Tag der Wirtschaft

La Sviz­ze­ra alla vi­gi­lia delle ele­zio­ni – la po­li­ti­ca eco­no­mi­ca al top

L’as­sem­blea an­nua­le 2015 di eco­no­mie­suis­se si è con­cen­tra­ta sulle ele­zio­ni fe­de­ra­li e le sfide della pros­si­ma le­gi­sla­tu­ra. «L’ap­pli­ca­zio­ne del­l’i­ni­zia­ti­va ‘con­tro l’im­mi­gra­zio­ne di mas­sa’ è de­ci­si­va per l’im­pie­go e le de­ci­sio­ni d’in­ve­sti­men­to in Sviz­ze­ra», ha af­fer­ma­to il Pre­si­den­te Heinz Kar­rer. La Pre­si­den­te della Con­fe­de­ra­zio­ne Si­mo­net­ta Som­ma­ru­ga ha sot­to­li­nea­to che un iso­la­men­to in ma­te­ria di po­li­ti­ca este­ra e la par­te­ci­pa­zio­ne eco­no­mi­ca al mer­ca­to del­l’UE sono in­con­ci­lia­bi­li. Aymo Bru­net­ti, ora­to­re ospi­te, ha fatto un con­fron­to tra la si­tua­zio­ne eco­no­mi­ca at­tua­le e quel­la pre­ce­den­te agli anni ’90 quan­do, no­no­stan­te chia­ri se­gna­li di av­ver­ti­men­to, non sono state va­ra­te delle ri­for­me.

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Le im­pre­se espor­ta­tri­ci ri­sen­to­no an­co­ra lo choc pro­vo­ca­to dal­l’a­bo­li­zio­ne del tasso mi­ni­mo di cam­bio con l’eu­ro e l’in­tro­du­zio­ne di tassi d’in­te­res­se ne­ga­ti­vi. È per­fi­no pro­ba­bi­le che que­sto choc possa ma­ni­fe­star­si nel corso dei pros­si­mi mesi in modo an­co­ra più de­ci­so. Se si con­si­de­ra­no il com­mer­cio este­ro e altri in­di­ca­to­ri, non vi è dub­bio che la Sviz­ze­ra sarà con­fron­ta­ta a cam­bia­men­ti do­lo­ro­si. In si­mi­li con­di­zio­ni è sor­pren­den­te co­sta­ta­re che il mondo po­li­ti­co a Berna, co­scien­te della si­tua­zio­ne, si osti­ni im­per­tur­ba­bil­men­te a pro­se­gui­re sulla pro­pria stra­da in­ve­ce di fare il pos­si­bi­le per non peg­gio­ra­re ul­te­rior­men­te le con­di­zio­ni qua­dro del­l’e­co­no­mia», ha ri­ba­di­to Heinz Kar­rer, Pre­si­den­te di eco­no­mie­suis­se.

 

