Floristin

Le PMI di­ret­ta­men­te in­te­res­sa­te

Con il suo ti­to­lo l’i­ni­zia­ti­va la­scia in­ten­de­re che sia ri­vol­ta esclu­si­va­men­te alle mul­ti­na­zio­na­li. Que­sto è sba­glia­to per tre ra­gio­ni. Il suo do­ve­re di di­li­gen­za este­so e le sue nuove norme ri­gi­de in ma­te­ria di re­spon­sa­bi­li­tà ri­guar­da­no di fatto anche le PMI sviz­ze­re, di­ret­ta­men­te e in­di­ret­ta­men­te.

Tutte le im­pre­se, com­pre­se le pic­co­le e medie im­pre­se (PMI) sono in­te­res­sa­te dal­l’i­ni­zia­ti­va, e ciò seb­be­ne il testo del­l’i­ni­zia­ti­va chie­da al le­gi­sla­to­re di con­si­de­ra­re le esi­gen­ze delle pic­co­le e medie im­pre­se nella for­mu­la­zio­ne dei do­ve­ri di di­li­gen­za. Tut­ta­via, le di­spo­si­zio­ni sulla re­spon­sa­bi­li­tà si esten­do­no chia­ra­men­te ad esse. Una PMI sviz­ze­ra può avere un for­ni­to­re im­por­tan­te al­l’e­ste­ro che di­pen­de da essa: dun­que le di­spo­si­zio­ni del­l’i­ni­zia­ti­va sa­reb­be­ro di­ret­ta­men­te ap­pli­ca­bi­li alle pic­co­le e medie im­pre­se.

L’a­ge­vo­la­zio­ne pre­vi­sta è un’il­lu­sio­ne. In real­tà, essa ri­mar­reb­be let­te­ra morta. La for­mu­la­zio­ne dei do­ve­ri di di­li­gen­za è tale che le pic­co­le im­pre­se non po­treb­be­ro cor­re­re il ri­schio di ap­pli­ca­re una de­fi­ni­zio­ne della re­spon­sa­bi­li­tà meno se­ve­ra ri­spet­to alle gran­di im­pre­se.

Le PMI che for­ni­sco­no delle im­pre­se in­ter­na­zio­na­li sa­reb­be­ro in­di­ret­ta­men­te le più col­pi­te. Le mul­ti­na­zio­na­li co­strin­ge­ran­no i loro for­ni­to­ri, in Sviz­ze­ra o al­l’e­ste­ro, a ri­spet­ta­re le re­go­le alle quali an­ch’es­se sono sot­to­po­ste. Que­sto per­ché l’i­ni­zia­ti­va pre­ve­de un do­ve­re di di­li­gen­za este­so che in­clu­de non solo l’im­pre­sa, ma anche tutti i suoi part­ner com­mer­cia­li lungo tutta la ca­te­na di crea­zio­ne del va­lo­re. Una gran­de im­pre­sa co­pri­rà dun­que il ri­schio di re­spon­sa­bi­li­tà sti­pu­lan­do dei con­trat­ti “back-to-back”. La re­spon­sa­bi­li­tà cau­sa­le le­ga­le potrà così es­se­re tra­sfe­ri­ta con­trat­tual­men­te ad un for­ni­to­re. Per le PMI, l’ac­cet­ta­zio­ne del­l’i­ni­zia­ti­va si tra­dur­reb­be in ri­schi mag­gio­ri e in oneri am­mi­ni­stra­ti­vi sem­pre più pe­san­ti. Esse do­vreb­be­ro for­ni­re nu­me­ro­se prove sup­ple­men­ta­ri che at­te­sti­no il ri­spet­to dei loro do­ve­ri di di­li­gen­za (con­for­mi­tà) e, con ogni pro­ba­bi­li­tà, sa­reb­be­ro sot­to­po­ste a un con­trol­lo raf­for­za­to da parte dei loro man­dan­ti.

Se­con­do i suoi au­to­ri, l’i­ni­zia­ti­va in­ci­de­reb­be solo sulle mul­ti­na­zio­na­li che in pre­ce­den­za non aves­se­ro ri­spet­ta­to le di­spo­si­zio­ni cor­ri­spon­den­ti (ossia le “cat­ti­ve im­pre­se”). Que­sto non è vero: l’i­ni­zia­ti­va avreb­be con­se­guen­ze per tutte le im­pre­se. L’im­pe­gno del­l’e­co­no­mia sviz­ze­ra in ma­te­ria di RSI sa­reb­be messo alla prova.