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Im­po­si­zio­ne mi­ni­ma OCSE: rin­via­re l’en­tra­ta in vi­go­re

Nu­me­ro­si paesi non ap­pli­ca­no an­co­ra l’im­po­si­zio­ne mi­ni­ma OCSE. Una mo­di­fi­ca delle re­go­le da parte del­l’OC­SE è una delle ra­gio­ni di que­sto ri­tar­do. A se­gui­to dei cam­bia­men­ti a li­vel­lo in­ter­na­zio­na­le, anche la Sviz­ze­ra do­vreb­be ri­ve­de­re la data di en­tra­ta in vi­go­re del­l’im­po­si­zio­ne mi­ni­ma. La Com­mis­sio­ne del­l’e­co­no­mia e dei tri­bu­ti del Con­si­glio degli Stati con­di­vi­de que­sta ana­li­si. 

Il pro­get­to di im­po­si­zio­ne mi­ni­ma del­l'OC­SE e dei paesi del G20 rap­pre­sen­ta una sfida per la Sviz­ze­ra. Per que­sto mo­ti­vo eco­no­mie­suis­se ha so­ste­nu­to con con­vin­zio­ne il pro­get­to di at­tua­zio­ne ela­bo­ra­to ra­pi­da­men­te dalla Con­fe­de­ra­zio­ne e dai Can­to­ni. L'o­biet­ti­vo era chia­ro: evi­ta­re svan­tag­gi per la no­stra eco­no­mia. Gli am­bien­ti eco­no­mi­ci hanno in se­gui­to dato il loro so­ste­gno al nuovo ar­ti­co­lo co­sti­tu­zio­na­le sul­l’im­po­si­zio­ne spe­cia­le dei gran­di grup­pi di so­cie­tà (art. 129a Cost.), che è stato chia­ra­men­te adot­ta­to nella vo­ta­zio­ne del 18 giu­gno di que­st'an­no. Si è trat­ta­to di una de­ci­sio­ne im­por­tan­te, e nulla è cam­bia­to in tal senso. L'o­biet­ti­vo era che le im­po­ste sup­ple­men­ta­ri che col­pi­sco­no le so­cie­tà sviz­ze­re fos­se­ro ver­sa­te in Sviz­ze­ra e non in altri Stati. Par­ten­do dal pre­sup­po­sto che l’im­po­si­zio­ne mi­ni­ma sa­reb­be stata ap­pli­ca­ta da un nu­me­ro suf­fi­cien­te di part­ner eco­no­mi­ca­men­te im­por­tan­ti, l'e­co­no­mia sviz­ze­ra era chia­ra­men­te a fa­vo­re del pro­get­to. 

Va­ria­zio­ne della si­tua­zio­ne in­ter­na­zio­na­le 

Ma dal­l'e­sta­te del 2023, la si­tua­zio­ne glo­ba­le è cam­bia­ta so­stan­zial­men­te. I prin­ci­pa­li paesi del G20 e i part­ner eco­no­mi­ci della Sviz­ze­ra non ap­pli­che­ran­no per il mo­men­to l’im­po­si­zio­ne mi­ni­ma. Gli Stati Uniti ne sono un esem­pio. Ana­lo­ga­men­te, in Cina e in al­cu­ni gran­di paesi emer­gen­ti, tra cui l'In­dia, non vi è al­cu­na in­di­ca­zio­ne che la nuova norma fi­sca­le possa en­tra­re in vi­go­re a breve. Que­sto ri­tar­do è do­vu­to alla mo­di­fi­ca delle re­go­le OCSE di que­st'e­sta­te, che pro­teg­ge tem­po­ra­nea­men­te gli Stati con un'a­li­quo­ta fi­sca­le no­mi­na­le sugli utili su­pe­rio­re al 20%. Se­con­do le in­for­ma­zio­ni di­spo­ni­bi­li, dei circa 140 paesi che hanno adot­ta­to con­giun­ta­men­te i pa­ra­me­tri po­li­ti­ci del pro­get­to OCSE nel­l'ot­to­bre 2021, più di tre quar­ti non im­ple­men­te­ran­no l'a­li­quo­ta fi­sca­le mi­ni­ma fino al­me­no al ter­mi­ne del 2024.

