Politica climatica: cercare insieme nuove soluzioni
Dopo il rifiuto alle urne della legge sul CO₂, gli ambienti economici intendono impegnarsi a favore di un nuovo orientamento della politica climatica. L'economia è e rimane una parte importante della soluzione nella protezione del clima. Questo nuovo impulso ad una revisione della legge sul CO₂ riguarderà l’efficacia delle misure di politica climatica e la loro attuazione politica, alfine di sostenere gli investimenti e l’innovazione richiesti urgentemente e ridurre così le emissioni di gas ad effetto serra.
L’organizzazione mantello dell’economia svizzera, economiesuisse, si impegna a favore di una politica climatica che permetta alle aziende di fornire un contributo ottimale alla protezione del clima restando contemporaneamente competitive. Ecco i punti salienti da considerare a tale scopo.
- Prolungare il sistema degli accordi sugli obiettivi – Questo strumento è il più efficace per la riduzione delle emissioni. Tutti gli attori sono concordi nell’affermare che gli accordi sugli obiettivi rappresentano il mezzo migliore a livello ecologico ed economico. Questo sistema rischia però di scadere a fine 2021. Non bisogna permettere che l’effetto di questo strumento efficace e performante svanisca! Il Parlamento deve rapidamente trovare una soluzione transitoria.
- Avviare rapidamente le riforme urgenti – La revisione della legge sul CO₂ deve essere accompagnata da un accesso agli accordi sugli obiettivi per tutte le aziende. Questa tappa è essenziale affinché le aziende possano ridurre maggiormente le emissioni e per sopprimere gli inutili ostacoli in caso di revisione. La partecipazione alla ridistribuzione e gli attestati di eccedenze di riduzione devono imperativamente essere mantenuti per le aziende che hanno sottoscritto un accordo sugli obiettivi, poiché queste amplificano considerevolmente gli effetti.
- Rinunciare a misure discutibili ed inefficaci – La tassa sui biglietti aerei è inefficace e un fondo di sovvenzioni a durata indeterminata, come quello per il clima, non risolve i problemi. Inoltre, il massimo previsto dalla legge per l’attuale tassa sul CO₂ non è ancora esaurito. È dunque inutile aumentarlo in anticipo.
- Proseguire il Programma Edifici nel contesto attuale – Un terzo delle entrate della tassa sul CO₂ sui combustibili, ma non più di 450 milioni di franchi all’anno, dovrebbe continuare ad essere dedicato al Programma Edifici (Fondo di tecnologia incluso). Gli accordi sugli obiettivi devono essere introdotti anche nel settore dell’edilizia, come pure le eccedenze di riduzione e gli attestati negoziabili.
- Tassa d’incentivazione sui carburanti – In un primo tempo, occorre estendere questo strumento, attualmente limitato nel tempo. A medio termine (a partire dal 2026 circa), l'uguaglianza di trattamento delle fonti energetiche fossili dovrebbe avere effetto, ciò che comporta l’introduzione di una tassa d’incentivazione anche sui carburanti. L’ammontare di quest’ultima dovrebbe orientarsi agli oneri prelevati finora in materia. Per poter creare chiari incentivi, la ridistribuzione dovrebbe inoltre andare a favore dei soli proprietari di auto e non di tutta la popolazione.
Grande impatto attraverso il sistema di scambio delle quote di emissione
Il collegamento tra il sistema svizzero e quello europeo di scambio delle quote di emissione non è influenzato dal rifiuto della legge sul CO₂ e continua ad esistere. Ciò è rallegrante ed importante per la futura politica climatica, poiché uno strumento armonizzato a livello internazionale ed estremamente efficace rimane in vigore e può continuare a produrre effetti. Le ambizioni legate al sistema di scambio delle quote di emissione vengono innalzate ancora di più, ciò che contribuisce fortemente alla riduzione delle emissioni.
Ambizioni dell’economia con un programma climatico indipendente
A complemento delle necessarie riforme della legge sul CO₂, l’economia svizzera persegue metodicamente l’obiettivo zero emissioni nette. Il bisogno di agire in materia climatica non è in nessun modo contestato e le aziende forniscono un contributo importante e indispensabile a questo sforzo, anche al di là del contesto legale. Per questo motivo l’economia ha lanciato il proprio programma sul clima, con nove campi d’azione, allo scopo di ridurre le sue emissioni a zero entro il 2050.
Necessario un ampio dialogo – economiesuisse come costruttore di ponti
Il risultato serrato del voto e i dibattiti che ne sono seguiti hanno mostrato la grande diversità di idee circa un nuovo orientamento della politica climatica, tra i partiti ma anche in seno alla società. Tuttavia, soltanto un’azione collettiva e un dialogo aperto fra tutti gli attori permetteranno di trovare soluzioni che possano raccogliere una maggioranza. Nessuno contesta l’obiettivo della politica climatica, si tratta solo di scegliere la giusta strada. Per una vasta accettazione degli strumenti necessari, questa scelta dev’essere negoziata fra tutte le forze costruttive, in un processo trasparente e consensuale. Per questo economiesuisse avvierà un dialogo con tutti i partner importanti e collaborerà in modo costruttivo alle riforme urgenti della politica climatica.