Il Consiglio nazionale rende un pessimo servizio agli agricoltori
Il Consiglio nazionale ha deciso di fare un passo indietro accettando la reintroduzione dei contributi all’esportazione di bestiame. In questo modo, esso invita gli allevatori a produrre senza tener conto del mercato. Anche l’aumento di 122 milioni di franchi a favore dell’agricoltura è incomprensibile.
I contributi all’esportazione di bestiame sono stati giustamente aboliti alla fine del 2009, poiché provocavano distorsioni della concorrenza ed erano economicamente inefficaci. Quasi contemporaneamente, il consigliere nazionale Elmar Bigger ne ha chiesto la loro reintroduzione (iniziativa parlamentare Bigger “Mantenimento delle esportazioni svizzere di bestiame”).
Alla fine della sessione speciale, il Consiglio nazionale ha adottato il corrispondente progetto di legge con 96 voti contro 63. Tuttavia, prima che i contributi vengano effettivamente reintrodotti, il Consiglio degli Stati dovrà adottare il progetto e le Camere dovranno sospendere il freno all’indebitamento, poiché la soglia di 101 voti richiesta per la maggioranza qualificata non è stata raggiunta.
Gli ambienti economici si oppongono fermamente a questo ritorno all’economia pianificata. Simili sovvenzioni alle esportazioni inducono distorsioni della concorrenza e sono inefficaci. A ciò va aggiunto che esse sono state soppresse senza causare danni particolari. L’agricoltura sarebbe propensa a orientare maggiormente la propria produzione al mercato. Se i prezzi dei prodotti sono troppo elevati per l’esportazione, non bisogna supportarli artificialmente mediante sussidi. L’agricoltura deve confrontarsi ai prezzi effettivi e gli agricoltori produrre in funzione della richiesta di mercato. In caso contrario, i prezzi elevati li inciterebbero a produrre maggiormente e sarebbero necessari nuovi sussidi. Occorre assolutamente evitare questo circolo vizioso.
Anche l’aumento di 122 milioni di franchi del contributo a favore dell’agricoltura per il 2012-2013 è incomprensibile. Esso era stato proposto allo scopo di compensare la diminuzione di 122 milioni di franchi in relazione al programma di consolidamento (PCO). Tuttavia, dal momento che il Consiglio degli Stati non è entrato in materia sul PCO nel corso della sessione primaverile, le decisioni adottate sfociano in un netto aumento delle risorse a favore dell’agricoltura. Le Camere mancano così un’occasione di snellire le strutture in questo settore, una misura tuttavia indispensabile. Visto il potenziale di risparmio in gioco e le evidenti inefficienze che perdurano, occorre ridurre – e non aumentare – i contributi finanziari!
Alla fine della sessione speciale, il Consiglio nazionale ha adottato il corrispondente progetto di legge con 96 voti contro 63. Tuttavia, prima che i contributi vengano effettivamente reintrodotti, il Consiglio degli Stati dovrà adottare il progetto e le Camere dovranno sospendere il freno all’indebitamento, poiché la soglia di 101 voti richiesta per la maggioranza qualificata non è stata raggiunta.
Gli ambienti economici si oppongono fermamente a questo ritorno all’economia pianificata. Simili sovvenzioni alle esportazioni inducono distorsioni della concorrenza e sono inefficaci. A ciò va aggiunto che esse sono state soppresse senza causare danni particolari. L’agricoltura sarebbe propensa a orientare maggiormente la propria produzione al mercato. Se i prezzi dei prodotti sono troppo elevati per l’esportazione, non bisogna supportarli artificialmente mediante sussidi. L’agricoltura deve confrontarsi ai prezzi effettivi e gli agricoltori produrre in funzione della richiesta di mercato. In caso contrario, i prezzi elevati li inciterebbero a produrre maggiormente e sarebbero necessari nuovi sussidi. Occorre assolutamente evitare questo circolo vizioso.
Anche l’aumento di 122 milioni di franchi del contributo a favore dell’agricoltura per il 2012-2013 è incomprensibile. Esso era stato proposto allo scopo di compensare la diminuzione di 122 milioni di franchi in relazione al programma di consolidamento (PCO). Tuttavia, dal momento che il Consiglio degli Stati non è entrato in materia sul PCO nel corso della sessione primaverile, le decisioni adottate sfociano in un netto aumento delle risorse a favore dell’agricoltura. Le Camere mancano così un’occasione di snellire le strutture in questo settore, una misura tuttavia indispensabile. Visto il potenziale di risparmio in gioco e le evidenti inefficienze che perdurano, occorre ridurre – e non aumentare – i contributi finanziari!