egger – del Cen­tro di ri­cer­ca con­giun­tu­ra­le del Po­li­tec­ni­co di Zu­ri­go (KOF) – que­sto sce­na­rio com­por­te­reb­be un ral­len­ta­men­to eco­no­mi­co che può an­da­re fino al­l’e­qui­va­len­te di dieci o ven­t’an­ni di cre­sci­ta, ciò che nes­sun pro­gres­so tec­no­lo­gi­co noto oggi per­met­te­reb­be di com­pen­sa­re.

Un rin­ca­ro del­l’e­ner­gia uni­ca­men­te in Sviz­ze­ra ci con­dur­reb­be in un vi­co­lo cieco. E’ pre­fe­ri­bi­le un altro ap­proc­cio. Si trat­ta da una parte di agire in un’ot­ti­ca in­ter­na­zio­na­le per ri­sol­ve­re il pro­ble­ma glo­ba­le del ri­scal­da­men­to cli­ma­ti­co. Sa­reb­be così più fa­vo­re­vo­le alla causa cli­ma­ti­ca che la Sviz­ze­ra si mo­bi­li­ti per in­cen­ti­va­re i paesi in via di svi­lup­po o emer­gen­ti ad in­ve­sti­re nelle nuove tec­no­lo­gie ri­spet­to­se del­l’am­bien­te (ivi com­pre­se quel­le “made in Swi­tzer­land”), piut­to­sto che in vec­chie cen­tra­li ali­men­ta­te a car­bo­ne. La com­pen­sa­zio­ne delle emis­sio­ni al­l’e­ste­ro: è que­sta la pa­ro­la d’or­di­ne. D’al­tra parte, la so­sti­tu­zio­ne delle ca­pa­ci­tà di pro­du­zio­ne che scom­pa­ri­ran­no deve ba­sar­si su una va­lu­ta­zio­ne più rea­li­sti­ca del­l’e­vo­lu­zio­ne della do­man­da di elet­tri­ci­tà. Si trat­ta in par­ti­co­la­re di tener conto della so­sti­tu­zio­ne dei com­bu­sti­bi­li fos­si­li con l’e­let­tri­ci­tà e l’a­do­zio­ne di tutte le mi­su­re eco­no­mi­ca­men­te red­di­ti­zie per mi­glio­ra­re l’ef­fi­cien­za ener­ge­ti­ca.