In vista del 1. ago­sto: co­strui­re sui no­stri va­lo­ri

Nel 19mo se­co­lo il no­stro paese con­ta­va an­co­ra tra i più po­ve­ri d’Eu­ro­pa – oggi fi­gu­ra tra le piaz­ze eco­no­mi­che più con­cor­ren­zia­li e be­ne­stan­ti del mondo. La Sviz­ze­ra può es­se­re sen­z’al­tro fiera di quan­to ha rag­giun­to. La festa na­zio­na­le è l’oc­ca­sio­ne per ri­cor­dar­ci cosa ha per­mes­so que­sto svi­lup­po e per­ché oggi ci tro­via­mo in una con­di­zio­ne fa­vo­re­vo­le men­tre altre na­zio­ni sono pre­ci­pi­ta­te nella crisi d’in­de­bi­ta­men­to e lot­ta­no con pro­ble­mi strut­tu­ra­li pres­so­ché in­sor­mon­ta­bi­li.
​La lunga e co­stan­te sca­la­ta della Sviz­ze­ra è da ri­con­dur­re alle virtù che la no­stra na­zio­ne ha messo in campo negli ul­ti­mi de­cen­ni. La no­stra Co­sti­tu­zio­ne li­be­ra­le, la com­bi­na­zio­ne di de­mo­cra­zia di­ret­ta e fe­de­ra­li­smo così come il senso per so­lu­zio­ni prag­ma­ti­che sono parte della ri­cet­ta di suc­ces­so. Lo sono al­tret­tan­to la plu­ra­li­tà cul­tu­ra­le, la no­stra aper­tu­ra di­na­mi­ca nei con­fron­ti del mondo, con­ser­van­do tut­ta­via la no­stra neu­tra­li­tà po­li­ti­ca, un forte spi­ri­to re­spon­sa­bi­le e im­pren­di­to­ria­le.

 
Mon­tar­si la testa non sa­reb­be il caso. I va­lo­ri so­pra­ci­ta­ti non pro­ven­go­no dalla di­vi­na prov­vi­den­za ma de­vo­no es­se­re cu­ra­ti at­ti­va­men­te e svi­lup­pa­ti. Que­sto vale per tutti gli am­bi­ti so­cia­li, in par­ti­co­la­re però l’at­ti­vi­tà eco­no­mi­ca. Chi resta sul posto e non si orien­ta al fu­tu­ro ri­ca­de pre­sto nella me­dio­cri­tà. Solo con una po­li­ti­ca at­ti­va e so­vra­na per ren­de­re at­trat­ti­va la piaz­za el­ve­ti­ca sarà pos­si­bi­le re­sta­re in testa nel con­te­sto della con­cor­ren­za glo­ba­le. Viva la Sviz­ze­ra!