Chia­ri­re le re­la­zio­ni con l’Eu­ro­pa

Per quan­to con­cer­ne l’ap­pli­ca­zio­ne del­l’i­ni­zia­ti­va «con­tro l’im­mi­gra­zio­ne di massa», la Sviz­ze­ra si trova in una si­tua­zio­ne dif­fi­ci­le per ne­go­zia­re con l’UE, af­fer­ma Heinz Kar­rer. A se­gui­to della clau­so­la ghi­gliot­ti­na che lega gli ac­cor­di bi­la­te­ra­li I tra di loro, non è sol­tan­to la li­be­ra cir­co­la­zio­ne delle per­so­ne, bensì anche l’in­te­gra­zio­ne al mer­ca­to del­l’UE ad es­se­re mi­nac­cia­ta. Gli am­bien­ti eco­no­mi­ci hanno pre­sen­ta­to una so­lu­zio­ne, la clau­so­la di sal­va­guar­dia, che li­mi­ta i ri­schi eco­no­mi­ci e pre­ser­va il più pos­si­bi­le le chan­ces di un’a­van­za­ta dei ne­go­zia­ti con l’UE. Il man­te­ni­men­to degli ac­cor­di bi­la­te­ra­li non di­pen­de uni­ca­men­te dal­l’ap­pli­ca­zio­ne del­l’i­ni­zia­ti­va «con­tro l’im­mi­gra­zio­ne di massa». Ad esem­pio, l’UE fa di­pen­de­re la ri­cer­ca di una so­lu­zio­ne per quan­to con­cer­ne la li­be­ra cir­co­la­zio­ne delle per­so­ne e l’e­sten­sio­ne del­l’ac­ces­so al mer­ca­to in­ter­no del­l’UE dal­l’en­tra­ta in ma­te­ria per dei ne­go­zia­ti su un ac­cor­do qua­dro isti­tu­zio­na­le. Oltre a que­ste va­ria­bi­li re­la­ti­ve alla po­li­ti­ca este­ra, sulle quali l’e­co­no­mia può la­vo­ra­re, gli am­bien­ti eco­no­mi­ci sono co­scien­ti del con­tri­bu­to che pos­so­no dare per uti­liz­za­re me­glio il po­ten­zia­le di ma­no­do­pe­ra in­di­ge­na. So­ste­nia­mo dun­que con tutte le no­stre forze l’i­ni­zia­ti­va «Fu­tu­ro del mer­ca­to sviz­ze­ro del la­vo­ro» lan­cia­ta con­giun­ta­men­te in gen­na­io dal­l’U­nio­ne sviz­ze­ra degli im­pren­di­to­ri e da eco­no­mie­suis­se, allo scopo di mi­glio­ra­re la quota d’at­ti­vi­tà delle per­so­ne di una certa età, delle donne, dei gio­va­ni e delle per­so­ne di­sa­bi­li.  

 

Il pe­ri­co­lo del­l’au­to­sod­di­sfa­zio­ne eco­no­mi­ca

Aymo Bru­net­ti, pro­fes­so­re di eco­no­mia po­li­ti­ca al­l’U­ni­ver­si­tà di Berna e ora­to­re ospi­te, ha ri­cor­da­to il per­cor­so della Sviz­ze­ra ed ha mo­stra­to le pro­spet­ti­ve che si pre­sen­ta­no ad essa. Oggi l’e­co­no­mia sviz­ze­ra va molto bene. Si corre dun­que il ri­schio del­l’au­to­sod­di­sfa­zio­ne, un po’ come al­l’i­ni­zio degli anni ’90. No­no­stan­te chia­ri se­gna­li, in que­gli anni non si è in­tra­pre­sa nes­su­na ri­for­ma im­por­tan­te. E nel mo­men­to in cui ciò è stato fatto, i re­la­ti­vi costi sono stati inu­til­men­te alti a causa del crol­lo del­l’e­co­no­mia. Oggi, si av­ver­to­no se­gna­li chia­ri su te­ma­ti­che ana­lo­ghe: gli ac­cor­di bi­la­te­ra­li con l’UE sono in pe­ri­co­lo, le la­cu­ne di fi­nan­zia­men­to delle as­si­cu­ra­zio­ni so­cia­li - e dun­que un ri­schio di evo­lu­zio­ne in­con­trol­la­ta dei de­fi­cit - sono pre­ve­di­bi­li e il fran­co è net­ta­men­te so­prav­va­lu­ta­to. «Gli am­bien­ti po­li­ti­ci do­vreb­be­ro pren­de­re sul serio que­sti se­gna­li e non aspet­ta­re che la si­tua­zio­ne si de­te­rio­ri for­te­men­te», ha messo in guar­dia Aymo Bru­net­ti. Du­ran­te la pros­si­ma le­gi­sla­tu­ra sa­reb­be op­por­tu­no oc­cu­par­si prio­ri­ta­ria­men­te di con­so­li­da­re la via bi­la­te­ra­le e di adat­ta­re l’età di pen­sio­na­men­to al­l’e­vo­lu­zio­ne de­mo­gra­fi­ca.

