La crisi ener­ge­ti­ca per­met­te cam­bia­men­ti at­te­si da tempo

Una po­li­ti­ca ener­ge­ti­ca ben pon­de­ra­ta e af­fi­da­bi­le trova un equi­li­brio tra gli obiet­ti­vi di si­cu­rez­za d’ap­prov­vi­gio­na­men­to, ef­fi­cien­za eco­no­mi­ca e ri­spet­to del­l’am­bien­te. Oggi ab­bia­mo perso que­sto fra­gi­le equi­li­brio: la si­cu­rez­za del­l’ap­prov­vi­gio­na­men­to elet­tri­co po­treb­be es­se­re già a ri­schio nel pros­si­mo in­ver­no, men­tre i prez­zi con­ti­nua­no a sa­li­re. E con le cen­tra­li elet­tri­che a gas e a pe­tro­lio, pro­ba­bil­men­te ne­ces­sa­rie in que­sto paese, anche il clima ci ri­met­te­reb­be. In Ger­ma­nia, ver­ran­no riat­ti­va­te anche le cen­tra­li a car­bo­ne.

La ge­stio­ne della crisi at­tua­le spet­ta in­nan­zi­tut­to al Con­si­glio fe­de­ra­le, ma oc­cor­re spe­ra­re che il Par­la­men­to non rin­vii i ne­ces­sa­ri adat­ta­men­ti delle con­di­zio­ni qua­dro della po­li­ti­ca ener­ge­ti­ca: da una parte, la si­cu­rez­za d’ap­prov­vi­gio­na­men­to era già pre­ca­ria prima degli even­ti del 2022; dal­l’al­tra parte, la crisi acuta che stia­mo at­tra­ver­san­do offre l’op­por­tu­ni­tà ai vari at­to­ri di tro­va­re con­tro­mi­su­re e cor­ret­ti­vi ur­gen­ti. Se­con­do noi, il Par­la­men­to deve con­cen­trar­si su tre prio­ri­tà:

  • Primo, deve esa­mi­na­re, a tappe, i pro­get­ti at­tual­men­te in so­spe­so che mi­ra­no a mo­di­fi­ca­re le con­di­zio­ni qua­dro della po­li­ti­ca ener­ge­ti­ca: a se­gui­to di una va­lan­ga di pro­get­ti, che è cul­mi­na­ta nel piano di sal­va­tag­gio per il set­to­re del­l’e­ner­gia elet­tri­ca, posto in con­sul­ta­zio­ne lampo di una set­ti­ma­na, l’e­sa­me della legge qua­dro mi­ran­te a un rio­rien­ta­men­to to­ta­le del­l’ap­prov­vi­gio­na­men­to elet­tri­co è stato re­spin­to nelle ses­sio­ni au­tun­na­le ed in­ver­na­le. Per­tan­to, il le­gi­sla­to­re fa­reb­be bene a trat­ta­re prio­ri­ta­ria­men­te i punti del «pro­get­to di ac­ce­le­ra­men­to» che mi­glio­re­ran­no ra­pi­da­men­te ed ef­fi­ca­ce­men­te la si­cu­rez­za del­l’ap­prov­vi­gio­na­men­to.
  • Se­con­do, sa­reb­be op­por­tu­no af­fron­ta­re le que­stio­ni scot­tan­ti: svi­lup­pa­re le ener­gie rin­no­va­bi­li si­gni­fi­ca oc­cu­pa­re sem­pre di più l’ha­bi­tat di ani­ma­li e di pian­te rare e aree na­tu­ra­li pre­ser­va­te. Ciò ri­met­te in di­scus­sio­ne i com­pro­mes­si ne­go­zia­ti nel­l’am­bi­to della stra­te­gia ener­ge­ti­ca della Con­fe­de­ra­zio­ne, che non si sono però ri­ve­la­ti par­ti­co­lar­men­te af­fi­da­bi­li. In­ve­ce di sol­le­ci­ta­re i tri­bu­na­li a dare luce verde a tutti i pro­get­ti, il le­gi­sla­to­re po­treb­be adot­ta­re un elen­co dei pro­get­ti più im­por­tan­ti e ur­gen­ti in cui, a suo pa­re­re, gli in­te­res­si del­l'u­so pre­val­ga­no su quel­li della pro­te­zio­ne. Ne sono un esem­pio i 15 pro­get­ti della "Di­chia­ra­zio­ne con­giun­ta della Ta­vo­la ro­ton­da sul­l'e­ner­gia idroe­let­tri­ca", a cui hanno ade­ri­to im­por­tan­ti as­so­cia­zio­ni di pro­te­zio­ne della na­tu­ra. In se­gui­to, il Par­la­men­to po­treb­be de­fi­ni­re dei cri­te­ri per l’in­te­gra­zio­ne di altri pro­get­ti prio­ri­ta­ri su que­sta lista. Ciò por­te­reb­be de­fi­ni­ti­va­men­te a un bi­lan­cia­men­to degli in­te­res­si a li­vel­lo po­li­ti­co. In ogni caso, è trop­po co­mo­do la­men­tar­si del fatto che le as­so­cia­zio­ni am­bien­ta­li­ste stia­no svol­gen­do il com­pi­to as­se­gna­to loro dalla legge e, nel­l’am­bi­to delle pro­ce­du­re, rap­pre­sen­ti­no gli in­te­res­si della pro­te­zio­ne della na­tu­ra.

