Pes­si­mo se­gna­le per la piaz­za eco­no­mi­ca: le at­ti­vi­tà di fi­nan­zia­men­to ri­mar­ran­no al­l’e­ste­ro

​Il Con­si­glio fe­de­ra­le ha de­ci­so di ri­nun­cia­re per il mo­men­to ad una ri­for­ma del­l’im­po­sta pre­ven­ti­va. Que­sto è un se­gna­le ne­ga­ti­vo per la piaz­za eco­no­mi­ca sviz­ze­ra. Seb­be­ne la Sviz­ze­ra sia una delle prin­ci­pa­li piaz­ze fi­nan­zia­rie del mondo, i grup­pi sviz­ze­ri do­vran­no con­ti­nua­re a fi­nan­ziar­si al­l’e­ste­ro. Si trat­ta ora di met­te­re in campo delle mi­su­re ur­gen­ti.

​Il raf­for­za­men­to del mer­ca­to sviz­ze­ro dei ca­pi­ta­li fi­gu­ra da tempo nel­l’a­gen­da degli am­bien­ti eco­no­mi­ci. Il Con­si­glio fe­de­ra­le aveva trat­ta­to que­sto tema e pro­po­sto una ri­for­ma del­l’im­po­sta pre­ven­ti­va. Que­st’ul­ti­ma avreb­be au­men­ta­to l’at­trat­ti­vi­tà della Sviz­ze­ra per le at­ti­vi­tà di fi­nan­zia­men­to di so­cie­tà a vo­ca­zio­ne in­ter­na­zio­na­le e mi­glio­ra­to, nel con­tem­po, la fun­zio­ne di ga­ran­zia del­l’im­po­sta pre­ven­ti­va. Il Con­si­glio fe­de­ra­le ha ora de­ci­so di ri­nun­cia­re mo­men­ta­nea­men­te a que­sta ri­for­ma, ciò che è de­plo­re­vo­le.

L’im­po­sta pre­ven­ti­va pre­le­va­ta sulle ob­bli­ga­zio­ni sviz­ze­re rap­pre­sen­ta un pro­ble­ma per il mer­ca­to sviz­ze­ro dei ca­pi­ta­li. Le im­pre­se pos­so­no ot­te­ne­re dei pre­sti­ti a con­di­zio­ni poco con­cor­ren­zia­li. Di con­se­guen­za, al­cu­ne so­cie­tà sviz­ze­re ef­fet­tua­no que­ste ope­ra­zio­ni di fi­nan­zia­men­to al­l’e­ste­ro. Que­sto pro­ble­ma è noto da tempo e ha por­ta­to nel 2010 ad un ade­gua­men­to della re­la­ti­va or­di­nan­za. Tut­ta­via, i cam­bia­men­ti sono in­suf­fi­cien­ti e le im­pre­se sviz­ze­re con­ti­nua­no ad eser­ci­ta­re le loro at­ti­vi­tà di fi­nan­zia­men­to («cash-poo­ling») al­l’e­ste­ro. Per l’e­mis­sio­ne di ca­pi­ta­li in Sviz­ze­ra (o di pre­sti­ti ob­bli­ga­zio­na­ri), oc­cor­re­reb­be una ri­for­ma in pro­fon­di­tà che eso­ne­ri al­me­no gli in­ve­sti­to­ri stra­nie­ri dal­l’im­po­sta pre­ven­ti­va. Que­sta im­po­sta non ha nes­sun senso per loro, che non sono as­sog­get­ta­ti da un punto di vista fi­sca­le nel no­stro paese. È la ra­gio­ne per la quale le emis­sio­ni di ob­bli­ga­zio­ni im­por­tan­ti, per le quali la pre­sen­za di in­ve­sti­to­ri stra­nie­ri è ne­ces­sa­ria, sono ra­ra­men­te rea­liz­za­te in Sviz­ze­ra.

A farne le spese sono le im­pre­se, dal mo­men­to che il ri­cor­so ad una piaz­za fi­nan­zia­ria este­ra costa più caro. Que­sto priva inol­tre la piaz­za fi­nan­zia­ria sviz­ze­ra di un seg­men­to del mer­ca­to (le emis­sio­ni di ob­bli­ga­zio­ni). Gli im­pie­ghi e le en­tra­te fi­sca­li ad essa le­ga­ti si tro­va­no al­l’e­ste­ro e lo ri­mar­ran­no fino a nuovo av­vi­so, a causa del ri­fiu­to di pro­ce­de­re alla ri­for­ma del­l’im­po­sta pre­ven­ti­va.

La piaz­za eco­no­mi­ca sviz­ze­ra non ha molto da of­fri­re nel set­to­re del fi­nan­zia­men­to. Que­sto non è fa­vo­re­vo­le te­nu­to conto degli svi­lup­pi fi­sca­li in­ter­na­zio­na­li (pro­ce­du­re BEPS del­l’OC­SE), che po­treb­be­ro com­por­ta­re un ri­me­sco­la­men­to delle carte e delle fun­zio­ni cen­tra­li dei grup­pi con una mag­gio­re con­cen­tra­zio­ne verso al­cu­ne piaz­ze eco­no­mi­che.

Dopo la de­ci­sio­ne del Con­si­glio fe­de­ra­le, bi­so­gna ur­gen­te­men­te chie­der­si se oc­cor­ra adat­ta­re ra­pi­da­men­te l’or­di­nan­za re­la­ti­va al­l’im­po­sta pre­ven­ti­va, af­fin­ché dei grup­pi sviz­ze­ri pos­sa­no ge­sti­re le loro at­ti­vi­tà di fi­nan­zia­men­to in Sviz­ze­ra (eli­mi­na­re l’art.14a, cpv.3 OIP).