L'efficienza energetica non è solo un semplice desiderio
Nel 2035 non dovremmo consumare più elettricità rispetto ad oggi, secondo l’iniziativa “efficienza elettrica” lanciata il 28 agosto a Berna. Vari studi mettono tuttavia in discussione la possibilità di raggiungere questo obiettivo.
L’iniziativa popolare “Per un approvvigionamento elettrico sicuro ed economico” (iniziativa per l’efficienza elettrica) intende, entro il 2035, stabilizzare il consumo di elettricità della Svizzera al livello del 2011. Secondo il testo dell’iniziativa, il Consiglio federale potrebbe tuttavia adattare il limite superiore e gli obiettivi intermedi, se si verificassero importanti modifiche per quanto concerne l’evoluzione della popolazione e l’utilizzo dell’energia elettrica come sostituto delle energie fossili. Lo scenario “Nuova politica energetica” della Confederazione servirebbe da riferimento. Quest’ultimo valuta il potenziale di riduzione del consumo dell’industria e del settore terziario al 37% entro il 2050.
Vari studi mettono in discussione il fatto che sia possibile raggiungere l’obiettivo dell’iniziativa popolare. Così, l’Agenzia dell’energia per l’economia (AEnEC) ritiene, nel suo studio “Stromeffizienz der Schweizer Wirtschaft” che sia possibile ridurre il consumo di elettricità delle imprese del 24% al massimo entro il 2050, grazie a misure economicamente redditizie. Finora, circa 2200 imprese hanno aderito all’AEnEC e ridotto il loro consumo di elettricità di 1 TWh in totale grazie ad impegni volontari. Entro il 2020 sarebbe possibile giungere ad una diminuzione di 2 TWh, ossia il doppio.
L’Associazione delle imprese elettriche svizzere (AES) ha accordato grande attenzione all’efficienza energetica nel proprio studio “Scenari per l’approvvigionamento elettrico futuro”. Nonostante misure tendenti ad aumentare ulteriormente l’efficienza energetica, due dei tre scenari prevedono un consumo di elettricità più elevato di oggi. Soltanto lo scenario più oneroso, il cui costo totale sarebbe di 150 miliardi di franchi circa, sfocia in un consumo inferiore all’orizzonte 2050.
Uno studio di economiesuisse, apparso già nel maggio 2012, ha esaminato ciò che avverrebbe, dal lato del mix energetico e dei prezzi, se il consumo di elettricità non diminuisse così fortemente come previsto dalla Confederazione. Esso si basa sui dati dell’Agenzia internazionale dell’energia (AIE) e di Swisspower, un gruppo di aziende elettriche urbane. Le due organizzazioni prevedono un aumento della domanda di elettricità, in particolare a seguito della crescita economica e demografica.
Non sorprende dunque che, secondo una nuova inchiesta, anche il 51,4% delle imprese associate a swissmem (l’associazione delle imprese dell’industria svizzera delle macchine, degli equipaggiamenti elettrici e dei metalli) si attendano un aumento del consumo di elettricità.
Infine, nonostante il potenziale di riduzione del consumo di elettricità realizzabile all’interno delle imprese grazie a misure economicamente redditizie, una diminuzione del futuro consumo totale sembra poco probabile. Un nuovo articolo costituzionale non cambierebbe nulla.
Vari studi mettono in discussione il fatto che sia possibile raggiungere l’obiettivo dell’iniziativa popolare. Così, l’Agenzia dell’energia per l’economia (AEnEC) ritiene, nel suo studio “Stromeffizienz der Schweizer Wirtschaft” che sia possibile ridurre il consumo di elettricità delle imprese del 24% al massimo entro il 2050, grazie a misure economicamente redditizie. Finora, circa 2200 imprese hanno aderito all’AEnEC e ridotto il loro consumo di elettricità di 1 TWh in totale grazie ad impegni volontari. Entro il 2020 sarebbe possibile giungere ad una diminuzione di 2 TWh, ossia il doppio.
L’Associazione delle imprese elettriche svizzere (AES) ha accordato grande attenzione all’efficienza energetica nel proprio studio “Scenari per l’approvvigionamento elettrico futuro”. Nonostante misure tendenti ad aumentare ulteriormente l’efficienza energetica, due dei tre scenari prevedono un consumo di elettricità più elevato di oggi. Soltanto lo scenario più oneroso, il cui costo totale sarebbe di 150 miliardi di franchi circa, sfocia in un consumo inferiore all’orizzonte 2050.
Uno studio di economiesuisse, apparso già nel maggio 2012, ha esaminato ciò che avverrebbe, dal lato del mix energetico e dei prezzi, se il consumo di elettricità non diminuisse così fortemente come previsto dalla Confederazione. Esso si basa sui dati dell’Agenzia internazionale dell’energia (AIE) e di Swisspower, un gruppo di aziende elettriche urbane. Le due organizzazioni prevedono un aumento della domanda di elettricità, in particolare a seguito della crescita economica e demografica.
Non sorprende dunque che, secondo una nuova inchiesta, anche il 51,4% delle imprese associate a swissmem (l’associazione delle imprese dell’industria svizzera delle macchine, degli equipaggiamenti elettrici e dei metalli) si attendano un aumento del consumo di elettricità.
Infine, nonostante il potenziale di riduzione del consumo di elettricità realizzabile all’interno delle imprese grazie a misure economicamente redditizie, una diminuzione del futuro consumo totale sembra poco probabile. Un nuovo articolo costituzionale non cambierebbe nulla.