 

Par­te­ci­pa­zio­ne eco­no­mi­ca e iso­la­men­to in ma­te­ria di po­li­ti­ca este­ra

Nel suo mes­sag­gio a nome del Con­si­glio fe­de­ra­le, Si­mo­net­ta Som­ma­ru­ga, Pre­si­den­te della Con­fe­de­ra­zio­ne, ha ri­cor­da­to la re­la­zio­ne tra la Sviz­ze­ra e l’UE. Dopo l’ac­cet­ta­zio­ne del­l’i­ni­zia­ti­va «con­tro l’im­mi­gra­zio­ne di massa», nel feb­bra­io 2014, regna una gran­de in­cer­tez­za: «La re­la­zio­ne tra la Sviz­ze­ra e l’UE è messa a dura prova. Chia­ri­re que­sta re­la­zio­ne è pro­ba­bil­men­te il prin­ci­pa­le com­pi­to po­li­ti­co dei pros­si­mi anni», ha di­chia­ra­to Si­mo­net­ta Som­ma­ru­ga. Il fatto è che la Sviz­ze­ra ha nu­me­ro­si dos­sier in corso con l’UE. Una cosa de­v’es­se­re chia­ra: «L’i­so­la­men­to in ma­te­ria di po­li­ti­ca este­ra e la par­te­ci­pa­zio­ne eco­no­mi­ca al mer­ca­to del­l’UE sono due cose in­con­ci­lia­bi­li. O noi ci ri­pie­ghia­mo su noi stes­si, o fac­cia­mo parte dello spa­zio eco­no­mi­co. Pre­ten­de­re che le due cose siano pos­si­bi­li con­tem­po­ra­nea­men­te si­gni­fi­ca in­gan­na­re la po­po­la­zio­ne».

 

Pen­san­do ai gran­di temi po­li­ti­ci, come la Stra­te­gia ener­ge­ti­ca 2050, lo scam­bio au­to­ma­ti­co di in­for­ma­zio­ni in ma­te­ria fi­sca­le o il fondo per le stra­de na­zio­na­li e il traf­fi­co d’ag­glo­me­ra­to, la Pre­si­den­te della Con­fe­de­ra­zio­ne ha ri­ba­di­to: «Conto sul con­tri­bu­to del­l’e­co­no­mia quan­do si trat­ta di lan­cia­re dei pro­get­ti di ri­for­ma co­strut­ti­vi». Poi­ché, «in una de­mo­cra­zia di­ret­ta, tutti gli at­to­ri de­vo­no es­se­re pron­ti a ten­de­re la mano in ogni mo­men­to per rag­giun­ge­re un com­pro­mes­so».

 

Le aspet­ta­ti­ve nei con­fron­ti della pros­si­ma le­gi­sla­tu­ra hanno inol­tre su­sci­ta­to un vi­va­ce di­bat­ti­to tra Tho­mas Ae­schi, con­si­glie­re na­zio­na­le UDC, Pri­sca Bir­rer-Heimo, con­si­glie­ra na­zio­na­le PS, An­drea Ca­ro­ni, con­si­glie­re na­zio­na­le PLR, Chri­sto­ph Franz, Pre­si­den­te del con­si­glio d’am­mi­ni­stra­zio­ne di Roche Hol­ding SA, Eva Jai­sli, CEO di PB Swiss Tools AG e Eli­sa­be­th Sch­nei­der-Sch­nei­ter, con­si­glie­ra na­zio­na­le PPD.

 

Al­cu­ne foto della ma­ni­fe­sta­zio­ne sa­ran­no pub­bli­ca­te su http://​www.​eco​nomi​esui​sse.​ch/​gallery.