Garantire a lungo termine l’attrattività della piazza economica svizzera
Per economiesuisse è evidente che né delle sovvenzioni, né un programma congiunturale affrettato possano fornire una risposta appropriata al problema, poiché le imprese sono confrontate ad un au-mento dei costi a lungo termine. «Il rimedio consiste dunque nel ridurre permanentemente i costi, ma ciò sarà possibile solo se le condizioni quadro lo permetteranno» ha precisato Heinz Karrer. Per evitare danni a lungo termine alla piazza economica, economiesuisse ha identificato cinque campi d’azione nei quali la politica deve attivarsi il più rapidamente possibile.
Moratoria contro nuovi oneri e regolamentazioni
Secondo economiesuisse, la prima azione dev’essere quella di rinviare alcuni progetti legislativi ed altri che prevedono nuovi oneri. In particolare la strategia energetica 2050, la revisione del diritto della so-cietà anonima e l’«economia verde», che diminuiscono l’attrattività della piazza e generano dei costi supplementari per l’economia. La seconda tappa essenziale nella situazione attuale deve consistere nell’eliminazione mirata delle incertezze in materia di pianificazione. Per questo, bisogna salvaguarda-re la via bilaterale mettendo in atto in maniera sostenibile l’iniziativa contro l’immigrazione di massa secondo i bisogni dell’economia. Bisogna inoltre far avanzare la riforma dell’imposizione delle imprese. La terza misura, altrettanto importante, consiste nel ridurre le tasse e le spese di regolamentazione, ad esempio sgravando gli oneri amministrativi o semplificando l’IVA e migliorando l’efficienza dell’amministrazione pubblica. Il quarto campo d’azione definito da economiesuisse concerne l’apertura urgente di nuovi mercati. Secondo Karrer, si tratta di «potenziare la rete degli accordi di libero scambio e soprattutto di collegare la Svizzera al TTIP». Rafforzare il polo d’innovazione e di ricerca svizzero è valutato come il quinto campo d’azione. Secondo Heinz Karrer, solo se «la Svizzera rimarrà un polo di ricerca e di formazione attrattivo, l’economia sarà in grado di competere con gli altri leader mondiali».
Iniziative popolari assurde
Anche nel 2015 il popolo svizzero dovrà esprimersi alle urne su alcune iniziative popolari. Secondo economiesuisse, due votazioni richiamano in particolare l’attenzione. Nel contesto del franco forte, occorre riflettere molto attentamente prima di accettare o rifiutare un progetto. «L’ 8 marzo, voteremo sull’introduzione di un’imposta sull’energia che dovrebbe sostituire l’IVA. In seguito, il popolo dovrà esprimersi, il 14 giugno, su un’imposta nazionale sulle successioni. I due progetti danneggerebbero la piazza economica svizzera e comporterebbero un deterioramento delle condizioni quadro offerte alle nostre imprese» ha ribadito Monika Rühl, presidente della direzione di economiesuisse. L’iniziativa per un’imposta sull’energia non farebbe che rincarare questo fattore di produzione decisamente importan-te. Essa presenta inoltre una lacuna di concezione poiché, come rileva Monika Rühl, «se il consumo di energia dovesse diminuire – ciò che è lo scopo dei promotori dell’iniziativa – le imposte dovrebbero essere aumentate». Anche l’imposta sulle successioni sarebbe nefasta per la piazza svizzera, soprat-tutto per le imprese familiari. Se l’iniziativa fosse accettata, il settore oggi fiorente delle PMI e il com-mercio andrebbero incontro ad un’evoluzione sfavorevole. L’esigenza di applicare questa fiscalità alle successioni con effetto retroattivo al 1o gennaio 2012 è senza dubbio l’errore più grave degli iniziativi-sti, poiché simili clausole arbitrarie mettono in pericolo la certezza giuridica. Inoltre, il progetto costitui-sce un’ingerenza fondamentale nella sovranità fiscale dei cantoni.
Non peggiorare inutilmente le condizioni quadro
L’economia svizzera auspica fermamente che il Consiglio federale metta in atto l’iniziativa contro l’immigrazione di massa approfittando del margine a sua disposizione. «Ignorare questo margine di manovra e rischiare la disdetta degli accordi bilaterali a seguito di esigenze rigide sarebbe poco pru-dente», mette in guardia Monika Rühl. Congiuntamente ad altre organizzazioni mantello, economie-suisse ha dunque proposto un modello tripartito per l’applicazione dell’iniziativa. Anche la strategia energetica 2050 preoccupa l’economia svizzera. Il progetto attuale è accompagnato da regolamenta-zioni burocratiche e da misure vincolanti, tutto il contrario di una soluzione accettabile per l’economia. Dopo lo choc monetario subito, è essenziale per le imprese svizzere che l’energia, fattore di produzione indispensabile, non rincari ulteriormente. Ed è vitale per l’economia che lo sviluppo della fiscalità delle imprese prosegua. Per Monika Rühl è chiaro: «È estremamente importante per il nostro paese che le società internazionali apprezzino e scelgano la piazza svizzera quale loro sede». economiesuis-se sostiene gli sforzi del Consiglio federale in quest’ottica e ha già contribuito al progetto della terza riforma dell’imposizione delle imprese.
Riorganizzazione del settore della comunicazione
economiesuisse suddivide il settore della comunicazione tra due team. Michael Wiesner, membro della direzione e responsabile della comunicazione a partire dal 1o aprile, si incaricherà della comunicazione interna ed esterna. Roberto Colonnello, che dirige ad interim il team della comunicazione e delle cam-pagne, si occuperà, quale membro della direzione, delle votazioni sui temi che interessano gli ambienti economici con un team di campagna specializzato.