# 3 / 2017
24.03.2017

Di­sci­pli­na e con­trol­lo per usci­re dal pan­ta­no nor­ma­ti­vo

La piaz­za eco­no­mi­ca sviz­ze­ra è sotto pres­sio­ne e perde at­trat­ti­vi­tà per le im­pre­se nel con­te­sto in­ter­na­zio­na­le. La sua ca­pa­ci­tà di at­trar­re le azien­de sta di­mi­nuen­do e uno dei prin­ci­pa­li mo­ti­vi è il co­stan­te au­men­to della den­si­tà nor­ma­ti­va, che pesa in modo sem­pre mag­gio­re sulle azien­de, sia dal punto di vista am­mi­ni­stra­ti­vo che fi­nan­zia­rio. Per in­ter­rom­pe­re que­sta spi­ra­le nor­ma­ti­va e te­ne­re sotto con­trol­lo una serie di di­na­mi­che po­ten­zial­men­te dan­no­se sono ne­ces­sa­ri nuovi ap­proc­ci.

L’essenziale in breve

In Svizzera il volume della regolamentazione aumenta costantemente e a un ritmo decisamente più elevato rispetto a molti altri paesi, come dimostrano anche le classifiche della Banca Mondiale e del World Economic Forum (WEF). Senza contromisure adeguate la competitività della piazza economica e la capacità concorrenziale delle imprese potrebbero farne le spese.

Il problema è noto ed esistono già oggi analisi sui bisogni, analisi d’impatto della regolamentazione (AIR) o valutazioni ex-post, ma nessuna di queste misure permette di raggiungere in modo soddisfacente gli obiettivi fissati. Nuovi strumenti o il rafforzamento degli strumenti esistenti sono dunque allo studio: «sunset clause» (clausole di caducità), «one in one out», istanze di controllo indipendenti. Un valido supporto è rappresentato dalle esperienze provenienti dall’estero, dove alcune di queste misure sono già state attuate.

L’analisi dimostra che non esistono soluzioni miracolose in grado di risolvere la crescente densità normativa. La burocrazia non può essere combattuta con la burocrazia. Ma esistono dei punti di riferimento dai quali partire per migliorare la situazione. La soluzione non è da ricercare quindi in un singolo strumento, ma nella capacità di autocontrollo e autodisciplina. Sembra dare buoni risultati anche un controllo delle normative effettuato da enti indipendenti, che presentano in modo obiettivo i costi e propongono alternative. La cosa più importante, però, è fare in modo che questa lotta alla burocrazia non paralizzi le aziende traducendosi in un maggior carico dal punto di vista amministrativo, poiché questo provocherebbe più danni che benefici. Gli strumenti troppo rigidi non sono quasi mai adatti a risolvere argomenti così complessi in quanto rendono più difficile l’adattamento delle normative alle evoluzioni internazionali e, di conseguenza, non possono essere considerati un rimedio universale. 

Posizione di economiesuisse

  • L’emanazione di nuove regolamentazioni dipende dalle dinamiche innescate dalle autorità, dal Parlamento ma anche dagli attori essi stessi regolamentati. La chiave è da ricercare quindi nell’autocontrollo: la parola d’ordine in ogni caso è disciplina.
  • Le analisi d’impatto della regolamentazione (AIR) costituiscono la base per tutti gli strumenti di controllo delle normative. Queste devono essere effettuate quanto prima, in modo indipendente e obiettivo, devono evidenziare i costi e valutare anche possibili alternative. Quando ciò è pertinente, le AIR dovrebbero anche proporre nuovi strumenti di controllo regolamentare.
  • Le imprese e le persone a cui dovranno essere applicate le normative dovrebbero essere sistematicamente coinvolte in tutti i processi.
  • La divisione dei poteri deve essere un principio base applicato a tutti i livelli. Per questo è necessario migliorare in modo sistematico e adeguato i controlli e la governance delle istituzioni, compresi ovviamente anche gli organi di regolamentazione.
  • Le attuali normative dovrebbero essere messe in discussione in modo coerente, soprattutto alla luce dei nuovi sviluppi tecnologici. L’obiettivo non è tanto garantire le stesse opportunità, ma meno norme per tutti.