Skyline von Jakarta

Il consigliere federale Johann Schneider-Ammann nei paesi emergenti del Sud-Est asiatico

​Il consigliere federale Johann Schneider-Ammann, accompagnato da una delegazione economica di alto rango, si è recato in Vietnam e in Indonesia. La Svizzera vorrebbe sottoscrivere un accordo di libero scambio con questi due paesi. I negoziati ministeriali e i progetti svizzeri di cooperazione allo sviluppo sono stati i punti forti di questa missione.

​Vietnam
Gli obiettivi primari della missione economica del consigliere federale Johann Schneider-Ammann in Vietnam sono stati i negoziati per un accordo di libero scambio, la cooperazione allo sviluppo economico e la visita della metropoli economica di Ho-Chi-Minh-City. Tra qualche anno, il Vietnam diventerà uno sbocco importante per l’economia svizzera. Questo paese emergente ha registrato una robusta crescita negli ultimi anni e ha ancora un grande potenziale in tutti i settori, con un mercato di 90 milioni di abitanti. Tuttavia, il paese potrà sfruttarlo pienamente soltanto se saranno attuate riforme radicali, come hanno sottolineato vari interlocutori. Imprese statali sovradimensionate, un sistema bancario fragile con problematiche nell’ambito della concessione di crediti e la corruzione pongono dei problemi. E’ necessaria una modifica della Costituzione affinché le riforme strutturali siano efficaci. Per questo il processo di revisione costituzionale in corso è importante per il futuro sviluppo economico del Vietnam. Il governo di Hanoi ha ricevuto circa 26 milioni di commenti da parte dei cittadini, ma il partito comunista non vuole soddisfare tutte le aspettative di un’ulteriore apertura del paese. In questi ultimi anni, si è assistito alla comparsa di una nuova classe media molto intraprendente e motivata. Su questa evoluzione fonda la cooperazione allo sviluppo in Vietnam. La cooperazione allo sviluppo classica è stata gradualmente sostituita dalla cooperazione economica della SECO. Con progetti mirati e un know-how tecnico vengono introdotti processi di produzione rispettosi dell’ambiente. Ad esempio un progetto destinato a migliorare la produttività e le condizioni di lavoro nell’industria di produzione dei mobili rappresenta un successo.

I colloqui a livello governativo si sono in particolare focalizzati sui negoziati in corso in vista di un possibile accordo di libero scambio. La delegazione vietnamita si è dimostrata molto interessata ad un aumento degli investimenti provenienti dalla Svizzera. Le circa 90 imprese svizzere attualmente presenti in Vietnam sono percepite positivamente quali investitori e datori di lavoro. Nel contempo, il Vietnam si mostra reticente ad aprire maggiormente il proprio mercato alla Svizzera e occorrerà ancora del tempo prima della ratifica dell’accordo di libero scambio. E’ possibile che Hanoi si impegni in primis sulle prossime misure di riforma.

Indonesia
In Indonesia, la crescita economica si è attenuata. Questa situazione si spiega sia a seguito del rallentamento della congiuntura internazionale, sia per l’assenza di riforme in questo paese. Fino alle elezioni della prossima estate non è infatti prevista nessuna misura in questo senso. Il bilancio delle riforme politiche ed economiche è tuttavia positivo. La democrazia è ben ancorata, le competenze delle regioni sono state sensibilmente estese e numerosi mercati sono stati liberalizzati. Queste riforme strutturali sono state avviate immediatamente dopo la crisi asiatica del 1998. L’Indonesia è il paese più popolato del Sud-Est asiatico. La classe media aumenta rapidamente e conta attualmente quasi 50 milioni di cittadini. Di conseguenza, il potere d’acquisto è fortemente aumentato. Le prospettive sono molto favorevoli e, secondo le stime degli economisti della Banca mondiale, il paese diventerà entro il 2032 la settima potenza economica del mondo. Una grande attenzione è inoltre accordata allo sviluppo sostenibile. L’Indonesia consuma molte risorse e il governo ha previsto diversi progetti destinati a migliorare il bilancio ecologico del paese. Sono ad esempio stati intrapresi dei progetti promettenti allo scopo di ridurre il consumo energetico nel settore dell’edilizia.

Tuttavia, sussistono ancora delle zone d’ombra. L’Indonesia è meno competitiva della Cina. Per questo sarà difficile, per ragioni politiche, proseguire l’apertura del mercato. Il paese ha allestito delle liste negative che limitano le partecipazioni di investitori esteri; in diversi settori, le succursali di imprese estere non possono essere detenute al 100% dalla stessa casa madre. Queste regole complicano il clima d’investimento e rallentano il trasferimento di know-how. Questo tema ha potuto essere discusso direttamente in occasione dei colloqui con i ministri. Il consigliere federale Johann Schneider-Ammann ha sottolineato a più riprese il vantaggio di un accordo di libero scambio tra l’AELS e l’Indonesia e il messaggio è stato molto ben recepito dal ministro del commercio. L’economia svizzera figura tra i principali investitori diretti e il suo importante ruolo per la crescita a lungo termine è riconosciuto. Circa 150 imprese svizzere sono già presenti in Indonesia. Bilancio: occorreranno probabilmente ancora varie tappe di negoziati prima della ratifica dell’accordo di libero scambio. La diplomazia economica svizzera, che ha conquistato molti successi in Asia, sarà dunque confrontata a grandi sfide in Indonesia.