«Lo spi­ri­to del li­be­ro scam­bio»

L’UE e gli Stati Uniti stan­no at­tual­men­te ne­go­zian­do la crea­zio­ne della più gran­de zona di li­be­ro scam­bio al mondo. Que­sto avrà ri­per­cus­sio­ni anche sulla Sviz­ze­ra poi­ché due terzi delle no­stre espor­ta­zio­ni sono de­sti­na­te al­l’UE e agli Stati uniti. Per la no­stra eco­no­mia, pic­co­la e molto aper­ta, l’ac­ces­so li­be­ro ai mer­ca­ti este­ri è un fat­to­re di suc­ces­so de­ter­mi­nan­te.

Da bam­bi­no, le sto­rie dei pio­nie­ri del­l’a­via­zio­ne mi hanno sem­pre af­fa­sci­na­to. Mi sono ap­pas­sio­na­to ai rac­con­ti del pi­lo­ta sta­tu­ni­ten­se Char­les Lind­ber­gh sul suo volo non-stop sul­l’A­tlan­ti­co. Egli ha de­scrit­to nei mi­ni­mi det­ta­gli il volo fatto con il mo­no­mo­to­re «Spi­rit of St. Louis», con il quale ha vo­la­to da New York a Pa­ri­gi in ap­pe­na 33 ore e 30 mi­nu­ti.

Que­st’av­ven­tu­ra pio­nie­ri­sti­ca ha av­vi­ci­na­to in un certo modo gli Stati Uniti al­l’Eu­ro­pa. Quasi 90 anni dopo, viene crea­to un pro­get­to tran­sa­tlan­ti­co che po­treb­be real­men­te di­ven­ta­re un’im­por­tan­te pie­tra mi­lia­re, ossia una zona di li­be­ro scam­bio tran­sa­tlan­ti­ca. Il TTIP (Par­te­na­ria­to tran­sa­tlan­ti­co per il com­mer­cio e gli in­ve­sti­men­ti) uni­reb­be in fu­tu­ro quasi la metà della pro­du­zio­ne eco­no­mi­ca a li­vel­lo mon­dia­le e un terzo del com­mer­cio mon­dia­le.

Se il TTIP, come pre­vi­sto, do­ves­se eli­mi­na­re gli osta­co­li ta­rif­fa­li e non ta­rif­fa­li al com­mer­cio, le no­stre azien­de ri­schie­reb­be­ro di es­se­re di­scri­mi­na­te nei con­fron­ti dei con­cor­ren­ti pro­ve­nien­ti dai paesi del­l’UE o degli Stati Uniti.

In que­sto con­te­sto è chia­ro che una con­clu­sio­ne po­si­ti­va del TTIP, tra i due prin­ci­pa­li part­ner com­mer­cia­li della Sviz­ze­ra (67% delle espor­ta­zio­ni, 79% delle im­por­ta­zio­ni) avreb­be pro­fon­de im­pli­ca­zio­ni per le no­stre im­pre­se. Se il TTIP, come pre­vi­sto, do­ves­se eli­mi­na­re gli osta­co­li ta­rif­fa­li e non ta­rif­fa­li al com­mer­cio, le no­stre azien­de ri­schie­reb­be­ro di es­se­re di­scri­mi­na­te nei con­fron­ti dei con­cor­ren­ti pro­ve­nien­ti dai paesi del­l’UE o degli Stati Uniti. 

Come quel­la volta con lo «Spi­rit of St. Louis» nel set­to­re del­l’a­via­zio­ne, il TTIP po­treb­be oggi scri­ve­re un nuovo ca­pi­to­lo nelle re­la­zio­ni eco­no­mi­che tra Stati Uniti ed Eu­ro­pa. Que­sto do­vreb­be av­ve­ni­re anche in Sviz­ze­ra. Quale pic­co­lo paese con un’e­co­no­mia aper­ta, ap­pro­fit­tia­mo da de­cen­ni dei frut­ti di una po­li­ti­ca com­mer­cia­le este­ra proat­ti­va. Gra­zie allo «spi­ri­to sviz­ze­ro del li­be­ro scam­bio» ci sono oggi molte azien­de lo­ca­li di suc­ces­so che ope­ra­no a li­vel­lo mon­dia­le. Que­sto deve ri­ma­ne­re così.

PS: Il fatto che lo «Spi­rit of St. Louis» non possa es­se­re de­scrit­to come un ve­li­vo­lo per­fet­to - il ser­ba­to­io bloc­ca­va la vista di fron­te e Lind­ber­gh aveva bi­so­gno di un pe­ri­sco­pio per ve­de­re la di­re­zio­ne di volo - ci di­mo­stra che anche un TTIP non an­co­ra per­fet­to potrà avere forti im­pat­ti.