Dibattito sull’IVA: la soluzione è il tasso unico
Il Consiglio nazionale ha rifiutato questa settimana di abbassare temporaneamente il tasso dell’IVA per attenuare gli effetti del franco forte. Parallelamente è stata depositata l’iniziativa contro l’IVA discriminatoria per il settore della ristorazione. L’introduzione di un tasso unico dell’IVA si giustificherebbe ulteriormente in base a questi due dossier.
L’IVA è stata al centro delle discussioni dei dibattiti parlamentari. Il Consiglio nazionale ha rifiutato tutta una serie di proposte tendenti a ridurre il tasso dell’IVA per attenuare gli effetti del franco forte. Di queste riduzioni avrebbero dovuto approfittare tutti: i consumatori, in particolare la ristorazione, l’industria alberghiera, nonché le ferrovie di montagne. Le maggioranze politiche contro la riduzione dei tassi erano in parte risicate.
In materia di IVA, le modifiche dei tassi implicano costi elevati per le imprese e dovrebbero essere annunciati almeno in anticipo di un anno. Questo è quanto ha mostrato l’aumento dell’imposta a favore dell’AI all’inizio del 2011. Inoltre, gli adattamenti temporanei – un anno la durata proposta – non portano molto. In Svizzera le differenze dei tassi sono troppo esigue perché diano impulsi a corto termine. A lungo termine la questione cambia: la riduzione, netta, del tasso dell’IVA per la maggioranza dei beni e dei servizi a circa il 6% - proposta nell’ambito dell’introduzione del tasso unico – produrrebbe effetti positivi tangibili. Questi effetti si manifesterebbero nella forma di una crescita sensibile del potere d’acquisto delle economie domestiche.
Equità fiscale e snellimento della burocrazia
Da tempo i ristoratori chiedono la riduzione dell’IVA per il loro settore. Tuttavia l’alleggerimento del carico fiscale non è che uno dei molti obiettivi. Essi auspicano anche l’equità fiscale e lo snellimento della burocrazia. Un’iniziativa popolare che va in questo senso è stata depositata. Intitolata « Stop all’IVA discriminatoria per la ristorazione! » essa chiede l’applicazione dello stesso tasso dell’IVA alla ristorazione tradizionale, al commercio al dettaglio e ai take away. Gli ultimi due settori applicano oggi un tasso dell’IVA ridotto – che attualmente ammonta al 2,5% - mentre i ristoranti devono imporre ai consumatori l’8%. L’obiettivo dell’iniziativa popolare può essere raggiunto con una riduzione del tasso dell’IVA applicato alla ristorazione ma anche attraverso l’introduzione di un tasso unico.
Le preoccupazioni – parità di trattamento sul piano fiscale e condizioni di concorrenza identiche – non sono contestabili. E l’attribuzione di un privilegio supplementare non è una soluzione per risolvere il problema. Nel quadro del dibattito sull’IVA, l’intero Consiglio nazionale, da destra a sinistra, era d’accordo nell’affermare che le discriminazioni arbitrarie sono dannose. La soluzione a questo problema è semplice: occorre introdurre il tasso unico il più rapidamente possibile.
In materia di IVA, le modifiche dei tassi implicano costi elevati per le imprese e dovrebbero essere annunciati almeno in anticipo di un anno. Questo è quanto ha mostrato l’aumento dell’imposta a favore dell’AI all’inizio del 2011. Inoltre, gli adattamenti temporanei – un anno la durata proposta – non portano molto. In Svizzera le differenze dei tassi sono troppo esigue perché diano impulsi a corto termine. A lungo termine la questione cambia: la riduzione, netta, del tasso dell’IVA per la maggioranza dei beni e dei servizi a circa il 6% - proposta nell’ambito dell’introduzione del tasso unico – produrrebbe effetti positivi tangibili. Questi effetti si manifesterebbero nella forma di una crescita sensibile del potere d’acquisto delle economie domestiche.
Equità fiscale e snellimento della burocrazia
Da tempo i ristoratori chiedono la riduzione dell’IVA per il loro settore. Tuttavia l’alleggerimento del carico fiscale non è che uno dei molti obiettivi. Essi auspicano anche l’equità fiscale e lo snellimento della burocrazia. Un’iniziativa popolare che va in questo senso è stata depositata. Intitolata « Stop all’IVA discriminatoria per la ristorazione! » essa chiede l’applicazione dello stesso tasso dell’IVA alla ristorazione tradizionale, al commercio al dettaglio e ai take away. Gli ultimi due settori applicano oggi un tasso dell’IVA ridotto – che attualmente ammonta al 2,5% - mentre i ristoranti devono imporre ai consumatori l’8%. L’obiettivo dell’iniziativa popolare può essere raggiunto con una riduzione del tasso dell’IVA applicato alla ristorazione ma anche attraverso l’introduzione di un tasso unico.
Le preoccupazioni – parità di trattamento sul piano fiscale e condizioni di concorrenza identiche – non sono contestabili. E l’attribuzione di un privilegio supplementare non è una soluzione per risolvere il problema. Nel quadro del dibattito sull’IVA, l’intero Consiglio nazionale, da destra a sinistra, era d’accordo nell’affermare che le discriminazioni arbitrarie sono dannose. La soluzione a questo problema è semplice: occorre introdurre il tasso unico il più rapidamente possibile.