Protection des données

Re­vi­sio­ne della legge sulla pro­te­zio­ne dei dati: quan­to basta, il meno pos­si­bi­le

Le im­pre­se hanno bi­so­gno di una pro­te­zio­ne dei dati mo­der­na e mi­ra­ta vista la cre­scen­te im­por­tan­za dei dati quale bene eco­no­mi­co. Una nuova legge sulla pro­te­zio­ne dei dati deve la­sciar spa­zio al­l’in­no­va­zio­ne e allo svi­lup­po eco­no­mi­co e raf­for­za­re la fi­du­cia tra i clien­ti e gli ope­ra­to­ri. Pa­ral­le­la­men­te, bi­so­gna ga­ran­ti­re l’e­qui­va­len­za con le pre­scri­zio­ni in­ter­na­zio­na­li af­fin­ché lo scam­bio tran­sfron­ta­lie­ro di dati non sia inu­til­men­te osta­co­la­to. Glo­bal­men­te, l’a­vam­pro­get­to di re­vi­sio­ne della legge sulla pro­te­zio­ne dei dati (LPD) com­por­ta nu­me­ro­se di­spo­si­zio­ni che vanno al di là del­l’o­biet­ti­vo e fre­na­no l’in­no­va­zio­ne e la con­cor­ren­za.

Le im­pre­se hanno bi­so­gno di una pro­te­zio­ne dei dati mo­der­na e mi­ra­ta. Que­st’ul­ti­ma com­por­ta vari obiet­ti­vi: da una parte deve la­scia­re spa­zio al­l’in­no­va­zio­ne e, dal­l’al­tra, raf­for­za­re la fi­du­cia tra i clien­ti e gli ope­ra­to­ri. L’e­qui­va­len­za con le norme in­ter­na­zio­na­li è de­ci­si­va af­fin­ché lo scam­bio tran­sfron­ta­lie­ro di dati non sia inu­til­men­te osta­co­la­to.

Il pro­get­to va al di là del­l’o­biet­ti­vo

Il pro­get­to del Con­si­glio fe­de­ra­le si ispi­ra in mi­su­ra ec­ces­si­va alle re­vi­sio­ni in corso a li­vel­lo eu­ro­peo e va net­ta­men­te più lon­ta­no delle esi­gen­ze in­ter­na­zio­na­li su di­ver­si punti: de­fi­ni­zio­ni poco chia­re e campi d’ap­pli­ca­zio­ne in­cer­ti sfo­cia­no in ob­bli­ghi ec­ces­si­vi e im­pra­ti­ca­bi­li per gli at­to­ri che trat­ta­no i dati. Inol­tre, il pro­get­to non verte suf­fi­cien­te­men­te sul­l’au­to­re­go­la­men­ta­zio­ne prag­ma­ti­ca e fles­si­bi­le e at­tri­bui­sce com­pe­ten­ze trop­po este­se al­l’In­ca­ri­ca­to fe­de­ra­le della pro­te­zio­ne dei dati e della tra­spa­ren­za (IFPDT). In­fi­ne, il si­ste­ma di san­zio­ni pro­po­sto, che pre­ve­de pro­ce­du­re pe­na­li di col­la­bo­ra­to­ri, è spro­por­zio­na­to, inef­fi­ca­ce e in con­trad­di­zio­ne con i vari prin­ci­pi del di­rit­to pe­na­le.

Prin­ci­pa­li pre­oc­cu­pa­zio­ni degli am­bien­ti eco­no­mi­ci

Sono ne­ces­sa­ri degli adat­ta­men­ti sui se­guen­ti punti:

  • Un «Pro­fi­ling» de­v’es­se­re pos­si­bi­le con l’ac­cor­do delle per­so­ne in­te­res­sa­te. Oc­cor­re inol­tre li­mi­ta­re la de­fi­ni­zio­ne del ter­mi­ne.
  • Il si­ste­ma spe­ri­men­ta­to dell’au­to­re­go­la­men­ta­zio­ne da parte delle as­so­cia­zio­ni (di ca­te­go­ria) deve es­se­re pro­mos­so. Nel con­tem­po, le im­pre­se de­vo­no poter con­ti­nua­re ad isti­tui­re un in­ca­ri­ca­to della pro­te­zio­ne dei dati su base vo­lon­ta­ria, ciò che com­por­ta loro degli sgra­vi.
  • Oc­cor­re ri­dur­re no­te­vol­men­te i nu­me­ro­si ob­bli­ghi d’in­for­ma­zio­ne e di di­chia­ra­zio­ne. Que­sto con­cer­ne in par­ti­co­la­re delle de­ci­sio­ni in­di­vi­dua­li au­to­ma­tiz­za­te, delle ana­li­si d’im­pat­to re­la­ti­ve alla pro­te­zio­ne dei dati e la no­ti­fi­ca di vio­la­zio­ni della pro­te­zio­ne dei dati. In que­sto con­te­sto, oc­cor­re li­mi­ta­re il ri­schio di abuso dal lato del di­rit­to d’ac­ces­so sop­pri­men­do la gra­tui­tà di ta­lu­ne pre­sta­zio­ni e adot­tan­do altre mi­su­re in­ci­si­ve.
  • In­fi­ne, oc­cor­re adot­ta­re un si­ste­ma di san­zio­ni com­pa­ti­bi­le con i prin­ci­pi dello Stato di di­rit­to e af­fi­da­bi­le, ed evi­ta­re che l’I­FPDT sia do­ta­to di po­te­ri trop­po este­si. Gli am­bien­ti eco­no­mi­ci hanno ela­bo­ra­to un mo­del­lo che po­treb­be ser­vi­re da base per svi­lup­pa­re una so­lu­zio­ne al­ter­na­ti­va.

 

Po­li­ti­ca este­sa in ma­te­ria di dati

Il set­to­re della pro­te­zio­ne dei dati è molto di­na­mi­co. Le esi­gen­ze evol­vo­no con il pro­gres­so tec­no­lo­gi­co. La di­scus­sio­ne su ciò che fa una buona pro­te­zio­ne dei dati è solo ai suoi esor­di. L’e­co­no­mia di­gi­ta­le e le nuove pos­si­bi­li­tà che rac­chiu­de ren­do­no ne­ces­sa­rio un di­bat­ti­to sui dati e il loro uti­liz­zo. Una po­li­ti­ca in ma­te­ria di dati deve ve­glia­re a pre­ser­va­re le pos­si­bi­li­tà di svi­lup­po delle im­pre­se e la fi­du­cia degli uten­ti nella ge­stio­ne dei dati per­so­na­li. Fo­ca­liz­zar­si sui soli ri­schi po­ten­zia­li sa­reb­be par­zia­le e inop­por­tu­no.