Iniziativa per alimenti equi: no a una tutela costosa
- Introduction L’essenziale in breve | Posizione di economiesuisse
- Chapter 1 Di che cosa si tratta?
- Chapter 2 Mostroso apparato burocratico impossibile da attuare
- Chapter 3 Derrate alimentari più costose e scelta minore per i consumatori
- Chapter 4 Dannosa per il commercio al dettaglio, l'industria alimentare e il turismo
- Chapter 5 L'iniziativa creerebbe problemi anche gli agricoltori
- Chapter 6 L’iniziativa viola accordi internazionali e non giova a nessuno
- Chapter 7 La tendenza segue la direzione giusta, perciò la messa sotto tutela è superflua
- Chapter 8 Conclusione: un chiaro no dal punto di vista dell'economia
Mostroso apparato burocratico impossibile da attuare
Al più tardi tre anni dopo l'accettazione dell'iniziativa, sul mercato svizzero potrebbero essere offerte solo derrate alimentari che corrispondono ai criteri dei promotori dell'iniziativa. La Svizzera dovrebbe quindi garantire che le derrate alimentari e gli alimenti per animali adempiano i nuovi standard. Il problema fondamentale consiste nelle numerose domande correlate: come possono essere definite le condizioni di lavoro eque? Salari e orari di lavoro svizzeri oppure eventuali standard internazionali? Cosa significa rispetto degli animali nel caso dei canguri? Gli standard svizzeri possono essere applicati per questi marsupiali? Cosa significa rispetto delle risorse? La coltivazione di avocado non è per niente rispettosa delle risorse e quindi i frutti non possono essere importati? Oppure possono essere importati solo gli avocado coltivati con il maggiore rispetto possibile delle risorse? Ma quali sono le caratteristiche minime che rendono la coltivazione di avocado rispettosa delle risorse?
L'iniziativa potrebbe dunque essere attuata solo con un onere amministrativo enorme. Le derrate alimentari importate in Svizzera dovrebbero recare dichiarazioni comprovanti i requisiti richiesti dai sostenitori dell'iniziativa. Questi documenti andrebbero sottoposti al controllo approfondito dei funzionari doganali svizzeri. Solo questo aspetto porterebbe a un onere amministrativo per le imprese e a un aumento del personale presso la Confederazione. Le autorità doganali non potrebbero limitarsi a un semplice controllo dei documenti. Infatti, una verifica sulla base dell'autodichiarazione non potrebbe garantire che gli standard prescritti vengano effettivamente rispettati. I funzionari svizzeri dovrebbero addirittura recarsi all'estero per controllare se gli standard di produzione dichiarati vengono effettivamente rispettati. Tuttavia, affinché le autorità di ammissione svizzere possano procedere ai controlli all'estero senza violare l'integrità territoriale, la Svizzera dovrebbe concludere degli accordi con i paesi in questione. Siccome a differenza degli interessati attivi lungo la catena di produzione di valore lo Stato non conosce i fornitori, le autorità di controllo dovrebbero innanzitutto creare una rete di contatti. Nel caso delle derrate alimentari svizzere altamente trasformate, l'onere diventa enorme. Per le lasagne surgelate bisognerebbe verificare l'intera catena di fornitura: l'agricoltore che coltiva il frumento, il mulino che lo macina per produrre la farina, i diversi coltivatori di basilico, i produttori di sale, di concentrato di pomodoro, ecc. Con oltre 20 ingredienti, il lavoro sarebbe enorme.
Lo Stato potrebbe delegare i controlli a un organismo di certificazione privato. Degli uffici accreditati verificherebbero il rispetto delle direttive e certificherebbero le derrate alimentari. Tuttavia, oggi i marchi privati si assumono le responsabilità legate alla loro reputazione. Per questi organismi di certificazione lo Stato dovrebbe invece procedere a verifiche e controlli.
Il controllo e la garanzia di tutte le direttive concernenti i settori dalla protezione degli animali alla protezione dell'ambiente, passando per le condizioni di lavoro, non sono attuabili né con un'autorità di ammissione statale, né con un ente di certificazione privato. Solo nel 2016 la Svizzera ha importato derrate alimentari per circa 4 milioni di tonnellate. Ciò corrisponde a circa il 50% di tutte le derrate alimentari. Il Consiglio federale prevede che l'accettazione dell'iniziativa provocherebbe l'impedimento delle importazioni di merci in Svizzera.Di conseguenza, anche l'approvvigionamento della Svizzera con derrate di prima necessità sarebbe messo a repentaglio. Inoltre, il mostro burocratico da introdurre divorerebbe ogni anno milioni di franchi provenienti dai contribuenti. Dal punto di vista finanziario questi ultimi soffrirebbero ben due volte. Da un lato a seguito di un'imposizione fiscale maggiore e dall'altro anche a causa dell'aumento del prezzo delle derrate alimentari.