Po­li­ti­ca ener­ge­ti­ca: ri­tor­no alla real­tà

​Ap­pa­re sem­pre più certo che il nuovo orien­ta­men­to della po­li­ti­ca ener­ge­ti­ca co­ste­rà molto di più di quan­to non am­met­ta il Con­si­glio fe­de­ra­le. Se il con­su­mo di elet­tri­ci­tà non di­mi­nui­rà come pre­vi­sto dal Con­si­glio fe­de­ra­le, bi­so­gna at­ten­der­si entro il 2050 un au­men­to mas­sic­cio delle im­por­ta­zio­ni di gas e un prez­zo del­l’e­ner­gia rad­dop­pia­to o tri­pli­ca­to.
​Sono que­ste le con­clu­sio­ni di uno stu­dio rea­liz­za­to dal­l’In­sti­tut für Wir­ts­chaf­ts­stu­dien Basel (IWSB). Con­si­de­ra­ta la cre­sci­ta eco­no­mi­ca e de­mo­gra­fi­ca, bi­so­gna dun­que at­ten­der­si un au­men­to della do­man­da di elet­tri­ci­tà. Uno stu­dio del­l’A­gen­zia del­l’e­ner­gia per l’e­co­no­mia (AEnEC) giun­ge alla stes­sa con­clu­sio­ne, e cioè che le ipo­te­si del Con­si­glio fe­de­ra­le re­la­ti­ve al con­su­mo di elet­tri­ci­tà non sono af­fat­to rea­li­sti­che: il Con­si­glio fe­de­ra­le ri­tie­ne che il po­ten­zia­le di ri­spar­mio delle im­pre­se sia di 18 te­ra­wat­to­re men­tre, ba­san­do­si sul­l’e­spe­rien­za ac­cu­mu­la­ta negli ul­ti­mi anni, l’AE­nEC ha va­lu­ta­to a 7 te­ra­wat­to­re al mas­si­mo il po­ten­zia­le di ri­spar­mio rea­liz­za­bi­le dalle im­pre­se entro il 2050. L’e­co­no­mia è pron­ta a con­tri­bui­re allo sfor­zo col­let­ti­vo e lo farà. Tut­ta­via, si igno­ra come la Con­fe­de­ra­zio­ne in­ten­da ri­dur­re il con­su­mo al­fi­ne di col­ma­re que­sta dif­fe­ren­za. Le ipo­te­si sulle quali si basa la Con­fe­de­ra­zio­ne per il nuovo orien­ta­men­to della po­li­ti­ca ener­ge­ti­ca non sono rea­li­sti­che e que­sto com­por­te­reb­be un au­men­to mas­sic­cio delle im­por­ta­zio­ni e una cre­sci­ta della di­pen­den­za nei con­fron­ti del­l’e­ste­ro. Pa­ral­le­la­men­te, la piaz­za di pro­du­zio­ne sviz­ze­ra di­ven­te­reb­be più one­ro­sa. Il di­bat­ti­to re­la­ti­vo al nuovo orien­ta­men­to della po­li­ti­ca ener­ge­ti­ca deve pro­se­gui­re, ma te­nen­do conto di ipo­te­si rea­li­sti­che. La si­cu­rez­za del­l’ap­prov­vi­gio­na­men­to non è la sola posta in gioco, vi è pure il fu­tu­ro della piaz­za eco­no­mi­ca.