Evi­ta­re svan­tag­gi per le im­pre­se sviz­ze­re

Dal mo­men­to che è pro­ba­bi­le che solo una mi­no­ran­za di paesi al mondo in­tro­dur­rà l’im­po­si­zio­ne mi­ni­ma nel 2024, le im­pre­se sviz­ze­re in­te­res­sa­te sa­ran­no mi­nac­cia­te da un'ul­te­rio­re tas­sa­zio­ne este­ra solo in un nu­me­ro re­la­ti­va­men­te ri­dot­to di casi. Con­cor­ren­ti come Sin­ga­po­re, Dubai e Hong Kong, che si tro­va­no in una si­tua­zio­ne si­mi­le a quel­la della Sviz­ze­ra, non pre­ve­do­no di in­tro­dur­re l’im­po­si­zio­ne mi­ni­ma prima del 2025. Se l’im­po­si­zio­ne mi­ni­ma ve­nis­se in­tro­dot­ta in Sviz­ze­ra a par­ti­re da gen­na­io 2024, la Sviz­ze­ra im­por­reb­be im­po­ste ag­giun­ti­ve in un gran nu­me­ro di casi, a cui altri paesi per il mo­men­to ri­nun­ce­reb­be­ro, pre­su­mi­bil­men­te per mo­ti­vi di con­cor­ren­za. 

L'in­tro­du­zio­ne del­l’im­po­si­zio­ne mi­ni­ma in Sviz­ze­ra è stata con­ce­pi­ta fin dal­l'i­ni­zio come una mi­su­ra di­fen­si­va: se le im­pre­se do­ves­se­ro co­mun­que pa­gar­la (per­ché una massa cri­ti­ca di paesi l'ha in­tro­dot­ta), sa­reb­be la Sviz­ze­ra a dover ri­scuo­te­re le im­po­ste ag­giun­ti­ve, non altri paesi. Ma fin­ché l'im­po­sta mi­ni­ma non viene ap­pli­ca­ta a li­vel­lo in­ter­na­zio­na­le, il mo­ti­vo per ap­pli­car­la viene meno anche per la Sviz­ze­ra. 

L'in­tro­du­zio­ne del­l’im­po­si­zio­ne mi­ni­ma negli Stati mem­bri del­l'UE, nel 2024, po­treb­be avere ri­per­cus­sio­ni sulle im­pre­se sviz­ze­re, con con­se­guen­ti svan­tag­gi am­mi­ni­stra­ti­vi. Da un punto di vista ge­ne­ra­le, però, que­sti svan­tag­gi sono meno si­gni­fi­ca­ti­vi di quel­li de­ri­van­ti da un'in­tro­du­zio­ne trop­po pre­co­ce del­l'im­po­si­zio­ne mi­ni­ma sulla base di un'at­tua­zio­ne com­ples­si­va in­suf­fi­cien­te. Se l'im­po­si­zio­ne mi­ni­ma fosse at­tua­ta solo da una mi­no­ran­za di Stati eco­no­mi­ca­men­te im­por­tan­ti, non avreb­be più senso per la Sviz­ze­ra come mi­su­ra di­fen­si­va. 

Con­si­de­ra­re il rin­vio del­l’en­tra­ta in vi­go­re

Gli svi­lup­pi in­ter­na­zio­na­li co­strin­go­no quin­di anche la Sviz­ze­ra a ri­con­si­de­ra­re l'in­tro­du­zio­ne del­l’im­po­si­zio­ne mi­ni­ma. Dal punto di vista di eco­no­mie­suis­se, la de­ci­sio­ne do­vreb­be es­se­re ini­zial­men­te rin­via­ta di un anno. Anche la Com­mis­sio­ne del­l’e­co­no­mia e dei tri­bu­ti del Con­si­glio degli Stati for­mu­la la stes­sa rac­co­man­da­zio­ne.