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Ac­cor­di con l’I­ran: cosa suc­ce­de­rà dopo il ri­ti­ro degli Stati Uniti dal­l’ac­cor­do sul nu­clea­re?

Dopo la de­ci­sio­ne degli Stati Uniti di ri­ti­rar­si dal­l’ac­cor­do sul nu­clea­re con l’I­ran, le im­pre­se di Stati terzi hanno un ter­mi­ne per ap­pli­ca­re le san­zio­ni eco­no­mi­che de­ci­se dal go­ver­no ame­ri­ca­no. Se non lo fanno, ri­schia­no multe ele­va­te o l’e­sclu­sio­ne dal mer­ca­to ame­ri­ca­no. Anche le im­pre­se espor­ta­tri­ci sviz­ze­re sono in­te­res­sa­te.

No­no­stan­te gli sfor­zi in­ten­si pro­fu­si dalla Fran­cia e dalla Ger­ma­nia per man­te­ne­re l’ac­cor­do sul nu­clea­re con l’I­ran, il pre­si­den­te ame­ri­ca­no Do­nald Trump ha or­di­na­to la set­ti­ma­na scor­sa la riat­ti­va­zio­ne delle san­zio­ni eco­no­mi­che con­tro l’I­ran. Ciò equi­va­le al ri­ti­ro degli Stati Uniti dal­l’ac­cor­do con­clu­so nel 2015 tra l’I­ran, i cin­que Stati mem­bri per­ma­nen­ti del Con­si­glio di si­cu­rez­za del­l’O­NU e la Ger­ma­nia. I set­to­ri mag­gior­men­te toc­ca­ti dalla riat­ti­va­zio­ne delle san­zio­ni ame­ri­ca­ne sono la tec­no­lo­gia nu­clea­re, l’a­stro­nau­ti­ca e i beni a du­pli­ce im­pie­go. Le san­zio­ni ame­ri­ca­ne po­treb­be­ro anche col­pi­re degli in­di­vi­dui, delle com­pa­gnie pe­tro­li­fe­re ed aeree non­ché delle as­si­cu­ra­zio­ni. Le san­zio­ni sulle tran­sa­zio­ni fi­nan­zia­rie, in­tro­dot­te prima della di­sdet­ta del­l’ac­cor­do, re­sta­no in vi­go­re.

Anche le im­pre­se di Stati terzi su­bi­ran­no delle con­se­guen­ze

La de­ci­sio­ne uni­la­te­ra­le degli Stati Uniti di ri­ti­rar­si dal­l’ac­cor­do sul nu­clea­re e anche di riat­ti­va­re le san­zio­ni ame­ri­ca­ne ha delle con­se­guen­ze anche sulle im­pre­se di Stati terzi. Le im­pre­se che non do­ves­se­ro ap­pli­ca­re le san­zio­ni eco­no­mi­che prima dello sca­de­re del ter­mi­ne tran­si­to­rio di 180 gior­ni, sa­ran­no og­get­to di san­zio­ni nel­l’am­bi­to delle loro at­ti­vi­tà negli Stati Uniti. Que­sto de­sti­no toc­che­reb­be anche alle im­pre­se sviz­ze­re che trat­ta­no con clien­ti ira­nia­ni e/o ame­ri­ca­ni, op­pu­re a quel­le che ge­sti­sco­no le loro at­ti­vi­tà pre­fe­ri­bil­men­te in dol­la­ri ame­ri­ca­ni.

Le con­se­guen­ze ne­ga­ti­ve per l’ex­port sviz­ze­ro sono mi­ni­me

Nel 2017, il vo­lu­me di espor­ta­zio­ni sviz­ze­ro in Iran ha rag­giun­to i 540 mi­lio­ni di fran­chi. La mag­gior parte dei pro­dot­ti espor­ta­ti verso l’I­ran con­si­ste­va in pro­dot­ti far­ma­ceu­ti­ci, mac­chi­na­ri, oro­lo­gi e ap­pa­rec­chi me­di­ci, che sa­ran­no sog­get­ti alle san­zio­ni solo in modo li­mi­ta­to. Le au­to­ri­tà sviz­ze­re se­guo­no da vi­ci­no gli svi­lup­pi della vi­cen­da. Né la Sviz­ze­ra né l’UE pre­ve­do­no nuove san­zio­ni nei con­fron­ti del­l’I­ran.