Il Consiglio federale conferisce maggiore autonomia alla CTI
Il Consiglio federale ha annunciato che intende trasformare la Commissione per la tecnologia e l’innovazione (CTI) in un’istituzione di diritto pubblico. Così, la CTI otterrebbe l’autonomia necessaria per svolgere efficacemente la sua missione nell’interesse dell’innovazione in Svizzera.
La decisione del Consiglio federale di conferire maggiore autonomia alla Commissione per la tecnologia e l’innovazione (CTI) e di trasformarla in un’istituzione di diritto pubblico risponde ad una vecchia richiesta degli ambienti economici. Nell’ambito della revisione parziale e totale della legge sulla promozione della ricerca e dell’innovazione (LPRI), economiesuisse si era espressa a favore della creazione di una fondazione sul modello del Fondo nazionale svizzero (FNS). La soluzione equivalente scelta oggi per la CTI è il risultato di una mozione inoltrata dal consigliere agli Stati Felix Gutzwiller (PLR/ZH).
Attualmente, la CTI è organizzata come una commissione decisionale. Sebbene essa agisca per principio in maniera indipendente, la pratica ha mostrato che questa forma d’organizzazione non è adeguata. Un problema è che la CTI non è autorizzata a costituire delle riserve. Ora, se essa è costretta ad utilizzare tutte le risorse nel corso dell’anno, questo può avere un impatto negativo sulle esigenze in termini di qualità dei progetti sostenuti. Lo si è visto in particolare quando, a seguito del franco forte, la Confederazione ha destinato dei fondi supplementari alla CTI.
Equivalenti ma differenti
La decisione del Consiglio federale avvicina la CTI al FNS sul piano organizzativo. Questo age-volerà gli scambi fra le due istituzioni mantenendo nel contempo «la differenza nell’equivalenza». La nuova forma organizzativa permetterà in particolare di separare i compiti strategici ed operati-vi, di abbreviare la presa di decisioni e di semplificare i processi amministrativi. Ciò è indispensa-bile affinché la CTI possa disporre del know-how degli esperti attivi nell’economia. Soltanto dei processi decisionali rapidi e non burocratici permetteranno di attirare dei responsabili di diparti-menti di ricerca, degli imprenditori o dei membri di direzione di imprese in qualità di esperti nell’ambito della CTI. Questo trasferimento di know-how diretto dall’economia è decisivo per il successo della ricerca e della piazza economica svizzera.
Attualmente, la CTI è organizzata come una commissione decisionale. Sebbene essa agisca per principio in maniera indipendente, la pratica ha mostrato che questa forma d’organizzazione non è adeguata. Un problema è che la CTI non è autorizzata a costituire delle riserve. Ora, se essa è costretta ad utilizzare tutte le risorse nel corso dell’anno, questo può avere un impatto negativo sulle esigenze in termini di qualità dei progetti sostenuti. Lo si è visto in particolare quando, a seguito del franco forte, la Confederazione ha destinato dei fondi supplementari alla CTI.
Equivalenti ma differenti
La decisione del Consiglio federale avvicina la CTI al FNS sul piano organizzativo. Questo age-volerà gli scambi fra le due istituzioni mantenendo nel contempo «la differenza nell’equivalenza». La nuova forma organizzativa permetterà in particolare di separare i compiti strategici ed operati-vi, di abbreviare la presa di decisioni e di semplificare i processi amministrativi. Ciò è indispensa-bile affinché la CTI possa disporre del know-how degli esperti attivi nell’economia. Soltanto dei processi decisionali rapidi e non burocratici permetteranno di attirare dei responsabili di diparti-menti di ricerca, degli imprenditori o dei membri di direzione di imprese in qualità di esperti nell’ambito della CTI. Questo trasferimento di know-how diretto dall’economia è decisivo per il successo della ricerca e della piazza economica svizzera.