«Eco­no­mia verde»: il Par­la­men­to dice stop a trop­pa bu­ro­cra­zia

Il Con­si­glio na­zio­na­le l’a­ve­va già fatto du­ran­te la ses­sio­ne au­tun­na­le, il Con­si­glio degli Stati ha fatto al­tret­tan­to que­sta set­ti­ma­na: esso ha schiac­cia­to il tasto STOP nel mo­men­to giu­sto e re­spin­to il con­tro­pro­get­to in­di­ret­to al­l’i­ni­zia­ti­va «Eco­no­mia verde». A giu­sta ra­gio­ne, poi­ché que­sto con­tro­ver­so pro­get­to avreb­be af­fi­da­to ampie com­pe­ten­ze alla Con­fe­de­ra­zio­ne, gon­fia­to la bu­ro­cra­zia e in­tro­dot­to mi­su­re pe­san­ti, senza gran­di be­ne­fi­ci per l’am­bien­te.

Il Par­la­men­to ha lan­cia­to un chia­ro se­gna­le: in­ve­ce di af­fi­da­re la ge­stio­ne delle ri­sor­se allo Stato, la Sviz­ze­ra deve pro­se­gui­re sulla via in­tra­pre­sa con suc­ces­so in ma­te­ria di pro­te­zio­ne del­l’am­bien­te.

Que­sta via si è ri­ve­la­ta frut­tuo­sa. Nes­sun altro paese con­ci­lia così bene la cre­sci­ta con lo svi­lup­po so­ste­ni­bi­le e nes­sun altro paese di­spo­ne di di­ret­ti­ve così ri­gi­de nei set­to­ri del ri­ci­clag­gio e del­l’e­co­no­mia a ciclo chiu­so. Le im­pre­se in­no­va­no con­ti­nua­men­te nei set­to­ri della co­stru­zio­ne, dei pro­ces­si di pro­du­zio­ne in­du­stria­li, nella mo­bi­li­tà, nella pro­du­zio­ne di ener­gia non­ché nella pro­te­zio­ne del clima e del­l’am­bien­te.

La Sviz­ze­ra con­tri­bui­sce con­si­de­re­vol­men­te alla pro­te­zio­ne del­l’am­bien­te at­tra­ver­so la for­ni­tu­ra di in­no­va­zio­ni e di tec­no­lo­gie di punta in tutto il mondo. Ad esem­pio, l’u­ti­liz­zo di tec­ni­che avan­za­te for­ni­te dalla sola ABB per­met­te di ri­dur­re il con­su­mo di ener­gia mon­dia­le an­nua­le di un vo­lu­me equi­va­len­te a quel­lo di 40 mi­lio­ni di eco­no­mie do­me­sti­che eu­ro­pee. Le im­pre­se el­ve­ti­che crea­no così degli im­pie­ghi in Sviz­ze­ra e al­l’e­ste­ro, espor­ta­no degli stan­dard am­bien­ta­li e so­cia­li ele­va­ti e con­tri­bui­sco­no anche ad una cre­sci­ta «sana» al­l’e­ste­ro. Il tutto senza l’in­ter­ven­to dello Stato.

Com­bat­te­re­mo fer­ma­men­te una «bu­ro­cra­zia verde» che vuole met­te­re sotto tu­te­la i con­su­ma­to­ri e le im­pre­se.

Il tema non è però an­co­ra com­ple­ta­men­te li­qui­da­to: nel 2016 il po­po­lo dovrà pro­nun­ciar­si sul­l’i­ni­zia­ti­va po­po­la­re «Per un’e­co­no­mia so­ste­ni­bi­le ed ef­fi­cien­te in ma­te­ria di ge­stio­ne delle ri­sor­se (eco­no­mia verde)». Que­st’ul­ti­ma chie­de che la Sviz­ze­ra ri­du­ca il pro­prio con­su­mo di ri­sor­se di al­me­no due terzi. Un’e­spe­rien­za pe­ri­co­lo­sa, che com­por­ta nu­me­ro­si ri­schi e pe­ri­co­li im­pre­ve­di­bi­li. Il Con­si­glio fe­de­ra­le e il Par­la­men­to ri­ten­go­no giu­sta­men­te che l’i­ni­zia­ti­va non possa es­se­re at­tua­ta. eco­no­mie­suis­se, con il so­ste­gno di part­ner, pre­pa­ra una cam­pa­gna evi­den­zian­do i pe­ri­co­li del­l’i­ni­zia­ti­va. Com­bat­te­re­mo fer­ma­men­te una «bu­ro­cra­zia verde» che vuole met­te­re sotto tu­te­la i con­su­ma­to­ri e le im­pre­se.