Se l’e­let­tri­ci­tà de­v’es­se­re pro­dot­ta con l’e­ner­gia rin­no­va­bi­le, il Par­la­men­to deve in­di­ca­re quali spazi na­tu­ra­li ven­go­no sa­cri­fi­ca­ti.

  • Terzo, sa­reb­be op­por­tu­no ac­ce­le­ra­re le pro­ce­du­re: at­tual­men­te, i lun­ghi ter­mi­ni di pia­ni­fi­ca­zio­ne spin­go­no le azien­de elet­tri­che sviz­ze­re a svi­lup­pa­re ca­pa­ci­tà piut­to­sto al­l’e­ste­ro. L’at­tua­le «pro­get­to di ac­ce­le­ra­men­to delle pro­ce­du­re» della Con­fe­de­ra­zio­ne è og­get­to di mas­sic­ce cri­ti­che e ri­schia di tra­mu­tar­si in boo­me­rang, in­de­bo­len­do la si­cu­rez­za delle pro­ce­du­re e al­lun­gan­do­le. Pro­po­nia­mo che la Con­fe­de­ra­zio­ne metta a di­spo­si­zio­ne dei Can­to­ni una pro­ce­du­ra di ap­pro­va­zio­ne dei piani «light», con la pos­si­bi­li­tà di de­ro­gar­vi. Così, le pro­ce­du­re sa­reb­be­ro ab­bre­via­te senza ri­met­te­re fon­da­men­tal­men­te in di­scus­sio­ne la ri­par­ti­zio­ne delle com­pe­ten­ze. La Con­fe­de­ra­zio­ne do­vreb­be im­pe­gnar­si in tal senso, poi­ché le sue pro­ce­du­re sono trop­po lun­ghe. Si po­treb­be im­ma­gi­na­re che dei giu­di­ci fe­de­ra­li siano sgra­va­ti di altri dos­sier e ri­ce­va­no il so­ste­gno di spe­cia­li­sti delle Scuo­le po­li­tec­ni­che fe­de­ra­li. Gra­zie a que­sta col­la­bo­ra­zio­ne, i tri­bu­na­li po­treb­be­ro pren­de­re più de­ci­sio­ni e rin­via­re meno pro­ce­du­re alle istan­ze in­fe­rio­ri. I tri­bu­na­li do­vreb­be­ro inol­tre ge­sti­re le loro pro­ce­du­re ver­bal­men­te al­fi­ne di evi­ta­re lun­ghe tra­fi­le.

In­fi­ne, i ge­sto­ri di cen­tra­li de­vo­no rea­liz­za­re con de­ter­mi­na­zio­ne i pro­get­ti ap­pro­va­ti. La pro­ce­du­ra ac­ce­le­ra­ta non deve ser­vi­re ad ot­te­ne­re de­ci­sio­ni di pia­ni­fi­ca­zio­ne, au­to­riz­za­zio­ni e con­ces­sio­ni di pia­ni­fi­ca­zio­ne e ap­pro­va­zio­ne “come scor­ta”. Ma i po­ten­zia­li in­ve­sti­to­ri con­ti­nue­ran­no a esi­ta­re nel­l'e­span­sio­ne delle ca­pa­ci­tà di ge­ne­ra­zio­ne di elet­tri­ci­tà e degli im­pian­ti di stoc­cag­gio fino a quan­do le con­di­zio­ni qua­dro sa­ran­no in con­ti­nuo cam­bia­men­to e non sa­ran­no poste su una base po­li­ti­ca­men­te va­li­da e sta­bi­le a lungo ter­mi­ne. In­fi­ne, è evi­den­te che se vo­glia­mo ba­sar­ci uni­ca­men­te sulle ener­gie rin­no­va­bi­li – una nuova ri­fles­sio­ne sul­l’op­por­tu­ni­tà, le mo­da­li­tà e il ca­len­da­rio è forse ne­ces­sa­ria in Sviz­ze­ra –, dob­bia­mo anche per­met­te­re la co­stru­zio­ne di que­sti im­pian­ti e sa­cri­fi­ca­re, per forza di cose, altri in­te­res­si.


Que­sto ar­ti­co­lo è ap­par­so il 14 ago­sto 2022 nella «NZZ am Sonn­tag». I co-au­to­ri sono:

Peter Het­ti­ch, pro­fes­so­re di di­rit­to pub­bli­co eco­no­mi­co al­l’U­ni­ver­si­tà di San Gallo, Di­ret­to­re del­l’u­ni­tà di ri­cer­ca in di­rit­to del­l’in­for­ma­zio­ne del­l’U­ni­ver­si­tà di San Gallo (FIR-HSG) e con­su­len­te pres­so VI­SCHER SA.

Ale­xan­der Ke­ber­le - Mem­bro della Di­re­zio­ne, Re­spon­sa­bi­le In­fra­strut­tu­ra, Ener­gia e am­bien­te