Frachtschiff im Hamburger Hafen

Buone notizie per le imprese esportatrici svizzere: l’Asia crea la più grande zona di libero scambio al mondo

Gli Stati membri dell’ASEAN hanno fondato, con la Cina, il Giappone, la Corea del Sud, l’Australia e la Nuova Zelanda, la più grande zona di libero scambio al mondo. Considerata la tendenza protezionistica di questi ultimi anni, si tratta di un’evoluzione positiva per la Svizzera quale nazione esportatrice. Spetta solo alla Svizzera continuare a garantire l’accesso ai paesi membri di questa regione attraverso accordi bilaterali. La ratifica dell’accordo di libero scambio con l’Indonesia, che sarà posto in votazione il prossimo marzo, riveste grande importanza.

Domenica 15 novembre, è stato portato a termine nell’ambito di un vertice virtuale dell’Asean, l’Associazione delle nazioni dell’Asia del Sud-Est l’accordo di libero scambio più importante concluso finora. 

IN ASIA SI STA CREANDO LA PIÙ GRANDE ZONA DI LIBERO SCAMBIO DEL MONDO

Al termine di otto anni di negoziati, i dieci membri dell’Asean nonché la Cina, il Giappone, la Corea del Sud, l’Australia e la Nuova Zelanda hanno sottoscritto il nuovo accordo di libero scambio, denominato «Regional Comprehensive Economic Partnership (RCEP)». La zona di libero scambio creata rappresenta circa il 30% della produzione economica mondiale, il 28% del volume degli scambi mondiali e circa 2,2 miliardi di persone. Per la Cina, si tratta del primo accordo multilaterale di libero scambio concluso. Tra i paesi partner inizialmente previsti, soltanto l’India si è ritirata prematuramente dai negoziati.

L’ACCORDO DI LIBERO SCAMBIO È POSITIVO PER LA SVIZZERA IN QUANTO NAZIONE ESPORTATRICE

La firma dell’accordo è una buona notizia per un’economia svizzera fortemente orientata alle esportazioni. La conclusione del RCEP lancia un segnale importante contro la recente ascesa del protezionismo – e questo da parte di una regione che, secondo gli economisti della banca HSBC, rappresenterà la metà della produzione economica mondiale tra dieci anni. L’accordo favorisce l’integrazione economica in seno alla regione Asia-Pacifico, principalmente riducendo i dazi doganali e uniformando le regole d’origine. Benché l’accordo copra diversi settori, dev’essere considerato come un primo passo verso l’apertura dei mercati. Indipendentemente dall’abolizione dei dazi doganali, l’accordo non prevede una liberalizzazione estesa degli appalti pubblici e dei servizi, né una migliore protezione della proprietà intellettuale. Tuttavia, ha un importante carattere simbolico. 

GLI ELETTORI SVIZZERI SI ESPRIMERANNO IL 7 MARZO 2021

La Svizzera intrattiene buone relazioni economiche con i paesi della regione Asia-Pacifico. Essa ha già concluso degli accordi di libero scambio con alcune economie asiatiche di peso quali la Cina, il Giappone, la Corea del Sud e Singapore. Il 7 marzo 2021, il popolo svizzero deciderà se intende intensificare le relazioni economiche con questa vasta regione. Di fatto, gli Svizzeri voteranno sulla ratifica dell’accordo di libero scambio negoziato con l’Indonesia. Un SÌ alle urne sarebbe un grande successo per entrambe le parti. Secondo gli esperti l’Indonesia, che fa parte della zona di libero scambio creata, diventerà la quarta economia mondiale entro il 2050. A medio termine, l’accordo di libero scambio sopprimerebbe il 98% degli attuali dazi doganali all’importazione per gli esportatori svizzeri. Esso sopprimerebbe inoltre numerosi ostacoli tecnici al commercio, aumenterebbe la certezza degli investimenti e rafforzerebbe la protezione della proprietà intellettuale. In quanto nazione esportatrice, la Svizzera farebbe bene ad accettare di ratificare l’accordo il 7 marzo 2021. Così facendo, non solo sfrutterà il grande potenziale commerciale inutilizzato con l'Indonesia, ma eviterà anche gli svantaggi derivanti dalla creazione del RCEP.